Ferrari, nodo Kimi e quei “Bottas di mercato” che non entusiasmano i tifosi…

La Rossa, in attesa di risolvere la situazione di Raikkonen, si guarda intorno tra alternative più o meno valide...

Ferrari, nodo Kimi e quei “Bottas di mercato” che non entusiasmano i tifosi…

I cosiddetti “botti di mercato”, espressione mutuata dal gergo calcistico, esistono anche in Formula 1. Consuetudine vuole che nel Circus gli accordi tra le parti vengano stipulati in largo anticipo, a causa della complessità giuridica dei contratti da firmare, riguardanti molteplici aspetti del rapporto tra pilota e scuderia.

Quando poi a muoversi è una squadra come la Ferrari, ovvero il top team per eccellenza, è normale che il mercato piloti subisca uno scossone, rischiando di vivere un vero e proprio effetto domino. Tutti al guado ad attendere la prima mossa, chi in prima linea, chi defilato; è la giostra dei sogni in rosso, il cui avvio è condizionato ad un mancato rinnovo che segnerebbe – comunque – un’epoca.

TUTTO (MA NON TUTTI) INTORNO A KIMI  Come in una commedia degli equivoci degna del teatro classico, tutto il mercato della Ferrari ruota intorno alla figura di Kimi RaikkonenL’ultimo campione del mondo con la Ferrari, amato e sostenuto da migliaia di appassionato (pilota più amato dai tifosi secondo il sondaggio della GPDA), vive un momento di profonda crisi, sommando errori “misteriosi” come il testacoda in Canada o l’episodio dell’incidente con Alonso in Austria a scelte strategiche sbagliate (vedi le gomme intermedie di Silverstone montate troppo presto), figlie quest’ultime di una pubblica gogna alla quale Raikkonen è stato abilmente sottoposto. In tutta ‘sta storiaccia degna in alcuni tratti di un poliziesco hard boiled – tra mappature “spinte” e incomprensioni con il muretto – l’unica cosa che balza agli occhi è lo stillicidio mediatico nei confronti del finlandese. Come un pugile attaccato da due fronti – da un lato da una stampa che l’ha già bollato come finito, dall’altra parte da una squadra non limpidissima nella gestione mediatica del pilota – Raikkonen appare sempre più fiacco e, soprattutto, solo.

L’equivoco risiede nel fatto che. a conti fatti, la Ferrari ha sino al 31 luglio il diritto di opzione sul contratto di Kimi, cioè la facoltà di prolungare l’accordo fino al 2016. La “pressione” messa addosso ad Iceman, con piloti più giovani che bussano alla porta di Maranello e parole non proprio edulcorate da parte di “vertici” delusi dalle sue prestazioni, potrebbe celare una precisa strategia volta a “strappare” al pilota un ingaggio più basso. Potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, come potrebbe essere che davvero Arrivabene e Co. si siano stufati di Kimi, arrivando già a stagione in corso alla rottura con l’entourage del pilota.

QUEL 50% DI BOTTAS Il mascellone prominente di coulthardiana memoria di Valtteri Bottas sporge sempre più oltre i confini inglesi, andando a toccare l’Emilia ferrarista. Non è un mistero che Valtteri Bottas piaccia tanto alla Ferrari, e sia il favorito per succedere all’ambito sedile di Raikkonen. Bottas è un pilota solido, concreto, poco incline all’errore e notevolmente freddo. Amante del tiro al volo e dal carattere chiuso, Valtteri non è certamente il nome che entusiasma i tifosi. Le perplessità maggiori sono dovute al fatto che il “talento” finlandese, sponsorizzato a gran voce da un maestro del volante (nonché uno dei suoi manager) quale Mika Hakkinen, dopo un apprezzabile 2014, dove con i suoi sei podi e altre belle gare è stato una mezza sorpresa, in questo 2015 sembra essersi “normalizzato”, stabilizzando la sua guida su un livello accettabile, ma non straordinario. Prova ne è il fatto che Bottas nelle ultime gare soffra terribilmente quel “vecchietto” di Felipe Massa. Bottas in ogni caso potrebbe essere una buona seconda guida, un fido scudiero del fuoriclasse Vettel, se non fosse che le sue pretese e un carattere inaspettatamente difficile cozzano con il suo rendimento. Pare infatti che il manager Didier Coton abbia sparato alto sull’ingaggio e lo stesso costo del “cartellino” dello scandinavo (che nient’altro sarebbe che la penale da pagare eventualmente alla Williams per liberarlo) è giudicato un po’ troppo alto. Pagare una penale tra i 7 e i 12 mln di euro e un ingaggio di una decina di milioni per avere un pilota nella norma non è il più conveniente degli affari. Ecco perché la Ferrari tentenna e si guarda intorno, e la percentuale di un arrivo di Valtteri in rosso è ferma al 50%, come tra l’altro ammesso da Toto Wolff, ennesimo rappresentante di questo super gestito top driver de noantri …

L’IMPOSSIBILE RICCIARDO Il magico sorriso del bibitaro Daniel scalda gli animi dei tifosi, che reputano l’australiano un “profilo” pittato per la Ferrari. Ricciardo è veloce, abile nella comunicazione, simpatico, aggressivo in pista e signorile fuori. Ma l’australiano, nonostante spiccichi qualche parola in italiano, rimarrà soltanto una suggestione. La Ferrari ha anche pensato di approfittare della mini-crisi in atto tra Daniel e la Red Bull, ma sfilare il secondo pilota di seguito ad Helmut Marko non è impresa facile e poi a Maranello hanno puntato tutto su Sebastian Vettel, con la conseguenza di non volergli creare troppi problemi prendendo un pilota con cui c’è già stata viva rivalità in Red Bull.

IL POSSIBILE (MA SNOBBATO) HULKENBERG E poi arriva…Nico, sempre presente, sempre alla porta, sempre in attesa della “Chiamata”, quella che si è meritato in anni di gavetta e piazzamenti validi con monoposto di seconda fascia, quella che si è meritato espugnando Le Mans a cavallo di due GP finiti in zona punti, a testimonianza di un valore e di una “freschezza” fisica fuori dal comune. Ma poi sarebbero due tedeschi in macchina ed ecco che nella F1 tutta sponsor, immagine (e tra poco per la Rossa anche in Borsa) l’affare – inteso in senso letterale – diventa subito non più fattibile.

SOLUZIONI INTERNE DA SCARTARE, IDEA SAINZ Da scartare la promozione a titolari di uno tra Jean Eric Vergne e Esteban Gutierrez. Il primo è stato preso per lavorare al simulatore, mentre Guti è il “classico” terzo pilota messo lì ad uso e consumo degli sponsor (messicani). Si è parlato tanto dell’amicizia tra Maurizio Arrivabene e Carlos Slim, presidente della TelMex e sponsor Ferrari, ma anche le esigenze di sponsorizzazione trovano il loro limite nel buonsenso. E se proprio bisogna “ascoltare” i finanziatori, allora si potrebbe avallare un sommesso consiglio della Santander: prendere Carlos Sainz jr per rafforzare il rapporto tra l’istituto di credito spagnolo e il Cavallino. Il giovane spagnolo sta ben figurando con la Toro Rosso, dimostrando professionalità e serietà nonostante l’anagrafe. Un giovane vecchio che potrebbe rivelarsi una scelta vincente.

ps. Solo una piccola postilla. Sono di ieri le parole del papà di Bianchi che ci hanno rattristato non poco. Fa ancor più male pensare che il sedile tanto ambito della Ferrari era destinato a Jules, che l’avrebbe occupato non più tardi del 2017. Fa male pensare che tutto ciò non è potuto accadere per una gestione gara a dir poco discutibile ed, ovviamente, impunita.

Antonino Rendina

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