Ferrari, i proclami di agosto e la speranza di riagganciare i primi

La Rossa spera ancora di raddrizzare la stagione, ma i proclami vuoti servono a poco

Ferrari, i proclami di agosto e la speranza di riagganciare i primi

La Formula 1 sta per riaprire i battenti ed è pronta ad affacciarsi sul catino di Zandvoort, circuito stretto e guidato che in tempi non lontani avrebbe fatto da passerella a Max Verstappen, mentre in questo strano mondiale 2024 dovrebbe fare da scenario ad un’altra lotta a tre tra McLaren, Mercedes e appunto Red Bull.

Subito dietro, ormai quarta forza acclarata, c’è una Ferrari che spera di lasciarsi alle spalle un’intero scorcio di campionato da dimenticare. Dopo Montecarlo a Maranello ci hanno capito ben poco, portando in pista aggiornamenti controproducenti e piombando nell’ennesima crisi tecnica degli ultimi anni.

In attesa dell’ufficialità di Loic Serra nel ruolo di direttore tecnico, e con l’ormai certezza di essersi lasciata sfuggire Adrian Newey, il Cavallino ha il difficile compito di dover raddrizzare una stagione fin qui di luci e ombre, con due vittorie all’attivo ma con troppi passi falsi e con un calo repentino e preoccupante.

La speranza è che gli uomini di Maranello abbiano capito (si torna sempre lì) come integrare il maggior carico aerodinamico prodotto con la meccanica della SF24, in modo da avere una vettura incollata a terra e non saltellante. Facile a parole, Mercedesad esempio per trovare il bandolo della matassa ci ha messo due anni.

Intanto, con alle porte Zandvoort e Monza – a casa di Max e a casa nostra – Frederic Vasseur non ha rinunciato agli ennesimi proclami di riscossa, alle solite e scolastiche dichiarazioni di intenti, tante parole di stampo quasi calcistico che però suonano come vuote.

E così leggiamo del team principal felice di vedere una squadra che adesso è più aggressiva, che osa, che non ha paura di rischiare, con una mentalità diversa. Il manager francese si è detto convinto che con questo approccio la Rossa può risalire la china e recuperare quei pochi decimi che la separano dai migliori.

C’è sempre una sorta di auto assoluzione, quasi di auto compiacimento nel giudicare una situazione che poi nei fatti è più deludente di come viene descritta.

Perché in quei “pochi decimi dai primi” c’è tutta la differenza tra essere competitivi per la vittoria ed essere dei meri piazzati ai piedi del podio.

E non capiamo ancora come sia possibile cominciare un campionato da seconda forza e retrocedere a quarta a causa di sviluppi sbagliati. O come sia possibile che un team con meno risorse come la McLaren riesca in due anni a ergersi a punto di riferimento tecnico del Circus, ciò che ad un gigante come Maranello non riesce dal 2008.

Alla vigilia del GP di Olanda non resta che aggrapparsi alle parole di Mister Vasseur che vede una squadra aggressiva. Cosa potrà mai andare storto?

Antonino Rendina

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