F1 | Quattro chiacchiere con Carlos Galbally, responsabile gomme della Ferrari

"A Suzuka usura elevata, per questo Pirelli ha portato le tre mescole più dure", ha detto l'ingegnere spagnolo

F1 | Quattro chiacchiere con Carlos Galbally, responsabile gomme della Ferrari

Il Gran Premio del Giappone torna in calendario dopo qualche anno di stop per via della pandemia. La Formula 1 quindi riabbraccia uno dei tracciati più iconici del panorama motoristico mondiale e del Circus stesso, teatro di lotte, duelli e soprattutto titoli mondiali assegnati, e anche in questo weekend Max Verstappen potrebbe conquistare l’iride. La Ferrari si prepara a quella che è una sfida importante specialmente per le gomme, e infatti nell’anteprima del weekend ha fatto parlare Carlos Galbally, capo della scienza degli pneumatici della Scuderia di Maranello.

Come è cominciata la tua avventura in Ferrari e da dove viene la tua passione per il motorsport?

“La mia avventura in Ferrari è iniziata nel 2016. Sono sempre stato appassionato di ingegneria e automobili, per cui dopo aver terminato la mia laurea in Ingegneria Meccanica in Spagna mi sono trasferito in Germania, dove c’è una grande tradizione automobilistica e quindi migliori opportunità per un ingegnere. Dopo alcuni anni trascorsi nell’industria dell’auto di serie ho avuto l’opportunità di fare il passo verso la Formula 1 cominciando a lavorare per la Sauber. In Svizzera ho trascorso alcune stagioni quindi si è presentata l’opportunità di trasferirmi in Italia per collaborare con il più grande marchio nel mondo del motorsport e non me lo sono fatto ripetere due volte”.

Come si presenta la pista di Suzuka dal punto di vista delle gomme?

“La pista è caratterizzata da tratti da alta velocità con frequenti cambi di direzione, e quindi si genera molta energia negli pneumatici. Si tratta di un circuito anomalo per quanto riguarda la distribuzione dello sforzo: è il più equilibrato e simmetrico di tutto il calendario, quindi l’energia prodotta dalle curve a destra è identica a quella che si crea nelle curve verso sinistra. Proprio per le dinamiche che si verificano qui a Suzuka, la Pirelli porta in Giappone le tre mescole più dure di cui dispone (C1, C2 e C3), di gran lunga la combinazione meno frequente che si possa trovare nell’intera stagione: si tratta infatti della quinta e ultima volta. L’usura gomme è elevata a causa della combinazione dei curvoni da alta velocità e delle caratteristiche dell’asfalto, il cui livello di abrasività è medio alto. Tutti questi fattori messi insieme, uniti all’imprevedibilità del meteo, rendono Suzuka un banco di prova particolarmente impegnativo per tutto quello che riguarda la gestione gomme”. 

Come si approccia dunque il weekend di Suzuka dal punto di vista della gestione gomme?

“Al pari di quanto accade su piste come Montmeló, Silverstone e Zandvoort, anche a Suzuka è fondamentale trovare il miglior bilanciamento possibile tra la configurazione da qualifica e quella necessaria in gara: è infatti vitale avere pneumatici perfettamente in temperatura per il giro secco, ma è anche basilare evitare di surriscaldare le gomme nei long run. Per svolgere questo esercizio nel migliore dei modi abbiamo particolarmente bisogno dell’aiuto dei piloti: sulla base delle loro indicazioni vengono infatti concordate le strategie e gli obiettivi legati agli pneumatici per qualifiche e gara. In questo senso, da quando il tempo a disposizione nelle prove libere è stato ridotto, il lavoro di valutazione è diventato ancora più complicato, facendo aumentare ancora di più l’importanza della fase di preparazione fatta al simulatore”. 

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