F1 | Norris riapre il mondiale, ma gli serve Piastri, la Ferrari dev’essere più squadra

A Singapore l'inglese detta legge, mentre Verstappen limita i danni. Ferrari pasticciona e incoerente nelle dichiarazioni

F1 | Norris riapre il mondiale, ma gli serve Piastri, la Ferrari dev’essere più squadra

Ma che bel mondiale, e chi l’avrebbe mai detto. La sfida al vertice è tiratissima, vera, di quelle che mancavano da qualche anno. Lando Norris, con la sua scia di rimpianti e occasioni perse, è ancora lì. L’inglese della McLaren a Singapore è riuscito stranamente a mettere insieme un fine settimana pulito, trasformando senza patemi e incertezze la pole position in una vittoria facile facile, a conferma della netta superiorità – ad oggi, qui le cose cambiano in fretta – del pacchetto McLaren rispetto ad una Red Bull al limite dell’indecifrabile.

Woking si avvia a piè sospinto verso la conquista di uno storico titolo Costruttori (roba che da quelle parti non vedono dal 1998, un’altra era geologica) ma resta aggrappata con le unghie anche alla difficile rincorsa al più importante mondiale Piloti. Norris, dopo gli sprechi di Monza e Baku, è tornato a dettare legge, e non è colpa sua se dietro di lui Max Verstappen è stato praticamente impeccabile, esaltando una Red Bull che verosimilmente non valeva il secondo posto. La prova sublime del fuoriclasse olandese testimonia l’importanza del pilota e soprattutto quanto sarà difficile per Norris chiudere il gap ampio di 52 punti in classifica.

L’alfiere McLaren non ha nelle corde il classico “filotto”, non in un campionato così imprevedibile, con tanti piloti competitivi al vertice. Ecco perché la premiata ditta Brown-Stella dovrà sperare in un apporto più concreto di Oscar Piastri. L’australiano, sovente più veloce del team mate, spesso protagonista in stagione con fiammate da campioncino in erba, utilissimo per il campionato marche, dovrà fare qualcosa in più per aiutare Norris, mettendosi tra il compagno di squadra e Verstappen. Piastri deve trovare quella continuità necessaria per essere più utile alla causa. E non per fare un piacere a Norris – altroché – ma per farlo alla scuderia che tanto crede in lui per l’avvenire.

Capitolo Ferrari. Triste, mesto, disarmante. A cospetto di una McLaren brillante e coesa, unita e granitica anche verso l’esterno, la Rossa non solo si incarta, sbaglia, è confusionaria in pista, ma esce da Singapore con troppi rimpianti e con un’incoerenza comunicativa non da top team. E’ chiaro che il team non sia stato esemplare – per usare un eufemismo – nella gestione della qualifica.

Difficile pensare che due piloti capaci come Leclerc e Sainz commettano più o meno lo stesso errore per mancanza di grip e gomme fredde e per colpa solo loro. Quelle gomme probabilmente non erano nella giusta temperatura, qualcosa è andato storto. Una squadra unita si presenta dinanzi ai microfoni e dichiara che proverà a capire le ragioni degli errori dei piloti, soprattutto della sbavatura di Leclerc, il quale ha spiegato senza mezzi termini, subito dopo le qualifiche, di non avere le gomme in temperatura.

Il team principal Vasseur invece ha preferito smentire il proprio pilota, quello che ha vinto a Monza e ha fatto una grande gara a Baku, gettandogli quasi la croce addosso. Quando una regola non scritta delle corse è quella di prestare ascolto al pilota, colui che guida incollato all’asfalto. Dulcis in fundo, Charles nel dopo gara ha fatto una repentina marcia indietro, addebitandosi la responsabilità per la brutta qualifica.

Una strategia comunicativa che trasmette tensione e confusione. E che fa passare in secondo piano la gara tutto sommato positiva delle Rosse. La Ferrari continua ad andare sull’altalena, l’incostanza è un marchio di fabbrica, l’incoerenza anche, la sensazione è che sia sempre tutto uguale. E si guarda con un po’ di invidia ad una McLaren che in questi anni ha saputo fare passi da gigante, dimostrandosi veloce, sbarazzina, unita.

Antonino Rendina

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