F1 | Mark Hughes: “Il problema non era Binotto ma chi comanda la Ferrari”

"Chi sta al di sopra del team principal accetta questa situazione", ha detto il giornalista inglese

F1 | Mark Hughes: “Il problema non era Binotto ma chi comanda la Ferrari”

La Ferrari ha cambiato nuovamente team principal. Dal 2023 addio a Mattia Binotto, in carica dal 2019 e a Maranello da 28 anni e dentro Frederic Vasseur. Un nome nuovo, lontano dagli ambienti della Rossa prima di adesso e che avrà come compito quello di riportare lo storico team italiano ai fasti di un tempo. Una situazione non facile per il francese visti i precedenti: in Ferrari è stato facile negli anni trovare un capro espiatorio dopo un periodo più che deludente, ma non ci si è mai fatti un esame di coscienza all’interno della dirigenza, ai piani alti, laddove i problemi evidentemente nascono. Si cambierà con l’arrivo dell’ex Sauber? Mark Hughes, prima firma di Motor Sport Magazine la vede così.

“C’è chiaramente qualcosa che non va – ha detto Hughes. Il modo in cui vengono prese le decisioni in pista non sono una novità per la Ferrari, ricordo che Alonso e Vettel dettavano le strategie, e non possono essere solo errori di comprensione, perché in alcuni casi sono incredibili, c’è sicuramente qualcosa di sbagliato nell’ambiente. Binotto non è stato in grado di cambiare e risolvere questi problemi, è riuscito però a recuperare in termini di performance, e questo è certamente da lodare, ma tutto il resto è ancora irrisolto. E questo è il motivo per cui è il capro espiatorio della questione, e invece di sostenerlo tutti diranno che è stato giusto cambiare. Chi prenderà il suo posto, se bravo, rimarrà per un po’ e poi verrà sostituito a sua volta, mentre se non dovesse essere all’altezza verrà licenziato prima del previsto”.

“Fino a quando la cultura al di sopra della squadra non cambierà le cose rimarranno sempre così e succederà sempre la stessa cosa. L’unico che è riuscito a durare è stato Jean Todt, insieme a Ross Brawn, e guardate cosa è successo, sono diventati il team più grande della storia della Formula 1 fino a quel momento. Prima di quel periodo il potenziale della Ferrari era insufficiente, così come successivamente, e c’è una correlazione lì, non posso pensare che sia una casualità. Una parte del problema ricade nel fatto che Binotto sia un prodotto di Maranello, è stato lì da quando si è laureato, poi come dipendente. All’epoca, se qualcuno provava a mettersi in mezzo a Todt, Brawn e Schumacher venivano serrati i ranghi, nessuno poteva intromettersi, e quando quel trio non c’è stato più tutto ha iniziato a rompersi”.

“Credo che Vasseur sarà un altro dipendente, perché non conta la persona, ma come lavora una volta entrata nel mondo Ferrari. Non credo che questi periodi bui abbiano colpito le persone al di sopra del team principal, perché se accettano tutto questo, allora vuol dire che sono consapevoli di essere i responsabili. Horner al posto di Binotto? Avrebbe dovuto ergersi come Todt e Brawn a quel tempo, perché se facesse solo il dipendente non farebbe la minima differenza di chi lo ha preceduto”.

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