F1 | Gran Premio di Singapore, l’anteprima della Scuderia Ferrari
Consumo di carburante elevato, consigliato il lift and coast per non rimanere a secco nel finale
Torna dopo due anni di assenza il Gran Premio di Singapore sul circuito di Marina Bay, lungo 5.063 metri. Domenica le monoposto dovranno percorrere 61 giri pari a 308,706 km. Quella della città-Stato asiatica è stata la prima gara di Formula 1 della storia disputata interamente sotto la luce dei riflettori (se ne impiegano oltre 1.700). Si tratta di uno dei Gran Premi più difficili della stagione dal punto di vista fisico per piloti e squadre: gli alti tassi d’umidità mettono alla prova atleti, ingegneri e meccanici e il continuo rischio pioggia rende costantemente imprevedibile lo svolgimento dell’attività in pista.
Caratteristiche. Si gareggia su un circuito cittadino molto lento e tortuoso, ma con muretti vicinissimi che non perdonano alcun errore. Il set-up richiesto è da alto carico aerodinamico, ma nonostante questo si oltrepassano tranquillamente i 310 km/h anche grazie al sistema DRS, che è possibile utilizzare in tre diversi punti: sul rettilineo principale, tra la curva 5 e la 7 e tra le 13 e la 14.
Criticità. Il tracciato è molto impegnativo per l’impianto frenante: basti pensare che ciascun pilota è chiamato a usare il freno per circa 22 secondi ad ogni passaggio. Al contrario la potenza del propulsore non è fondamentale visto che si passa solamente il 44% del tempo con il gas aperto, ma lo stress del motore endotermico rimane notevole, considerando anche le temperature e l’alta umidità dell’aria. Un altro elemento di cui tener conto è il consumo di carburante, al punto che spesso ai piloti viene consigliata la pratica del lift and coast, ovvero lasciare l’acceleratore invece di frenare prima delle staccate da alta velocità per evitare di rimanere a secco nei giri conclusivi.
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