F1 | GP di Francia: l’analisi delle qualifiche
Lewis Hamilton torna in pole position, Vettel solamente settimo
Tra le colline e i colori del Paul Ricard, a conquistare la pole position per la terza volta in stagione è stato Lewis Hamilton, autore di un grande giro negli ultimi secondi della Q3, grazie a cui è riuscito a regolare il proprio compagno di squadra, Valtteri Bottas. Il finlandese va a completare una prima fila tutta Mercedes, come ampiamente preventivato dopo quanto visto al venerdì durante le prove libere.
Seconda fila per Charles Leclerc e Max Verstappen, seppur molto lontani dal poleman di giornata. Il monegasco della Ferrari è finalmente riuscito a mettere insieme un buon giro in Q3 guadagnando il terzo posto in griglia, fattore che lo aveva condizionato in modo importante negli scorsi Gran Premi. Ancora una volta, invece, Max Verstappen si conferma come l’ancora di salvataggio della Red Bull, conquistando un prezioso quarto posto davanti alle due McLaren. Ottima prestazione quella proprio del team di Woking, capace di ottenere la quinta e la sesta casella in griglia, non solo posizionandosi a pochi centesimi da Verstappen, ma anche mettendosi alle spalle Sebastian Vettel.
Non è stata una grande giornata quella del tedesco della Ferrari, alle prese con qualche difficoltà di troppo durante tutta la sessione di qualifiche in tema di gestione gomme e feeling della vettura. In Q3, dopo un primo tentativo abortito a causa di un problema nell’inserimento della marcia dopo curva 9, Vettel non è riuscito a tirare fuori il coniglio dal cilindro, dovendosi accontentare di un mesto settimo posto sulla griglia. Nelle interviste di rito, il numero 5 della Rossa ha individuato nella mancanza di feeling con la sua “Lina” il vero problema di giornata, soprattutto mettendo il tutto in correlazione alle gomme. A concludere la top ten la Renault di Daniel Ricciardo, l’altra Red Bull di Pierre Gasly e un ottimo Antonio Giovinazzi, bravo a conquistare la sua seconda Q3 in stagione.
Giornata deludente invece per la Haas e la Racing Point che non sono riusciti ad andare oltre la Q2. Entrambe le scuderie, inoltre, hanno visto uno dei propri piloti eliminati in Q1, con Lance Stroll che non è riuscito neanche in questa occasione ad evitare l’esclusione già nella prima fase di qualifica.
Da segnalare come oggi il vento abbia giocato un ruolo importante in fase di qualifica, soprattutto per le folate nella chicane 8-9 e nell’ultima zona della pista.
Q1: Grosjean escluso, Perez si salva all’ultimo secondo
Nella prima fase della qualifica il fattore che ha fatto davvero la differenza è stata l’evoluzione della pista, in costante miglioramento giro dopo giro, minuto dopo minuto. Se nelle zone alte della classifica non vi sono state particolari sorprese, con la Mercedes ancora una volta a dettare il ritmo, anche la lotta per evitare l’esclusione nel Q1 non ha riservato momenti entusiasmanti. Per via del costante miglioramento del tracciato, i tempi sono arrivati solamente negli ultimi minuti. Non sono riusciti ad evitare l’eliminazione le due Williams, Romain Grosjean, Lance Stroll e Daniil Kvyat. Per quanto riguarda il pilota della Haas, Grosjean è stato costretto ad abortire il tentativo finale dopo aver perso il posteriore in uscita di curva 9, perdendo l’opportunità di migliorarsi ed evitare di concludere anticipatamente la sua qualifica. “È stato un weekend difficile fino ad ora. La vettura è stata difficile da guidare in termini di bilanciamento. Abbiamo fatto qualche miglioramento rispetto a ieri, ma abbiamo avuto difficoltà su altri aspetti. È difficile individuare le cause, a volte è l’avantreno, a volte il retrotreno. Semplicemente non è stato abbastanza”, ha poi commentato il francese che questo weekend corre davanti al proprio pubblico. È purtroppo ormai un abitudine l’esclusione di Lance Stroll, il quale per l’ottava volta consecutiva non è riuscito ad andare oltre la Q1: vedremo cosa sarà in grade di fare domani, ma il fatto che in Q2 molti piloti siano riusciti a qualificarsi con la media potrebbe parzialmente complicare i piani di rimonta del canadese. Prevedibile anche l’esclusione di Daniil Kvyat, costretto a partire dal fondo dello schieramento in seguito alla sostituzione di alcuni elementi della Power Unit sulla sua vettura. Fanalino di coda le due Williams, con George Russel che per questa occasione sarà costretto a partire dietro al compagno di team per una penalità.
Q2: Le gomme medie sono le protagoniste
Sin dalle prove libere è stato chiaro come gli pneumatici a mescola soft potessero faticare sul passo gara per via di un’usura eccessiva e per quei fenomeni di graining che si erano denotati anche nelle simulazioni. Per questa ragione, come spesso accade in altri appuntamenti, i top team hanno optato per lo scendere in pista con una mescola di uno stop più duro, ovvero la media, la quale garantisce maggior varietà in tema di strategie per la corsa. Interessante come in realtà Red Bull e McLaren per il primo tentativo abbiano deciso di diversificare le scelte, mandando Max Verstappen e Carlos Sainz Jr. in pista con gli pneumatici medi, mentre i rispettivi compagni di scuderia hanno dovuto utilizzare la soft. Per il secondo tentativo sono cambiate ancora una volta le carte in tavola, con Renault e McLaren che hanno optato per tornare sul tracciato per l’ultimo assalto alla Q3 entrambe su gomma media con entrambi i piloti. Questa si è rivelata una buona strategia per la squadra di Woking, capace di passare la tagliola con entrambi i piloti, mentre ha funzionato solo a metà per il team di casa, che ha visto il solo Daniel Ricciardo capace di accedere alla fase successiva.
Tra i protagonisti di giornata troviamo sicuramente Antionio Giovinazzi, bravo a sfruttare la gomma soft e a centrare la seconda top ten stagionale dopo quella conquistata a Baku (anche se in quel caso fu costretto a partire più indietro sullo schieramento causa penalità): l’italiano è stato autore di un gran giro, specialmente nel terzo settore, dove non ha commesso nessuna sbavatura. Indubbiamente partire con la mescola soffice non lo aiuterà e dovrà essere bravo a gestirla il più a lungo possibile, ma resta comunque la soddisfazione per avere fatto un piccolo passo in avanti in termini di performance.
Tra gli eliminati della Q2 troviamo Alexander Albon, Kimi Raikkonen, Nico Hulkenberg, Sergio Perez e Kevin Magnussen. Si è salvato sul filo dei centesimi Pierre Gasly, 10° ma con soli 40 millesimi di vantaggio sul pilota tailandese della Toro Rosso. Il francese della Red Bull ha ricondotto le sue difficoltà odierne ad un set-up sbagliato: “La FP3 è stata buona, eravamo sesti” – ha dichiarato Gasly dopo le qualifiche -. “Abbiamo fatto alcune modifiche che pensavamo essere nella direzione giusta, ma dobbiamo fare delle analisi. Abbiamo perso molto grip e passo e non potevamo usare la media in Q2, quindi abbiamo dovuto mettere la soft, ma il passo in generale non è stato buono. È stata una qualifiche difficile.”
Fino ad ora non è stato il weekend ideale neanche per Kimi Raikkonen, alle prese con una Alfa Romeo piuttosto difficile da interpretare tra alti e bassi: rispetto agli scorsi appuntamenti la squadra italo-svizzera sembra aver fatto dei passi in avanti, ma questo ha a che fare con l’essere riusciti ad utilizzare le gomme nel giusto range di temperatura. Non ha pagato invece la tattica Renault con Nico Hulkenberg di montare le medie, vedendosi costretto ad abbandonare le qualifiche prematuramente: è importante ricordare, però, che il tedesco al momento dispone di un’unità motrice di vecchia specifica rispetto al compagno di squadra, il quale invece può contare su un motore nuovo di zecca con uno step in avanti anche in termini di potenza.
Q3: Hamilton fa il vuoto mentre cala un velo di mistero su Vettel
La terza ed ultima fazione della qualifica ci ha regalato un Lewis Hamilton nuovamente in pole per la terza volta in stagione e per la 86esima volta in carriera. L’inglese della Mercedes ha concluso il suo giro più veloce in 1: 28.319, rifilando quasi 3 decimi al compagno di team Valtteri Bottas.
Ora metà della missione è stata portata a termine, ma per il campione delle Frecce d’Argento sarà importante cercare di prendere il largo fino dalle prime curve per gestire con più serenità la gara. “Non è una pista semplice questa, ci sono delle vie di fuga molto ampie ma è una pista molto tecnica. Siamo stati veloci per tutto il weekend, anche Valtteri lo è stato. Ho cercato di rosicchiare giro dopo giro un po’ di tempo, nell’ultimo tentativo avevo un vantaggio di mezzo secondo ma ho perso qualcosa all’ultima curva. Comunque, sono molto contento perché ho tirato fuori tutto il potenziale della macchina e il team ha fatto un lavoro fantastico. Ci sono state diverse folate lungo la pista, qui devi essere bravo nel tuo approccio al giro. In alcuni punti potevo attaccare, in altri dovevo adattarmi al vento, forse ho esagerato troppo prima dell’ultima curva e la folata mi ha riportato indietro. Ad ogni modo sono comunque contento, abbiamo lavorato tantissimo dal punto di vista ingegneristico”, ha poi commentato Hamilton nelle classiche interviste di rito.
Il vento. Un tema ricorrente per tutto il fine settimana che si è fatto sentire anche nel giro di Valtteri Bottas, il quale però ha tenuto a complimentarsi con il compagno di squadra: “Lewis ha fatto un giro ottimo alla fine, comunque siamo stati vicini per tutto il weekend. Si è trattato di piccoli dettagli, pochi centesimi di secondo. C’è stato il vento che cambiava completamente in direzioni opposte, in alcune curve non sono riuscito ad interpretarlo bene. Devo lavorare su questo aspetto sicuramente, Lewis ha lavorato meglio, come team un ottimo risultato”, ha poi aggiunto il finlandese.
Fermandoci qui, indubbiamente sembrerebbe trattarsi di un grandissimo giro da parte del 5 volte campione del mondo, uno di quei giri “alla Hamilton”, a cui l’inglese ci ha più volte abituato, ma ci sono alcuni dettagli forniti dal confronto dei due giri realizzato dalla FOM che possono fornirci un quadro più chiaro di quali siano state le differenze che hanno portato ad un gap così elevato sul traguardo. Nel corso del primo settore non si rivelano grandi differenze tra i due piloti della Mercedes, con soli 69 millesimi a dividerli sulla prima fotocellula, un distacco davvero contenuto. La storia cambia nel secondo settore e nella prima parte del terzo settore, dove Hamilton prende il largo e fa il vuoto, staccando il compagno di team di ben 6 decimi, un’enormità considerando che tipologia di sfide offre quel tratto della pista. Il secondo settore è formato essenzialmente dal lungo rettilineo del Mistral, intervallato da una chicane: come si può vedere dal confronto, è chiaro che il finlandese abbia perso 2 decimi sulla zona rettilinea stessa e non in curva, segno che il vento abbia potuto giocare un ruolo chiave nell’assegnazione della pole. Non a caso i piloti si sono lamentati sin dal venerdì di alcune folate di vento proprio nella zona della chicane 8-9. Questa idea viene rafforzata guardando il prosieguo del giro, dove Bottas accusa ulteriori due decimi di ritardo dalla fotocellula del secondo intertempo fino a curva 11, in un tratto che presenta solo due tratti rettilinei intervallati da una curva molto veloce. Nel resto del giro l’unico altro fattore discriminante tra le due prestazioni è stato l’errore di Hamilton nella penultima curva, figlio anch’esso molto probabilmente di una folata di vento, grazie al quale il numero 77 è riuscito a recuperare un paio di decimi sul compagno di squadra. Curva 14 rappresenta una sfida molto particolare per i piloti, in quanto si è costretti a frenare, girare e scalare contemporaneamente, cerando oltretutto di tenere la corda in una curva che ha la tendenza a portare verso l’esterno per via della sua configurazione che spesso causa sottosterzo. Indubbiamente si tratta solo di un’ipotesi, ma è abbastanza chiaro che i tratti in cui Bottas ha accusato il colpo a livello cronometrico non siano quelli in cui il pilota è in grado di fare la differenza, ma piuttosto zone dove il vento possa aver influito in maniera importante sul risultato finale.
Secondo fila per Charles Leclerc, bravo a superare uno dei punti deboli che lo hanno rallentato negli scorsi appuntamenti e a mettere insieme un buon giro, valido per conquistarsi il terzo posto dietro alle due astronavi Mercedes: “Fino a questo momento è stato un buon weekend perché mi sono sentito bene nella vettura a cominciare dalla prima sessione di prove libere. Nelle ultime settimane quello che mi ero ripromesso di fare era lavorare sulla mia capacità di gestire la vettura al variare delle condizioni dell’asfalto in qualifica, dal Q1 al Q3. Sotto questo aspetto ho fatto un passo in avanti”. Alle sue spalle si è posizionato Max Verstappen, ancora una volta capace di fare la differenza per la Red Bull.
La vera minaccia per l’olandese, però, non viene davanti, ma piuttosto da dietro le spalle: le due McLaren, infatti, hanno concluso la Q3 a pochissimi centesimi proprio dal pilota della Red Bull, segno che quantomeno sul giro secco, la MCL34 si sia ben comportata, nonostante quello del Paul Ricard sia un circuito “tosto” per le caratteristiche della vettura di Woking. “Dopo le tre sessioni di prove libere, le cose sembravano andare bene – ha detto Norris – quindi non eravamo preoccupati, ci aspettavamo un buon risultato. Abbiamo fatto un paio di modifiche prima delle qualifiche, e credo che ci abbia aiutato: sono riuscito a fare un buon giro, facendo ciò che dovevamo fare. A parte qualche sbavatura, è stato un gran risultato, ma domani sarà lunga. Desidero ringraziare la squadra.” Vedremo come si comporterà la monoposto inglese sul passo gara, aspetto in cui sembra un pochino più carente rispetto alla Red Bull, ma c’è la possibilità di concludere davanti a Gasly e conquistare il titolo di best of the rest nella battaglia contro la Renault.
Subito dietro la McLaren c’è quella che è forse la delusione di giornata, Sebastian Vettel, alle prese con un piccolo mistero che sembra aver condizionato in modo piuttosto importante le sue qualifiche. Il tedesco della Ferrari non è riuscito ad andare oltre il settimo posto, lamentando una carenza di fiducia nella vettura e, soprattutto, negli pneumatici. Se in Q2 sulle gomme medie, il tempo realizzato dal 4 volte campione del mondo era risultato piuttosto competitivo, in Q3 non è riuscito a ripetersi. Nel corso del primo tentativo uno strano problema al cambio (non si era inserita la marcia successiva in uscita di curva 9) lo ha costretto ad abortire il giro e concentrare tutte le speranze per l’ultimo e decisivo run. Secondo tentativo in cui in realtà il tedesco non è stato protagonista di particolari sbavature o errori, in cui però il fattore che davvero desta qualche sospetto è il confronto a livello cronometrico con il tempo ottenuto in Q2: nell’ultimo tentativo Sebastian non solo non è riuscito a migliorarsi rispetto al tempo ottenuto nella seconda frazione di qualità, come dovrebbe invece essere la normalità, ma anzi, ha peggiorato il suo crono di quasi 3 decimi, nonostante in quel momento stesse calzando la soft, una mescola in teoria più prestazionale. È difficile immaginarsi che, al netto del problema tecnico accusato nel primo tentativo, un pilota di un top team abbia difficoltà nel migliorare il proprio tempo rispetto a quello ottenuto in Q2. Non è da escludere che si possa essere verificato un guasto di natura tecnica sulla sua monoposto, ma molto probabilmente ne sapremo di più domani analizzando il documento ufficiale FIA delle modifiche apportate sotto Parc Fermé.
Ottavo posto per Daniel Ricciardo, il quale in questo fine settimana può contare su un motore Renault aggiornato, al contrario del compagno di team Nico Hulkenberg, costretto a montare una vecchia specifica al fine di evitare una penalizzazione sulla griglia. A concludere la top ten l’altra Red Bull di Gasly e l’Alfa Romeo di Antonio Giovinazzi.
Le strategie
Per la gara Pirelli suggerisce una strategia ad una singola sosta, non solo per la durata della gomma, ma anche perché effettuare un pit-stop su questo circuito in condizioni di gara costa ben 25 secondi, un tempo davvero elevato. Secondo il costruttore milanese, i favoriti saranno coloro che decideranno di partire con la mescola media, per poi passare alla hard tra il 22° e il 27° giro. Altra opzione è quella di partire con la soft per poi concludere sulla hard, ma dovrebbe risultare più lenta teoricamente di 10 secondi rispetto all’alternativa spiegata in precedenza.
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