F1 | GP Arabia Saudita, Brembo e la carta d’identità del Jeddah Corniche
Tre vincitori diversi per le tre edizioni fin qui disputate
F1 GP Arabia Saudita Bembo – Una settimana dopo il GP Bahrain, la Formula 1 resta in Medio Oriente ma si trasferisce nella nazione più estesa della regione, l’Arabia Saudita, caratterizzata da oltre 2,1 milioni di chilometri quadrati, anche se la popolazione non raggiunge i 37 milioni. Sede della gara il Jeddah Corniche Circuit, situato ad una trentina di chilometri dalla storica città di Gedda, posta sulle sponde del Mar Rosso.
I dati del GP
Secondo i tecnici Brembo il Jeddah International Circuit con 6.174 metri di lunghezza e 27 curve rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, malgrado la presenza di soltanto 7 frenate: 6 di queste sono però della categoria Hard poiché richiedono una forza G superiore a 4 e necessitano di un carico sul pedale del freno di oltre 125 kg.
I dischi in carbonio
Dopo il Venezuela, l’Arabia Saudita è il 2° Paese al mondo per riserve di petrolio, davanti all’Iran e al Canada. A differenza della nazione sudamericana, che centellina le estrazioni, l’Arabia Saudita è 3° sul pianeta dopo Usa e Urss per quantità estratta. Tuttavia, per ridurre la propria dipendenza dal petrolio e diversificare l’economia, nel 2016 la casa regnante ha annunciato il programma strategico Saudi Vision 2030. Uno dei residui della distillazione del petrolio è la pece che costituisce uno dei tre materiali con cui si realizzano i dischi freno in carbonio della Formula 1. In natura il carbonio puro si trova sotto forma di diamante e grafite ma per ragioni di costi questi materiali non vengono utilizzati per realizzare i dischi freno. Al loro posto si usano anelli da 75-80 grammi costituiti da filamenti di rayon, PAN (polimero ottenuto dalla polimerizzazione dell’acrilonitrile) o pece.
La curva più dura
La curva più dura del Jeddah International Circuit per l’impianto frenante è la prima, per effetto di una decelerazione di 209 km/h da 325 km/h a 116 km/h: nei 2,26 secondi necessari i piloti esercitano un carico massimo di 139 kg, sono soggetti a una forza di 4,5 g mentre la potenza frenante è di 2.401 kW. Nel frattempo la monoposto percorre 115 metri.
Manca la regina
Le tre edizioni del GP Arabia Saudita hanno visto salire sul gradino più alto del podio tre piloti differenti: nel 2021 vinse Lewis Hamilton, nel 2022 Max Verstappen e nel 2023 Sergio Perez. All’appello manca ancora la Ferrari, nonostante due anni fa Charles Leclerc sia stato in testa per 30 giri, più del vincitore. L’anno scorso invece Fernando Alonso fu in testa per 3 giri, i suoi unici giri al comando finora con l’Aston Martin. Invece sono molteplici i GP vinti con i freni Brembo, dei quali peraltro si è pure servito per vincere la 24 Ore di Le Mans.
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