Formula 1 | Domenicali tra Sprint e gare più corte: il futuro “tradisce” i tifosi storici?

Il capo della Formula 1 riflette su quello che i ragazzini vorrebbero guardando le fasi salienti su YouTube

Formula 1 | Domenicali tra Sprint e gare più corte: il futuro “tradisce” i tifosi storici?

Stefano Domenicali, CEO della Formula 1, ha illustrato alcune riflessioni sul futuro della categoria, con particolare attenzione al regolamento 2026 al format dei weekend di gara. Le sue dichiarazioni confermano una direzione sempre più orientata a soddisfare i cosiddetti “casual fans”, spesso a scapito di chi segue questo sport da anni.

Secondo Domenicali, il cambio regolamentare in arrivo sarà significativo e dovrà essere comunicato con chiarezza. “Avremo un grande cambio regolamentare e sarà cruciale riuscire a spiegare in modo semplice tutte le novità che ci saranno sulle monoposto”, ha spiegato, sottolineando l’intenzione di affiancare spiegazioni grafiche e pillole informative. L’obiettivo è rendere comprensibili regole e tecnologia anche a chi conosce poco le dinamiche tecniche delle monoposto.

La spinta verso le Sprint Race

Uno dei noti principali resta quello dei weekend Sprint. Domenicali non ha nascosto la volontà di aumentarne il numero, dichiarando che i promotori e gran parte del pubblico li richiedono con forza: “A parte qualche appassionato più attempato, il pubblico chiede sempre più i weekend sprint”, ha affermato, arrivando a dire che tra pochi anni la direzione sarà chiara e la Formula 1 potrebbe adottare un format unificato.

Qui emerge il primo punto critico: davvero le prove libere non interessano più a nessuno, se non ai “super specialisti”? Dire che il venerdì “piacciono solo ai tecnici” significa ridurre lo sport a puro intrattenimento, sacrificando quella componente di preparazione che ha sempre fatto parte della Formula 1. Le Sprint non aggiungono nulla al weekend se non ulteriore confusione, eppure vengono imposte come risposta all’ipotetica noia dei giovani.

Gare più corte e highlights: una deriva discutibile

Altro tema caldo è quello della durata dei Gran Premi: “Crediamo che per i giovani sia un po’ troppo lunga”, ha osservato Domenicali, facendo notare che le sintesi sui social ottengono numeri elevati. Ma dov’è la correlazione? Non c’è nulla che impedisca a un giovane spettatore di guardare una gara intera e poi rivedere le fasi salienti su YouTube. Ridurre la corsa non è la soluzione, semmai il sintomo di una Formula 1 che cerca scorciatoie pur di non affrontare i veri nodi dello spettacolo.

La stessa idea di introdurre una griglia invertita, proposta che ritorna periodicamente, rappresenta un colpo al cuore dello sport. Sarebbe un artificio che annullerebbe il valore della competizione, riducendo la Formula 1 a un esperimento da reality show.

I problemi veri restano sul tavolo

Oltre alla ricerca di un format “spettacolare”, resta irrisolto il tema del regolamento 2026. Domenicali ha riconosciuto che la definizione delle nuove norme procede tra confusione e aggiustamenti continui, ma ha garantito che “le criticità saranno risolte, come sempre, e si aprirà in modo chiaro il fronte su cui gli ingegneri dovranno darsi battaglia”. Il punto, però, è che a settembre non esiste ancora una chiarezza definitiva, e ciò mette a rischio la già flebile credibilità del progetto.

Il problema della Formula 1, come spesso accade, non è l’interesse dei tifosi o la lunghezza delle gare, ma l’incapacità di FIA e organizzatori di intervenire sulle questioni centrali. Si preferisce aggiungere pezze, come Sprint, norme assurde e format sperimentali, piuttosto che lavorare su ciò che davvero serve: regolamenti chiari, monoposto capaci di correre vicine e pneumatici che creino variabili.

La strada tracciata da Domenicali sembra voler privilegiare il pubblico occasionale a discapito di chi ha seguito la Formula 1 per decenni. Gli appassionati “storici” non sono meno importanti dei nuovi, anzi: dovrebbero essere il punto fermo attorno al quale costruire il futuro. Puntare solo sugli spettatori che si stancano facilmente significa tradire l’essenza stessa di questo sport. La Formula 1, insomma, rischia di rincorrere mode passeggere e di trasformarsi in un prodotto sempre meno fedele alla propria identità. E se è vero che lo spettacolo conta, lo sport dovrebbe contare di più.

5/5 - (2 votes)
Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Focus F1

Lascia un commento

1 commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati