F1 | Ferrari sparita, dobbiamo capire: direttiva, sviluppi sbagliati, bravura degli altri?

Raramente si è vista un'auto così veloce perdere così tanto terreno in poche gare

F1 | Ferrari sparita, dobbiamo capire: direttiva, sviluppi sbagliati, bravura degli altri?

Dobbiamo capire, anzi vogliamo capire. Perché ciò che sta succedendo in pista nelle ultime gare è contorniato da un alone di mistero ed è seguito da risposte equivoche, che non placano dubbi ma anzi li fanno aumentare. C’è quasi la sensazione che non ci siano risposte chiare da dare ad una situazione fattuale che più o meno si presenta (per sintetizzare) così: la miglior monoposto del mondiale nel giro di poche gare è diventata la terza macchina in pista.

Parliamo ovviamente della Ferrari che a Budapest, Spa, Zandvoort, tre piste diverse, ha dimostrato di non riuscire proprio a tenere il passo di Verstappen e di soffrire ormai anche le Mercedes. E’ una involuzione inquietante, e le reazioni, le parole, la gestualità, degli uomini in rosso fanno riflettere. Leclerc, fino a qualche gara fa gasatissimo, dichiara che bisogna “accettare” il gradino più basso del podio, perché di più non si poteva fare. Binotto fa spallucce dinanzi ai microfoni, quasi con aria rassegnata, limitandosi ha dire che la F1-75 non ha ritmo. E ce ne siamo accorti anche noi. Magari sarebbe gradito capire perché non ha (più) passo, così di improvviso.

Raramente si è visto un tale recupero a stagione in corso di chi era dietro; non tanto della Red Bull che bene o male è sempre stata lì dall’inizio, si trattava evidentemente solo di mettere a posto la Rb18 e operare il sorpasso prestazionale sviluppo dopo sviluppo. Ma la Mercedes – la derelitta Mercedes di inizio campionato – nelle ultime gare ha un passo migliore di quella Rossa descritta urbi et orbe da mondiale. La Bestia va più lenta dell’auto sbagliata, siamo a questo.

Visto che chi dirige la Scuderia continua a ripetere che si tratta di capire, eppur avevamo pensato che avessero capito, ma era l’ennesimo fuoco fatuo spento a metà stagione come nell’arrivabeniano recente passato, noi possiamo fare solo delle ipotesi. Più o meno tre.

Direttiva tecnica. La Ferrari è stata frenata dalla direttiva tecnica 039, quella anti-saltellamento, che avrebbe “colpito” Maranello e avvantaggiato Mercedes. Il fondo vettura rivisto per rientrare nei parametri dei controlli FIA più severi (su degrado del pattino del fondo e oscillamento dello stesso)  non avrebbe la stessa efficienza del precedente, con la Rossa che genererebbe meno carico, rovinando le gomme e risultando quindi più lenta nel complesso. Una Rossa in questo caso “vittima”, costretta ancora una volta a rallentare a causa di decisioni politiche a stagione in corso. Binotto nega, ma stranamente la Ferrari è peggiorata (di molto) non appena le squadre si sono adeguate alla nuova direttiva. La Rossa salta e si diverte di meno.

Sviluppi. Più preoccupante è la seconda ipotesi sulla debacle delle Rosse. La Ferrari, rinverdendo una buona abitudine, avrebbe cannato gli ultimi sviluppi. Non avrebbe insomma tenuto il passo degli altri due top team. Va però detto che sotto la gestione Binotto questa cosa non è mai accaduta. Perché sarebbe dovuto succedere proprio quest’anno, con la macchina competitiva e le infrastrutture (simulatore, computer, galleria) perfettamente efficaci?

Gli altri sono superiori. Terza ipotesi, che si può collegare alla seconda, è che in Red Bull e Mercedes siano semplicemente più bravi e abbiano ammortizzato in un amen il vantaggio della Ferrari. Maranello ha lavorato su questo progetto prima delle rivali, impegnate nel 2021 nella sfida iridata all’ultimo colpo. Evidentemente Red Bull e Mercedes hanno colmato in pochi mesi questo gap temporale, ristabilendo le gerarchie. Questa ipotesi è la più preoccupante in ottica 2023. Il sorpasso prestazionale della Red Bull è netto. I bibitari hanno ricucito il distacco iniziale e si sono presi la leadership tecnica con fin troppa facilità. E la Mercedes arriva di rincorsa, di gran carriera.

In attesa, se mai ci sarà, di una risposta, e al netto dei molteplici errori di squadra che continuiamo a vedere (gomma sparita al pit a Sainz come a Irvine nel 1999 al Nurburgring, ma questa volta contava meno, quella Ferrari era in lotta per il titolo, ma davvero) resta l’amarezza per un evoluzione degli eventi che fino a qualche mese fa era davvero impronosticabile.

La Rossa sul bellissimo circuito di Zandvoort ha confermato ciò che si era visto nelle ultime gare: è indietro, e non di poco. Non ha più passo per giocarsi la vittoria con la Red Bull (rectius Verstappen) e deve guardarsi le spalle da una Mercedes che attualmente pare essere più a posto sulla distanza. E’ andata così, e senza risposte non ho elementi per essere così tanto fiducioso sul prossimo. Corriamo contro gente che in poche settimane ti acchiappa, ti saluta e ti lascia sul posto ad analizzare i dati.

Antonino Rendina

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