F1 | Ferrari: quattro chiacchiere con Ravin Jain, race strategist della Rossa

"Silverstone è una pista tecnica e molto veloce", ha detto l'inglese

F1 | Ferrari: quattro chiacchiere con Ravin Jain, race strategist della Rossa

Il Gran Premio di Gran Bretagna è uno degli appuntamenti più importanti della storia della Formula 1. Quest’anno ha una rilevanza ancora più determinante, visto che le squadre porteranno aggiornamenti non di poco conto per cercare di migliorare le prestazioni. La Ferrari dopo l’upgrade di Barcellona sembra aver fatto uno step importante, ma il team in sé non è parso pronto per lottare per il mondiale con scelte, anche strategiche ben al di sotto delle aspettative, come a Monaco. Per l’anteprima di questo weekend la Scuderia ha scelto di far parlare Ravin Jain, race strategist del box rosso.

Puoi descriverci le caratteristiche della pista di Silverstone?

“E’ estremamente tecnica e veloce – ha detto Jain – caratterizzata soprattutto da velocissimi cambi di direzione, come la famosa sequenza Maggotts-Becketts-Chapel, tra le più rapide di tutto il Mondiale. Le tante curve veloci e la mancanza di tratti lenti rendono questa pista molto impegnativa per le gomme e poco stressante per i freni. Il circuito è stato costruito su un terreno piuttosto piatto ma si trova nel mezzo della campagna inglese, ed è quindi molto esposto alle correnti d’aria. Per questo, quando si viene a gareggiare qui, non si può mai sottovalutare il ruolo del vento, che può rendere le vetture più complicate da guidare. Il nuovo asfalto, steso circa tre anni fa, è liscio e caratterizzato da un grip molto elevato che regala ai piloti la piena fiducia per spingere al massimo le proprie vetture”.

Dal punto di vista della strategia, quali sono le sfide che propone la pista di Silverstone?

“Il quadro strategico in una gara di Formula 1 a Silverstone è molto complesso. A causa delle caratteristiche della pista, Pirelli porta a Silverstone le tre mescole più dure di cui dispone: C1, C2 e C3. Ciò nonostante ci aspettiamo che, come sempre, il degrado possa giocare un ruolo rilevante nell’economia della corsa determinando il numero di soste che ci saranno domenica. L’ingresso della pit lane è molto particolare, perché permette di saltare le ultime curve limitando molto la perdita di tempo in corsia, e le due zone DRS favoriscono i sorpassi: anche per questo è verosimile attendersi differenti scenari strategici in corsa. A questo bisogna aggiungere l’estate britannica, che spesso propone condizioni meteo capricciose e mutevoli, al punto che non è inconsueto assistere a un alternarsi di sole, pioggia e altri fenomeni atmosferici nel giro dello stesso pomeriggio… Considerato questo quadro complesso, squadre e strateghi devono sempre essere pronti a reagire a quello che gli dei della pioggia possono decidere di scaricare su di noi”. 

Sei un giovane ingegnere inglese che lavora per un iconico team italiano. Come vivi questa situazione in generale e il weekend della tua gara di casa in particolare?

Sono orgoglioso di lavorare per la Scuderia Ferrari, una vera icona del motorsport ma anche una squadra nella quale persone di varie nazionalità lavorano insieme per portare in alto il nome del Cavallino Rampante. Come giovane ingegnere britannico, tornare a Silverstone è sempre speciale visto che è in questo luogo che ho visto dal vivo per la prima volta una vettura di Formula 1, ormai parecchi anni fa. C’è una lunga storia di britannici che hanno lavorato in Ferrari, a cominciare proprio dal primo campione del mondo della Gran Bretagna, Mike Hawthorn, che nel 1958 vinse il titolo proprio con la Scuderia. Per me è un grande onore aggiungere il mio nome a questa lista di piloti e di ingegneri e posso dirvi che sarei molto molto felice di sentire l’inno italiano suonare da sotto al podio, domenica pomeriggio!”. 

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