F1 | Un crollo senza risposte: la Ferrari adesso preoccupa
Sguardi bassi e perplessi tra gli uomini di Maranello
“Non sappiamo perché, ma mangiavamo le gomme” lo sguardo affranto di Charles Leclerc dice tutto della nefasta domenica della Ferrari, evaporata e crollata tra le cadenzate curve del Paul Ricard.
“Dobbiamo capire, dobbiamo analizzare, dobbiamo studiare i dati”. Lo ripetono come un mantra svuotato di significato pratico sia Carlos Sainz che Mattia Binotto, perché la debacle nel GP di Francia non trova risposte, non ha ragion d’essere, è tanto inaspettata quanto fragorosa.
Quello della Rossa è un incedere al contrario, trafitta come fosse burro da tutti, incapace di resistere all’attacco di monoposto “che in qualifica sono mezzo secondo dietro, questo è inspiegabile” parola di Sainz, il quale scoperchia il vaso di Pandora, entrando a gamba tesa. Lui dopotutto ha un termine di paragone perché l’anno scorso guidava per la McLaren, e allora ecco che preoccupa quel grido di allarme: “Sin dal Bahrain mi sono reso conto che abbiamo qualche problema sul passo gara, ma non sappiamo esattamente di cosa si tratta”.
Perché in fondo si tratta di capire, ma Maranello non sembra capirci ancora granché. Altrimenti avrebbe dato risposte. Avrebbe spiegato perché la SF21 al Ricard ha sofferto così tanto di sottosterzo, con l’anteriore, perché “scivolava” così tanto, strappando e mangiando le gomme anteriori.
Assetto? Asfalto? Circuito esigente all’anteriore? Temperature? Un insieme di questi fattori? Fatto sta che anche la non risposta è una risposta, ovvero che anche una monoposto che ha dimostrato validi punti di forza – bilanciamento, trazione, buon carico aerodinamico – ha un malessere oscuro e radicato, retaggio dei problemi del 2020, e che il team su certi aspetti brancola ancora nel buio.
Gli sguardi bassi e perplessi, contriti e interrogativi, preoccupano ancor più del risultato in se. Perché una gara storta ci può stare, dopotutto anche a Portimao la Ferrari non brillò, per poi ripresentarsi in grande spolvero a Barcellona, ma i problemi di ritmo e di difficoltà a gestire le gomme, ormai quasi un trend, se non risolti rischiano di gettare ombre anche sul 2022, l’anno dell’auspicato rilancio della Rossa.
Una Ferrari che dopo due pole tra Monaco e Baku esce profondamente ridimensionata dal GP di Francia, con la McLaren che ha dimostrato più solidità e costanza sul long run e con tutti gli sforzi in GeS riversati sul 2022. Vivremo un 2021 di alti e bassi, questo è chiaro; la SF21 andrà più o meno bene in base alle piste e alle condizioni esterne. E’ una buona macchina, tutt’è non trovare criticità con gli pneumatici. Dove servirà fare la differenza con le gomme, perché il degrado è alto, ci sarà da soffrire. Concetto espresso in modo limpido anche da Binotto nel post gara del Paul Ricard.
Dopotutto questo è un anno di transizione, e l’obiettivo massimo è il terzo posto nel Costruttori. La Ferrari è in lotta, attualmente quarta e in linea con l’obiettivo. Purché però poi non si arrivi al 2022 nella stessa situazione, con la necessità di analizzare i dati e capire. Cosa poi? Mistero.
Antonino Rendina
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