F1 | Bernd Maylander e la Safety Car più veloce di sempre

F1 | Bernd Maylander e la Safety Car più veloce di sempre

Prestazioni quasi da Formula 1. È così che si potrebbe descrivere la Mercedes AMG GT R, la Safety Car che ha di fatto aperto la stagione 2018 del Circus lo scorso weekend in Australia. Un’auto che, grazie al motore V8 biturbo di 4 litri da 585 CV di potenza e 700 Nm di coppia motrice, è la Safety Car più veloce di sempre nella storia della Formula 1.

Che tradotto in numeri significa oltre 300 km/h di velocità. Prestazioni che servono a tenere a bada i bolidi della Formula 1, compito che la coupé targata Mercedes svolge ormai da oltre vent’anni, in una partnership che la Casa tedesca porta avanti dal 1996. Bernd Maylander è il pilota che ha l’onere e l’onore di sedere al posto di guida, coadiuvato dal copilota, Richard Darker. Sedile sul quale si accomoda dal 2001, rallentando il ritmo di piloti del calibro di Michael Schumacher e Mika Hakkinen, giusto per citare due che hanno fatto a ruotate per il titolo Mondiale. 

Una responsabilità non da poco, quella di mettersi in testa al lungo trenino di monoposto nelle situazioni di pericolo. Responsabilità che Maylander racconta in un’intervista rilasciata al sito ufficiale della Formula 1, nella quale descrive il dettagliato lavoro che c’è dietro ad ogni weekend di gara. Partendo dal giovedì, con lo studio del circuito, delle sue caratteristiche e dei suoi punti pericolosi, fino all’emozione di guidare il giro di formazione che porta all’atteso spettacolo del Gran Premio.

In mezzo, tanti GPS test del circuito e fitte riunioni con il race director Charlie Whiting: “Charlie decide quando la Safety Car entra in pista e quando deve uscire. Il compito è quello di limitare la velocità delle monoposto nelle situazioni di pericolo”. In un inevitabile contatto diretto proprio con Whiting e gli stessi piloti: “La Safety Car è collegata al controllo di gara tramite due monitor e due telecamere sul tetto. I piloti vengono avvisati dai commissari e dai pannelli luminosi che mostrano le bandiere gialle insieme alle lettere SC. Il pilota viene informato anche via radio dal team e una spia di allarme all’interno dell’abitacolo lampeggia finché la fase della Safety Car non è terminata”.

Safety Car che, ricordiamolo, dal 2015 è affiancata dalla Virtual Safety Car, che entra in funzione nelle situazioni di incidenti non particolarmente pericolosi. Quella VSC che proprio a Melbourne è risultata decisiva nella strategia che ha portato alla vittoria di Vettel su Hamilton, con il tedesco lesto a rientrare per il pit stop e ad approfittare del ritmo lento in pista. Strategia che, a parti inverse, aveva sorriso al britannico nel GP di Spagna dello scorso anno.

Giuliano Martino 

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