Al bando gli sponsor alcolici? Un altro macigno per la Formula 1

Todt e la FIA sotto attacco per le sponsorizzazioni di alcolici

Al bando gli sponsor alcolici? Un altro macigno per la Formula 1

Eravamo abituati ai grandi marchi del tabacco, che poi sono stati aboliti. Ora la Formula 1 torna a tremare visto che sotto la lente d’ingrandimento sono finite le sponsorizzazioni delle industrie di bevande alcoliche.

La European Alcohol Policy Alliance avrebbe scritto una lettera a Jean Todt per combattere il fenomeno dilagante che vede molto da vicina la classe regina del Motorsport. Martini, Smirnoff e Johnnie Walker sono le marche di bevande alcoliche più importanti della Formula 1 contemporanea, soprattutto sul piano monetario. Se la Johnnie Walker versa alla McLaren 15 milioni all’anno, Martini sostiene la Williams con 10 milioni di dollari stagionali mentre la Smirnoff (vodka), ha perfino obbligato la Force India a cambiare la sua livrea per ospitare il logo dell’azienda. Secondo il Daily Telegrap, la Eurocare potrebbe affossare il business dell Formula 1 visto che in collaborazione con l’Unione Europea starebbe pensando di velocizzare l’iter di attuazione del divieto delle pubblicità delle bevande alcoliche nello sport.

La European Alcohol Policy Alliance, attraverso il segretario generale, Mariann Skar, vorrebbe convincere la Federazione a mettere al bando le aziende produttrici di bevande alcoliche in Formula 1. “Se consideriamo l’effetto distruttivo causato dalla diffusione dell’alcool associato alla guida, riteniamo sempre più inadeguata l’esposizione di marchi alcolici sulle macchine di Formula 1, essendo una disciplina seguita da 500 milioni di persone – si legge sulla nota riporta dal Daily Telegraph – Permettere le sponsorizzazioni di alcolici sulle monoposto va in netta contraddizione con la direttiva UE che afferma che il marketing per il consumo di alcolici non dovrebbe essere legato alla guida. Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione e per questo motivo richiediamo un cambiamento urgente”. Ora si attende una risposta dalla Federazione Internazionale.

Eleonora Ottonello

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