Ventisette vero o falso? Hulkenberg si gioca tutto con la scommessa Renault…
Campione in pectore o solo buon pilota? Hulkenberg con la Renault ci dirà chi è...
Nico Hulkenberg ha sicuramente gli attributi, su questo non ci piove. Non è facile infatti lasciare la strada vecchia per quella nuova, non è facile passare da una squadra che conosci a menadito, mediamente competitiva, ad un team ufficiale in piena rifondazione, in palese ritardo tecnico e con ancora poche garanzie tecniche.
La firma di Hulk con la Renault ha attirato non poco l’attenzione degli appassionati, confermando che il tedesco prossimo agli enta gode ancora di una stima e di una considerazione quasi “immotivate” considerando una carriera che nei numeri non è proprio esaltante.
Hulkenberg nelle sue sei stagioni da titolare è riuscito ad impressionare la platea con singoli “numeri” di alta scuola con monoposto non certo vincenti (Williams, Sauber e Force India) e per la capacità di essere un pilota versatile, talentuoso e veloce in ogni condizione. Ad accrescere la sua reputazione la bella vittoria con la Porsche alla 24h di Le Mans del 2015, tra l’altro a cavallo di due GP iridati. Ma a pesare nel bilancio generale è anche l’assenza di podi in più di cento GP disputati e l’aver di fatto perso il confronto con Sergio Perez negli ultimi due anni in Force India. Con l’aggravante che Checo – tre anni più giovane di Hulk – dal 2014 ad oggi è riuscito a salire ben quattro volte sul podio con la squadra anglo-inglese, mentre il tedesco è rimasto a guardare.
A trent’anni e dopo aver perso la Ferrari con un sms nel 2014, Hulkenberg dovrà dirci se è un talento inespresso, incompreso, pronto ad esplodere (seppur tardivamente) oppure un onesto pilota che non mette e non toglie. L’ardire di prendere sulle spalle il peso del ventisette, che in F1 vale un po’ come il numero dieci nel calcio, merita di essere ripagato in modo migliore. Con i tre top team ormai saturi, satolli di piloti che bussano alla porta, tra rinnovi, vecchi campioni che sembrano ringiovaniti, promozioni e retrocessioni in famiglia, Hulkenberg ha probabilmente preso al volo l’ultimo treno che può cambiargli la carriera.
La Renault attuale è una scuderia scarsa, inutile usare eufemismi, ma è la stessa Renault – sede, telaista e motorista – che ha saputo vincere mondiali piloti e costruttori con Fernando Alonso e Fisichella nel 2005 e 2006. E’ anche la squadra che ha vinto due GP con Alonso nel 2008 e quella che ha brillantemente riportato Kimi Raikkonen in F1 nel 2012. Insomma ogni tanto ad Enstone le macchine sanno progettarle, e anche molto bene.
Ed è questo che avrà dovuto pensare Nico: o la va o la spacca. E’ finita l’era dei facili complimenti per un sesto posto, il ragazzo ha già dato abbastanza. E’ ora di tirare fuori quel potenziale soltanto intravisto, accettando di buon grado l’investitura del costruttore francese, che vuole farne il pilota di punta della rinascita. Non male per un trentenne con zero podi in carriera. Ora però tocca ad Hulk – che ha scommesso tutte le fiches sul ventisette giallo – fare il salto definitivo da semplice “manico” a leader carismatico, tirando fuori quel carattere e quella cattiveria che servono per essere vincenti.
Antonino Rendina
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