Svelata la verità dietro il reclamo della Mercedes riguardo Verstappen a Suzuka

Alla base della protesta ci sarebbe il "capriccio" di un commissario

Svelata la verità dietro il reclamo della Mercedes riguardo Verstappen a Suzuka

Il giornale tedesco “Autobild” ha svelato alcuni retroscena riguardo la protesta fatta dalla Mercedes sulla mossa difensiva di Verstappen a Suzuka.

Ricordiamo infatti che la casa di Stoccarda aveva appunto presentato un reclamo formale contro la condotta di Verstappen, ma dopo qualche ora aveva deciso di rinunciare a quest’ultimo.

La protesta era contro la mossa fatta dal pilota olandese per difendersi da Hamilton, l’alfiere della Red Bull infatti si è esibito in una delle sue mosse ormai “classiche” vale a dire il cambiamento di traiettoria in fase di frenata.

Tuttavia al termine del Gran Premio uno dei diretti interessati, vale a dire Lewis Hamilton, aveva provato a spegnere le polemiche twittando:

“La gente parla di una protesta della Mercedes ma si sbaglia. Qualche idiota ha messo in giro questa storia ed il resto del mondo la sta copiando. Max ha guidato davvero bene, fine della storia.”

Persino Toto Wolff nelle prime interviste del dopo gara aveva archiviato la questione. A questo punto però entrano in gioco nella vicenda dei protagonisti inattesi (ma non troppo) vale a dire i commissari di gara (famosi per la loro “coerenza” nel corso dei Campionato Mondiale di F1 ndr) che per l’occasione erano il venezuelano Enzo Spano, l’italiano Emanuele Pirro, il giapponese Takashi Mitarashi e l’australiano Garry Connelly.

Secondo Autobild infatti quest’ultimi si sarebbero riuniti al termine della gara per decidere cosa fare di Verstappen, decidendo di non prendere dei provvedimenti nei confronti del pilota olandese, tuttavia Connelly non era d’accordo con la decisione dei colleghi.

Il commissario australiano quindi avrebbe deciso in piena autonomia di recarsi nel Motorhome della Mercedes per provare a convincere i vertici del team tedesco a presentare un reclamo formale, trovando dei riscontri positivi in Paddy Lowe e Ron Meadows, mentre i “pezzi grossi” Toto Wolff e Niki Lauda erano già sulla via del ritorno in aereo.

Venuto a conoscenza della protesta, Hamilton avrebbe chiamato Wolff per opporsi a quest’ultima. L’austriaco sarebbe stato d’accordo con Hamilton ed a quel punto ha chiamato la FIA per bloccare la protesta, di conseguenza tutto si è risolto in un nulla di fatto. Questo spiegherebbe quindi il tweet di Hamilton, l’inglese con ogni probabilità non era a conoscenza di quanto avvenuto fra il commissario, Lowe e Meadows.

Difficilmente la vicenda verrà confermata dai diretti interessati ma senza dubbio si tratta di un accaduto molto curioso, che ha creato scompiglio sia nella FIA che in Mercedes, con Connelly che probabilmente dovrà rispondere del suo comportamento, inoltre è probabile che anche a Stoccarda ci sarà un chiarimento sui ruoli dei vari dirigenti del team tedesco.

Stefano Rifici (@SedyBenoitPeace)

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