Red Bull, la nuova arma si chiama DRD

Ancora un'evoluzione nella zona dell'ala posteriore

Red Bull, la nuova arma si chiama DRD

Durante i test di Abu Dhabi per giovani piloti, la Red Bull ha testato numerose nuove componenti. Antonio Felix da Costa ha portato in pista il DRD (Drag Reduction Device), un nuovo sistema che dovrebbe garantire migliori velocità di punta in rettilineo.

Non si tratta di un’idea nuova. La Lotus già a luglio, nelle prove libere del GP Germania, aveva portato al debutto il sistema ma non è mai riuscita a portarlo in gara. Anche la Mercedes ha provato qualcosa di simile durante i test per giovani piloti a Magny-Cours e ha affinato regolarmente il suo sistema nelle prove libere. Anche la Sauber ha testato un sistema simile nella seconda giornata di test ad Abu Dhabi.

Mentre gli altri team hanno dimostrato di avere idee innovative ma faticare a metterle in pratica e sfruttarle in gara, la Red Bull ha finora utilizzato con successo gran parte delle innovazioni provate e non è escluso un utilizzo del DRD già ad Austin, questo weekend per il GP USA.

Le immagini di Abu Dhabi non chiariscono il funzionamento del dispositivo Red Bull ma è probabile si tratti di una soluzione che potrà essere utilizzata anche nel 2013. Il nuovo regolamento per la prossima stagione, infatti, vieterà soluzioni come DDRS se azionate in modo attivo. Il DRD Red Bull, invece, sarebbe passivo e quindi lecito anche in vista della prossima stagione.

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