Pagelle del GP d'Ungheria

Pagelle del GP d'Ungheria

La McLaren di Hamilton torna alla vittoria nel Gran Premio d'Ungheria, in un weekend condizionato dal terribile incidente di Felipe Massa nelle qualifiche. Prova d'orgoglio per la Ferrari, che sale sul podio con Raikkonen e dedica il risultato al brasiliano. Terzo Webber che si rilancia nel mondiale, giornata storta per Button (solo settimo), gara da dimenticare per Vettel e Alonso. Buona lettura!

Lewis Hamilton: 9,5 – Torna alla vittoria dopo tanti mesi, e lo fa da Campione del Mondo con una prestazione maiuscola. Al via parte bene ma non benissimo, considerando che ha comunque a disposizione il Kers, e si fa fregare da Webber all'uscita della prima curva dopo averlo passato in staccata. Mette comunque una pressione infernale addosso all'australiano e riesce a passarlo in pista con una manovra grintosa e spettacolare. Beneficia dell'assurdo inconveniente di Alonso (che comunque difficilmente sarebbe potuto restargli davanti vista la strategia a tre soste) e continua a spingere per tutta la gara, aumentando costantemente il distacco sugli inseguitori. Una prova di classe ma soprattutto d'orgoglio, quasi a ricordare che se la McLaren migliora lui c'e' e le motivazioni sono intatte. In tante occasioni quest'anno ha sbagliato mostrando una tendenza a strafare emersa a tratti nelle passate stagioni, ma a Budapest e' stato quasi perfetto. E tra un mese si va a Valencia, pista non troppo diversa come conformazione rispetto all'Hungaroring. Bentornato.

Heikki Kovalainen: 6,5 – Sulla pista dove aveva ottenuto l'anno scorso la prima vittoria in carriera rimedia 34 secondi dal compagno di squadra sul traguardo e mezzo secondo (un'enormita' al 'Ring) sul giro in gara. Onestamente un po' pochino, specie dopo essere apparso molto a suo agio durante le libere del venerdi'. Porta comunque a casa fieno in cascina (leggi: punti) prezioso per la classifica costruttori, dove la McLaren scavalca la Williams al quinto posto. La sua gara e' regolare, nella prima parte si limita a fare da tappo a Vettel (in difficolta' con una sospensione ballerina) e alla fine, riesce comunque a chiudere al quinto posto, reistendo al ritorno di un tonico Glock e tenendosi dietro, tra gli altri, un certo Jenson Button. Non da strapparsi i capelli, certo, ma un onesto lavoro da scudiero. Bastera' per conservare il sedile in McLaren? Chi lo sa. Passista.

Felipe Massa: sv – Dalle colonne di www.f1grandprix.it non puo' che arrivare un grande in bocca al lupo al pilota brasiliano, con l'augurio di rivederlo il prima possibile in forma e al volante di una Formula 1. Grinta e cuore non gli hanno mai fatto difetto, ora ne avra' bisogno piu' che mai per affrontare il recupero. Forza!!!

Kimi Räikkönen: 9 – Anche per il finlandese e' piu' che mai lecito parlare di prova d'orgoglio. Su una pista che somiglia ad un budello lento e tortuoso Kimi ritrova lo smalto e la concentrazione dei giorni migliori. Il suo capolavoro e' la partenza, aggressiva e decisa ma soprattutto efficace, tanto da proiettarlo addirittura in quarta posizione. La girandola dei pit stop lo issa al secondo posto e lui e' bravo a mantenere il piazzamento difendendolo dagli attacchi di Glock e poi contenendo il ritorno di Webber. In particolare ci e' piaciuta la freddezza con cui ha resistito alla pressione del tedesco della Toyota, che avrebbe potuto anche far passare in quanto su una strategia di tre soste e quindi piu' leggero ma destinato a rifermarsi. Il ferrarista invece lo ha tenuto dietro (grazie anche al Kers) girando addirittura piu' veloce del vincitore della gara. Nonostante una qualifica un po' anonima la grinta c'e' ancora (riguardatevi la partenza…), e se tornera' anche la costanza potremmo divertirci. Tosto.

Robert Kubica: 5 – Sempre piu' giu'. Sprofonda in qualifica e non migliora nemmeno in gara, nonostante una buona partenza. Soffre un degrado eccessivo delle gomme che lo penalizzano ala fine di ogni stint, ma la realta' e' che la BMW di oggi e' una vettura da fondo schieramento e lui si adegua, facendo buon viso a cattivo gioco, a questa situazione. Niente di male, certo, ma da un pilota del suo valore (e del suo carisma) ci aspetteremmo un po' di cattiveria in piu', un po' di grinta supplementare e qualche timido segnale d'orgoglio. Invece nulla, si piazza dietro al compagno di squadra sia in prova che in corsa, non regalando sprazzi di nessun genere. Il 2009 e' andato, da tempo, e in queste condizioni e' dura mantenere alte le motivazioni. Ma, di conseguenza, la sufficienza e' un miraggio. Rassegnato.

Nick Heidfeld: 5,5 – Un undicesimo posto non cambiera' la sua carriera, né in positivo né in negativo. E non risollevera' nemmeno le sorti di una stagione fallimentare oltre misura per la BMW. E le colpe, in questi casi, ricadono seppur parzialmente anche sui piloti, evidentemente in difficolta' nel suggerire soluzioni agli ingegneri. Rispetto al ompagno di squadra, pero', in questa fase della stagione Nick sembra metterci un po' piu' di cuore. Saranno i tanti anni di gavetta con team di seconda fascia a lottare per piazzamenti modesti, sara' la saggezza dovuta all'eta'… fatto sta che il tedesco sembra impegnarsi di piu' e risulta mediamente piu' veloce del compagno di squadra anche in questo weekend. E senza problemi di traffico forse poteva arrivare anche piu' avanti. Tutto questo, beninteso, non gli salva l'insufficienza. Pero' la mitiga. Volitivo.

Fernando Alonso: 9,5 – Chiariamo subito una cosa: Fernando NON avrebbe vinto la gara, vista la strategia sulle tre soste. Chiariamone pero' un'altra: senza lo scellerato pit stop poteva tranquillamente arrivare sul podio, e con la Renault di oggi (seppur migliorata) non e' che sia un'impresa cosi' da poco. E, chiarimento per chiarimento, fino al ritiro lo spagnolo era stato praticamente perfetto. Da qui il voto molto alto, al pari (non a caso) di quello del vincitore. Nonostante il gesto rassegnato mostrato alla telecamera mentre rientra a piedi ai box, non vorremmo essere nei panni del meccanico autore dell'errore ai box nel momento in cui si e' trovato faccia a faccia con lo spagnolo e con Briatore. Per nessuna ragione al mondo. Ad ogni modo puo' guardare al futuro con ottimismo: se la Renault evitera' la squalifica potra' far bella figura in casa, vista la conformazione della pista di Valencia. Sempre che quella gara non la disputi con una tuta rossa. Ma questa e' un'altra storia. Breve (ma intenso).

Nelson Piquet jr: 5 – E' dura correre pensando che potrebbe essere la tua ultima gara in F1. E' difficile gareggiare con questa pressione addosso. Se pero' non fai nulla, e sottolineo nulla, per tirarti fuori da questa situazione… beh, come dice il proverbio “chi e' causa del suo mal pianga se stesso”. Il suo compagno si issa in pole position, lui invece si qualifica quindicesimo e conclude dodicesimo. Accusa il troppo traffico incontrato in gara, nemmeno fossimo sull'A14 la settimana di ferragosto. Un po' debole come scusante, soprattutto in rapporto al pur scomodo compagno di squadra. Non e' cosi' che si garantira' la riconferma, anzi. Ma magari gli piace correre cosi', sotto pressione. Questo spiegherebbe molte cose. Chissa', il mondo e' strano. Masochista.

Jarno Trulli: 6,5 – La sua Toyota stranamente appare piu' in palla in gara che in prova, e questo lo porta a dover affrontare una gara in rimonta. Compatibilmente, sia chiaro, con il layout della pista tedesca, che si presta ai sorpassi tanto quanto una canna da pesca ad allacciarsi le scarpe. Ad ogni modo punta tutto su una strategia che ritarda al massimo i pit stop e, in questo modo, riesce a scalare posizioni sino ad artigliare un punticino. Resiste nel finale di gara agli attacchi di Nakajima e Barrichello, peraltro neanche troppo convinti. Niente per cui spellarsi le mani, insomma, ma porta comunque a casa la pagnotta, insomma. E, partendo oltre la top ten, non ci pare poco. Anche se subisce il compagno di squadra. Cauto.

Timo Glock: 7,5 – Chiude al sesto posto una gara grintosa e gagliarda. E dire che pure lui in qualifica le aveva prese, mancando (di parecchio) l'ingresso alla Q3. Parte stracarico di carburante e ritarda entrambe le soste, arrivando (pur se piu' leggero) a mettere pressione alla Ferrari di Raikkonen. Con un po' di cattiveria in piu' forse avrebbe potuto passarlo, guadagnando il tempo necessario a piazzarsi davanti a Kovalainen e scalare un'altra posizione, ma va gia' piu' che bene cosi'. Tre punti fanno sempre morale, specie se catturati in rimonta su una pista che mortifica ogni possibilita' di sorpasso. In gara la Toyota aveva un ottimo passo, ma se il suo giro veloce e' di 7 decimi piu' rapido rispetto a quello del compagno di squadra, significa che c'e' molto di suo nel piazzamento finale. Tosto.

Jaime Alguersuari: 6 – Sufficienza di stima per il giovane spagnolo, che al debutto in F1 in una delle gare piu' insidiose del calendario riesce a tagliare il traguardo senza commettere errori e senza ostacolare nessuno dei top driver. Oltretutto mettendosi dietro il compagno di squadra, anch'egli alla prima apparizione all'Hungaroring ma con molti km in piu' nella massima categoria. Certo il passo in gara e' tutt'altro che esaltante, ma vista la limitatissima esperienza ci sembra illogico potersi aspettare di piu'. Il bello arriva ora, perché spesso si dice, a ragione, che in F1 e' piu' difficile restarci che arrivarci. Lui comunque e' giovane, simpatico, intelligente, la Toro Rosso e' un'ottima scuola. Benvenuto.

Sebastien Buemi: 5 – Lo svizzero, alla prima stagione in F1 eppure gia' con i galloni di veterano in seno alla scuderia, incappa in una giornata stortissima. Sbagli ala partenza, sbaglia in gara e chiude all'ultimissimo posto, dietro anche al compagno di team. Peccato, perché il potenziale stavolta c'era, e lo testimonia il settimo giro piu' veloce in gara. Certe occasioni vanno colte. E' pur vero che il pacchetto aerodinamico sembra funzionare, e che quindi il futuro appare meno problematico. Pero' non e' correndo cosi' che si possono ottenere risultati. To finish first, first you have to finish. Per vincere, dice un proverbio inglese, prima devi arrivare. Senza commettere errori, aggiungiamo noi. Rimandato.

Mark Webber: 7 – Fino a prova contraria disponeva della vettura piu' veloce in pista, come evidenziato dal giro piu' veloce in gara, oltre mezzo secondo piu' rapido rispetto a tutti gli altri. Invece chiude al terzo posto, dietro Hamilton e Raikkonen al termine di una gara strana. Mai come in questo caso i numeri non dicono tutto. Si difende abilmente in partenza riuscendo, di riffa e di raffa, a tener dietro Hamilton. Dopo pochi giri, pero', subisce un sorpasso da quest'ultimo e inizia a perdere terreno, finendo pure dietro a Raikkonen dopo la prima sosta. Qui, pero', c'entra anche una sbavatura della sua crew ai box. Nel secondo stint soffre con le gomme dure mentre a fine gara, invece, e' un missile e recupera su chi lo precede, senza pero' guadagnare posizioni. Strategia opinabile, dunque, ma sei punti che fanno morale e che lo proiettano in seconda posizione nel mondiale. Logico farci un pensierino, no? Serve pero' piu' costanza. Altalenante.

Sebastian Vettel: 5,5 – Il ritiro e' forse una punizione eccessiva, ma la sua gara era gia' profondamente compromessa a seguito di una partenza tutt'altro che fenomenale. Certo non avere il kers e' un bello svantaggio, ma lui piu' che avviarsi lentamente si pianta proprio, facendosi sfilare da tante, tante vetture. Il contatto con Raikkonen e' un normale incidente di gara e ci puo' stare, il danno era gia' stato fatto. Perde un'infinita' di tempo dietro a Kovalainen, poi la sospensione dice basta e lo costringe al ritiro. Peccato perché poteva essere l'occasione di recuperare diversi punti a Button, e invece viene addirittura sopravanzato in classifica da Webber. I numeri ci sono tutti, lo ripetiamo, a mancare e' un po' di lucidita' e di serenita'. Forse e' stato caricato di troppa pressione, e' pur sempre alla sua seconda stagione completa in F1, che diamine! Distratto.

Nico Rosberg: 8 – Ancora una volta porta a casa punti pesantissimi chiudendo al quarto posto al termine di una gara eccellente. Soffre in partenza, ma riesce comunque a limitare i danni uscendo dalla prima curva nella stessa posizione nella quale era partito. Accusa graining con i primi due set di gomme ma e' comunque in grado di tenere un ritmo eccellente che gli permette di restare il quarta posizione fino alla bandiera a scacchi, con tanto di terzo giro piuu' veloce in gara. La Williams continua a crescere, soprattutto nelle sue mani, e lui guida bene. Spettacolare lo scambio di battute con il sempre eccellente Giovannelli alla fine delle qualifiche, con il sistema di cronometraggio completamente saltato. Rosberg: «Sai quali sono i tempi?» Giovannelli. «No, e' saltato tutto». Rosperg: «Beh, allora per me sono primo io». Un genio. Memorabile.

Kazuki Nakajima: 5 – Ancora una volta non riesce a tenere il passo del compagno di team, chiudendo appena a ridosso della zona punti. E dire che non era nemmeno partito male, anzi. Lui accusa il traffico, in particolare Button che, con la vettura piu' pesante, l'avrebbe rallentato. Ma allora perché si e' fatto infilare – in pista, non ai box – proprio dall'inglese? Misteri della F1 moderna. E' appoggiato dalla Toyota e il suo sedile dovrebbe essere al sicuro, pero' sarebbe ora di tornare a portare a casa qualche punto. Non corre male, sia chiaro, ma manca sempre qualcosa per portare a casa il risultato pieno. Il voto e' forse un po' eccessivamente penalizzante, ma vuole essere uno sprone. Distratto.

Adrian Sutil: sv – Pronti-via e subito la sua Force India si ferma per un guasto tecnico. Impossibile assegnargli un voto. Jellato.

Giancarlo Fisichella: 5,5 – Tiene dietro le due Toro Rosso, e non sarebbe male. Se poi pero' consideriamo che una delle due e' guidata da un esordiente mentre l'altra e' finita anche fuori pista, il risultato appare un po' ridimensionato. E se aggiungiamo anche il fatto che e' stato doppiato… beh, alla sufficienza non possiamo proprio arrivarci. Piu' che altro fa sorridere sentirlo dichiarare a fine gara «Nel secondo e terzo stint il bilanciamento della vettura era buono ed ero piu' veloce di Barrichello e Kubica quindi ho spinto a fondo. Sfortunatamente qui non c'e' modo di superare e ci siamo accontentati del 14mo posto». Piccolo particolare: lui chiude doppiato, gli altri nemmeno per sogno. Come direbbe Niki Lauda: apre il libro delle scuse a pagina 14 e legge…. Birichino.

Jenson Button: 6 – Lo ripetiamo ancora una volta, a costo di essere ripetitivi: troppo facile dominare le gare quando la macchina e' la migliore sulla piazza. La Brawn Gp perde smalto e lui si adegua, chiudendo al settimo posto una gara il cui unico acuto e' il sorpasso su Nakajima. Un po' pochino per uno che dovrebbe vincere il mondiale, ma a questo punto e' lecito porsi qualche dubbio. I miracoli non si fanno, sia chiaro, e non gli vengono nemmeno richiesti. Il problema e' che ci sembra di veder riaffiorare quella tendenza a sedersi che ha caratterizzato tante sue gare disputate in stagioni difficili, come ad esempio quella passata. Speriamo di sbagliarci. Non guida male, sia chiaro, non commette errori e porta comunque a casa qualche punto. Il fatto e' che si puo' incidere anche arrivando settimi, e lui non lo fa. Plafonato.

Rubens Barrichello: 5,5 – Dopo le qualifiche avrebbe tutte le ragioni del mondo per avere la testa completamente da un'altra parte. Parte indietro (non per colpa sua) e parte male, toccandosi con un'altra vettura e precipitando in fondo al gruppo. Da li' diventa difficile recuperare, e infatti il brasiliano non riesce ad andare al di la' di un modesto decimo posto, in scia a Nakajima. Tuttavia ci riesce difficile infierire conoscendo le condizioni emotive nelle quali il veterano paulista, incolpevolmente responsabile dell'incidente di Massa, ha affrontato la gara. Non possiamo dargli la sufficienza, ma ci arriviamo vicini, con tanto di simbolica pacca sulla spalla. Intanto il suo mondiale, pero', si fa sempre piu' in salita. Sconsolato.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in News F1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati