Pagelle del GP di Spagna

Pagelle del GP di Spagna

Monologo Ferrari nel GP di Spagna, con Raikkonen che ottiene la seconda vittoria stagionale realizzando un hat trick (pole, vittoria e giro piu' veloce) che sintetizza in maniera chiara il dominio del finlandese per tutto il weekend. Torna sul podio Hamilton dopo i tanti errori del Bahrain, in una gara segnata da incidenti, rotture e ben due neutralizzazioni. Ma ecco le pagelle del GP.

Kimi Raikkonen: 9 – Gara e weekend perfetti per il 28enne di Espoo. Complice la netta superiorita' della sua Ferrari, ottiene la pole (con piu' benzina del compagno di squadra) e comanda la gara dall'inizio alla fine, salvo le fasi di pit stop. Reagisce con freddezza alle neutralizzazioni conscio della velocita' della sua Rossa, e guida in scioltezza dando l'impressione di controllare la situazione senza dover spingere al 100%. Intelligente al via, quando riesce a conservare la prima posizione nonostante un spunto non eccelso; invece di bloccare a destra (Alonso) o a manca (Massa) si piazza in mezzo e mantiene la sua linea, ottenendo il massimo risultato con il minimo sforzo, in vero Trapattoni-style. Chirurgico.

Felipe Massa: 8 – Prestazione piu' che positiva. Corre senza errori (per Felipe, non ce ne voglia, non e' sempre scontato…) e conquista un secondo posto che, visto lo stato di forma della vettura e del compagno di squadra, era l'obiettivo piu' realistico. Opaco in qualifica, quando non va piu' in la' della seconda fila, si riscatta con una grande partenza nella quale supera Alonso e affianca anche Raikkonen. La sua gara di fatto finisce li', nell'incapacita' di riprendere il proprio compagno di squadra (non rinunciando, pero', a mettergli pressione di tanto in tanto con qualche tempone) e nell'assoluta tranquillita' nel controllo della concorrenza. Del resto a vincere puo' essere soltanto uno, per cui va piu' che bene cosi' in attesa di Istanbul, una delle piste preferite da Felipe. Maturo (!)

Lewis Hamilton: 7,5 – Ottiene il massimo da una gara che gia' dalla vigilia prometteva ben poco e che dopo le qualifiche sembrava compromessa (e qui, pero', e' anche questione di esperienza…). E' bravissimo al via quando fulmina Kubica, operazione che di fatto gli apre le porte del podio. Capisce subito che le Ferrari oggi sono di un'alto pianeta e fa la sua corsa sul polacco della BMW, rifornendo sempre nello stesso giro e marcandolo a uomo in ogni fase di gara. Torna sul podio dopo il disastro del Bahrain e a livello psicologico non puo' che fargli bene. Coraggioso a proseguire la gara dopo quanto accaduto al compagno di squadra, con lo spettro di un guasto meccanico in agguato (gli vale mezzo punto in piu'). Lewis e' tornato (se mai se ne fosse andato…), ma per recitare un ruolo da protagonista avra' bisogno di un'altra Mclaren, perché l'esiguo distacco finale dalla coppia in rosso non rispecchia i veri valori in campo. Solido.

Heikki Kovalainen: 6,5 – Non sapremo mai dove sarebbe potuto arrivare (anche se un quinto posto appare la collocazione piu' probabile), ma sappiamo dove sarebbe potuto andare a finire con un botto del genere. Poco appariscente la dinamica, spaventoso l'angolo di impatto, tremendo lo schianto. Se Heikki potra' raccontare ai nipotini il suo crash lo deve soprattutto alla resistenza delle nuove vetture. Prima dell'incidente si trovava al comando non avendo ancora rifornito, correndo con la testa come quest'anno gli abbiamo piu' volte visto fare. Ora deve smaltire in fretta gli effetti fisici e psicologici dell'incidente, perché sbattere per via di un cedimento meccanico e' il peggior incubo di tutti i piloti. Miracolato.

Nick Heidfeld: 5 – Weekend storto per il barbuto pilota tedesco. Si qualifica nono, in gara rimedia un drive-through (per colpe non sue ma di una regola assurda) e chiude la gara ampiamente fuori dalla zona punti. Certo la dea bendata non lo aiuta, ma dover impiegare molti giri per avere la meglio sulla Force India di Giancarlo Fisichella, sicuramente meno performante della sua BMW non gli fa onore. Forse soffre la presione di Kubica, forse e' stato solo un episodio, fatto sta che vederlo al traguardo fuori dai primi otto fa un'impressione strana. Urge riscatto. Nervoso.

Robert Kubica: 6,5 – Si fa fregare come un pollo al via da Hamilton, e nella Formula 1 di oggi e' un peccato imperdonabile. Il resto della sua gara scivola via nella noia piu' assoluta, fino a un quarto posto finale che lo soddisfa fino a un certo punto. Oggi la sua BMW valeva la Mclaren, o quantomeno poteva riuscire a stargli davanti, specie dopo le qualifiche. Complici anche le gare precedenti, da lui ci si aspettava di piu', anche se il quarto posto e' sempre piu' che dignitoso e gli permette di allungare su Quick Nick in classifica. Moderato.

Jarno Trulli: 6,5 – Raccoglie un punticino che muove la classifica, ma oggi poteva ottenere anche di piu'. Paga infatti un errore della squadra che lo richiama in anticipo ai box facendogli perdere tempo prezioso. Nella prima parte di gara mette in mostra la solita grinta lottando con Webber e guidando in maniera pulita su una pista che premia l'aerodinamica in maniera quasi imbarazzante. Ad ogni modo riesce ad esserci sempre, con generosita' e talento. Tenace

Timo Glock: 5 – Non ci siamo. Il suo compagno di squadra continua a raccoglier punti, lui invece continua a far cocci a destra e a manca. Si tocca in partenza, tampona Coulthard in maniera maldestra, e per due volte e' costretto a sostituire l'ala anteriore. Va bene che ha poca esperienza, ma da uno che al suo esordio in Jordan ando' a punti e' lecito attendersi qualcosa di piu'. Senza contare che Jarno lo sovrasta anche come velocita'. Maldestro.

Mark Webber: 7 – Ancora a punti, stavolta pero' conclude al 5° posto una gara tutta concretezza e sostanza. Massimizza il potenziale della sua Red Bull e si tiene lontano dai guai, girando su tempi costanti e tenendo a bada Trulli nella prima parte di gara senza particolari affanni. Oramai e' una garanzia: se non sbaglia (e ultimamente accade spesso) c'e' sempre, sia in qualifica che in gara. A fine corsa e' particolarmente soddisfatto perché dice che per una volta tutto il weekend e' girato per il verso giusto. Felice.

David Coulthard: 5 – Ancora tu… non si capisce come sia possibile, ma quando c'e' una collisione in pista lui c'e' sempre di mezzo. A 37 anni grazie all'esperienza ha affinato un fiuto per evitare le collisioni invidiabile: sbatte con i colleghi in Australia, in Bahrain (2) e pure qui a Barcellona. Questa volta viene centrato da Glock, in un tentativo di sorpasso a dir poco temerario. Lui dice di aver tenuto una linea difensiva per far capire che non era il caso di passare li', ma evidentemente non e' bastato. Certo e' che non e' in una fase fortunata, ma se ti qualifichi al 17° posto (con il tuo compagno 7° al via) concorri ulteriormente a complicarti le cose. Avere i capelli bianchi e non sentirli…

Nico Rosberg: 6,5 – Combatte per tutto il weekend con una vettura inguidabile, incaponendosi in scelte d'assetto singolari che lo portano ad avere un sottosterzo pauroso. Chiaro che in queste condizioni e' dura tirar fuori il ragno dal buco. Per la gara con molta umilta' fa marcia indietro e ammette l'errore riprendendo le scelte d'assetto del compagno di squadra, con risultati positivi. Azzecca la partenza e risale fino al settimo posto, prima che il motore lo pianti in asso. Umile

Kazuki Nakajima: 7 – Mezzo voto in piu' come incoraggiamento. Conclude settimo una gara solida e priva di errori, ottenendo due punti fondamentali per la squadra e, soprattutto, per il suo morale e la sua autostima. Cresce bene, il team gli da tranquillita' e i risultati iniziano ad arrivare. Si permette addirittura di far copiare il proprio setup ad un Rosberg in confusione. Bravo

Fernando Alonso: 7,5 – Leggendario in qualifica, quando sospinto dalla folla e con una grinta infinita si arrampica fino alla prima fila. Certo, ha poca benzina a bordo, ma l'impresa a nostro avviso e' memorabile. Sconcertante l'errore nel suo giro di ricognizione, quando finisce sull'erba e sporca le gomme compromettendo la partenza. Perde una posizione ai danni di Massa al via ma controlla agevolmente Hamilton. Poi il motore lo pianta in asso mentre si trova ai margini della zona podio. Lotta, sgomita, non si arrende. Matador.

Nelson Piquet jr: 4,5 – No, cosi' non va. Va bene che avere Alonso come compagno e' una situazione difficile per un esordiente con il suo cognome, ma cercare a tutti i costi di stargli vicino correndo ampiamente oltre il proprio limite e' inutile e pericoloso. Infarcisce la sua gara di errori e pone fine a quella di Bourdais con un tentativo di sorpasso poco credibile. Farebbe meglio a calmarsi, ragionare e andare per gradi. Pericoloso.

Jenson Button: 7,5 – Corre all'americana (Andretti family docet…), tenendosi lontano dai guai e lasciando che la gara gli venga incontro. Con la Honda di oggi, seppur rivitalizzata, l'unico modo per fare risultato e' guidare sulle uova, pulito, costante, tenendosi lontano dai guai e sperando in qualche ritiro. Obiettivo centrato in pieno da Jenson, che dimostra maturita' e freddezza nel non cadere nei tranelli di questa corsa con due neutralizzazioni. Ottiene tre punti insperati e fondamentali. Veterano.

Rubens Barrichello: 4,5 – Semplicemente improbabile. Si qualifica davanti a Button, lo tiene dietro per tutta la gara e sembra avviato ad un'onorevolissima zona punti. Poi pero' “decide” di toccarsi con qualcuno (!) nella corsia box (!!!), rovinando nell'ordine ala, sottoscocca, gara e reputazione. Diventera' il pilota con il maggior numero di GP all'attivo in F1, ma vedendolo correre a Barcellona non dimostra gli anni che ha e le gare disputate. E, chiaramente, non e' un complimento. Ripetiamo, improbabile.

Sebastian Vettel: ng – Oramai siamo alla barzelletta. Anche questa volta la sua gara dura tre curve, fino a quando cioe' non si trova davanti la Force India di Sutil intraversata. A quel punto il tedesco non puo' non colpirla, ritirandosi. A fine gara si dice ottimista sul fatto che la fortuna girera'. Stoico.

Sebastien Bourdais: 5,5 – Classica gara alla Bourdais (in F1, sia chiaro…), senza acuti e senza grossi errori. Naviga nella seconda meta' del gruppo conscio che con la Toro Rosso di oggi certi miracoli non si possono fare. Poi incappa in Piquet, che lo attacca in maniera forse ottimistica, e la sua gara finisce li'. Con un po' piu' di buonsenso da ambo le parti la collisione si sarebbe potuta evitare, ma tant'e'. Si dice ansioso dell'arrivo della nuova vettura che, per inciso, lui stesso ha distrutto durante i test. Emblematico.

Giancarlo Fisichella: 6,5 – Oramai sa di tappo, ma nello specifico e' un complimento. Si e' specializzato nel difendere la posizione dagli attacchi di vetture piu' veloci, senza compiere errori o scorrettezze. Heidfeld deve penare non poco per passarlo, pur disponendo di una BMW. Costruisce la solita gara al limite, tutta grinta e sostanza, chiudendo nella top ten. Sempre piu' leader della squadra, sempre piu' ringiovanito. Leone.

Adrian Sutil: ng – Non spariamo sul pianista. Dopo tre curve e' gia' fuori gioco, quando si intraversa e viene centrato dall'incolpevole Vettel. Troppo poco anche per dargli un votaccio, tanto piu' che sembra aver bisogno di incoraggiamento. Forza!

Takuma Sato: 5 – Chiude buon ultimo ed e' contento cosi'. Guida non sapendo se la prossima gara sara' al via, con il suo box che gli ricorda continuamente quanto sia importante per la sopravvivenza del team arrivare al traguardo. Correre cosi' non e' facile, cosi' come e' difficile valutare la sua prestazione. Corretto nei doppiaggi, ottiene il miglior piazzamento stagionale (13°) facendo attenzione a non far danni. E per uno con il suo carattere e la sua indole non e' poco. Sufficienza solidale. Disilluso.

Anthont Davidson: 6 – Se corri con una Super Aguri, disponi della vettura piu' lenta del gruppo, non sai se sarai al via della gara successiva e raccogli un sasso che ti fora il radiatore e ti costringe al ritiro, non puoi non meritarti la sufficienza d'ufficio. Calimero.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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