Pagelle del GP d'Europa

Pagelle del GP d'Europa

Rubens Barrichello torna alla vittoria strappandola di mano a Lewis Hamilton, complice un pasticcio ai box. Giornata favorevole al brasiliano, con le red Bull fuori dai punti e Button solo settimo. Un buon Raikkonen agguanta un discreto terzo posto, ma la Ferrari deve ora guardarsi dal ritorno della McLaren se vuole conservare il terzo posto nel mondiale Costruttori. Buona lettura!

Lewis Hamilton: 10 – Il suo mondiale e' andato da un pezzo. Sia lui che la squadra avrebbero tutte le ragioni del mondo per tirare i remi in barca e metterci una pietra sopra. Invece, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, in McLaren han deciso di lavorare a testa bass aper salvare quantomeno l'onore. E, dopo la vittoria di Budapest, sull'orribile toboga valenciano e' arrivata la conferma. E Lewis, come al solito, recita il ruolo a lui congegnale di mattatore della squadra. Velocissimo in prova, eccezionale soprattutto in gara, tiene un ritmo inimmaginabile fino a meta' corsa scavando progressivamente un solco tra lui e gli avversari. Poi il pasticcio ai box, nel quale lui non ha colpe. Si comporta anzi da signore (quantomeno in pubblico) ammettendo che si vince assieme e si perde assieme, senza incolpare dunque il muretto di una vittoria sfumata. Non possiamo sapere con certezza se avrebbe vinto, ma sappiamo che ha corso al 110% per tutta la gara, anche dopo il patatrac, senza mai mollare. E questo ci basta per regalargli il massimo dei voti. Magistrale.

Heikki Kovalainen: 6,5 – Inferiore al compagno di squadra, anche stavolta a fine gara rimedia 20 secondi. Che non sono proprio pochi. Il tutto dopo aver buttato via una pole praticamente certa. Diciamo che il termine impeccabile mal si adatta alla performance del biondo di Rovaniemi. Che, tuttavia, ha dalla sua anche qualche alibi, a partire dalla sua Freccia d'Argento in configurazione standard, senza il passo corto che su un circuito cittadino come quello spagnolo aiuta non poco in termini di maneggevolezza e precisione. Perde prima il secondo poi il terzo posto nella girandola dei pit stop, dimostrando complessivamente di subire gli avversari piu' sul piano del ritmo e della costanza che su quello della velocita' pura. Ma, tutto sommato, e' parso piu' consistente che in Ungheria. Correre con il tuo capo che dice “Devi migliorare le prestazioni” non dovrebbe essere piacevole. Ma almeno non commette errori e porta a casa punti preziosi per la rincorsa alla Ferrari nel costruttori. Tutto sommato ci puo' stare. Voto forse un po' largo, ma sulla fiducia. Umile.

Luca Badoer: sv – Preferiamo non valutare la sua prestazione. Messo in macchina in fretta e in furia dopo dieci anni dieci di assenza dalle gare, con pochissima esperienza della nuova vettura e delle gomme e oltretutto su una pista mai vista prima se non in cartolina. Sfidiamo chiunque a far meglio. E azzecca pure una gran partenza, prima di essere tamponato (a suo dire) e scivolare mestamente in fondo al gruppo. L'unico vero errore, a nostro parere, lo commette pizzicando la linea bianca in uscita dai box dopo aver fatto passare Grosjean. Non ce la sentiamo di valutarlo. Assegnargli una brutta insufficienza sarebbe oggettivamente ingeneroso. Dargli un sei politico sarebbe ingiusto. Rimandiamo il giudizio a Spa. Anche se ci piace ricordare che nel '99 su un toboga tutto sommato simile (l'Hungaroring) il ben piu' allenato Mika Salo, alla guida della Ferrari di Michael Schumacher e reduce dalla quasi vittoria di Hockenheim, riusci' ad andar piu' piano di quanto Luca non abbia fatto a Valencia. Chissa' se il treno del Cavallino fosse passato allora… Coraggio!

Kimi Räikkönen: 9 – E' ufficiale: correre praticamente da solo gli fa bene. A Valencia come in Ungheria Kimi sfodera una prestazione tosta e brillante, agguantando un podio sul quale in pochi alla vigilia avrebbero scommesso. Merito di una bella partenza (ah, il kers…) e di un ritmo di gara martellante. Sopravanza il connazionale Kovalainen – bloccato dietro Rosberg – nella seconda sosta e da li' non molla il podio fino al traguardo, costante e preciso. Magari non il massimo dal punto di vista dello spettacolo, ma oggettivamente il massimo che era possibile tirar fuori da una vettura onesta o poco piu' come la Ferrari 2009. Si dice molto fiducioso per Spa, pista dove lo scorso anno ando' a muro negli ultimi giri dopo una prestazione maiuscola. Chissa' che l'aria delle Ardenne non completi il suo personale percorso di recupero. Solitario.

Robert Kubica: 7,5 – Evidentemente annunciare il ritiro e' la migliore delle modifiche tecniche che si possa fare nel 2009. La Honda annuncia il ritiro dalle F1 ma domina il mondiale con la BrawnGp. La BMW arranca, comunica il disimpegno e, appena tornati dalle ferie di ferragosto, torna competitiva. Misteri della F1 moderna. Fatto sta che il buon Robert approfitta del rinnovato stato di quasi-forma della vettura bavarese per tornare ad affacciarsi in zona punti. Tenendosi dietro addirittura un pretendente al mondiale come Mark Webber. La sua gara e' tosca e coriacea nonostante una partenza cosi' cosi', nella quale sceglie di mantenere un comportamento prudente che gli fa perdere una posizione a scapito del compagno di squadra. Poi pero' e' bravo a tenere un buon ritmo e fortunato a non trovare traffico. L'ottavo posto e' la logica conseguenza di una gara costante e concreta. Il massimo che si possa ottenere oggi, probabilmente, Ma un punto e' sempre meglio di niente, o no? Formichina.

Nick Heidfeld: 5,5 – “Un undicesimo posto non cambiera' la sua carriera, né in positivo né in negativo. E non risollevera' nemmeno le sorti di una stagione fallimentare oltre misura per la BMW”. Questo scrivevamo tre settimane fa, e questo siamo costretti a ripetere. Con la piccola, ma sostanziale differenza, che stavolta il compagno di squadra di Quick Nick invece di arrivargli dietro chiude addirittura in zona punti. Va bene essere regolaristi, ma ogni tanto andrebbe anche fiutata l'aria che tira. Lui incolpa il traffico, la strategia e un dispersivo duello con Sutil, ma alla fine se sbuchi davanti al compagno di squadra alla prima curva non puoi finirgli cosi' dietro. Girando poi molto piu' lentamente anche come giro piu' veloce in gara. Dice di essere sul mercato: forse e' il caso impari a vendersi meglio. Regolarista (a oltranza).

Fernando Alonso: 7 – Non c'e' da spellarsi le mani per gli applausi, ma nemmeno da sgolarsi per i fischi. Se parti dall'ottava posizione in un kartodromo (brutto) come quello di Valencia l'unica possibilita' che hai e' che quelli davanti a te siano colpiti da qualche meteorite e si ritirino. Ovviamente non accade, per cui il sesto posto finale alla fine va visto con la logica del bicchiere mezzo pieno. Certo, visti i tempi fatti segnare al venerdi', ci si sarebbe aspettto qualcosa di piu'. L'impressione – solo l'impressione, badate – e' che in quest'occasione, conscio delle difficolta', Fernando abbia deciso di accontentarsi e di non rschiare troppo. Chissa', forse ci sbagliamo. Nel dubbio, la sufficienza ci sta comunque tutta, e anche abbondante. Ma nulla piu'. Scafato.

Romain Grosjean: 5,5 – A differenza di Badoer, una valutazione possiamo azzardarla. Stiamo infatti parlando di un pilota allenato alla competizione e in piena forma fisica. L'esperienza, tuttavia, e' quella che e', e lo scotto del debutto in F1 lo paga soprattutto al via, dove si tocca con Badoer scivolando in fondo al gruppo. Poi da li' gira tutto sommato piu' che dignitosamente, riprende il ferrarista e fa attenzione a non far danni, ammettendo lui stesso di dover prestare molta attenzione perché il 'film' scorre molto, molto velocemente. Non crediamo che Piquet jr avrebbe fatto chissa' quanto meglio (scusate la franchezza). Meriterebbe la sufficienza, ma togliamo mezzo punto perché aver speronato Badoer e' parsa una cattiveria gratuita, ancorché involontaria. A Spa andra' meglio. Sadico.

Jarno Trulli: 5 – Cercasi grip disperatamente. Questo il ritornello che abbiamo visto cantare a Jarno per tutto il weekend spagnolo. Senza aderenza non si va da nessuna parte, chiaro. Ma, quantomeno in qualifica, il suo compagno di squadra sembrerebbe aver trovato il bandolo della matassa, o quantomeno averci capito un po' piu' di lui. L'impressione e' che sia distratto dalle voci di mercato e che non corra sereno. Non e' da lui, fine collaudatore, incasinarsi con gli assetti e toppare di brutto la qualifica. Peccato, perché probabilmente la Toyota a Valencia valeva piu' del suo tredicesimo posto finale. Chiude comunque davanti a Glock, coinvolto in uno sciagurato contatto alla prima curva, ma e' e resta troppo poco. Anche perché becca 1 secondo e tre decimi da Glock nel giro piu' veloce in gara: il dato si commenta da solo. Non e' la prima volta che si trova in difficolta' quando il futuro nel team appare incerto (vedi i suoi trascorsi in Renault). Speriamo di sbagliarci, davvero. Confuso.

Timo Glock: 5 – A differenza del compagno di team centra la Q2, salvo poi buttare tutto alle ortiche con una partenza sciagurata. Lui dice di essere stato toccato da dietro, ed e' pure vero, ma crea un po' di scompiglio gettandosi tutto all'interno e contribuisce al caos che si crea successivamente. Del resto e' il suo temperamento, lo sappiamo, ma stavolta con una condotta di gara meno aggressiva e piu' conservativa avrebbe potuto magari arrivare a ridosso della zona punti e, perché no, muovere la sua classifica. Anche perché fa segnare il giro piu' veloce, segno che – seppur a fine gara e con la pista gommata – il potenziale c'era. Invece arriva anche dietro al compagno di team, in difficolta' per tutto il weekend. A Valencia la Toyota probabilmente valeva di piu' dei suoi piloti. E anche questa e' una notizia, signori. Distratto.

Jaime Alguersuari: 5,5 – Dice di aver sofferto piu' che in Ungheria, e non stentiamo a credergli, visto il caldo e le difficolta' dell'improbabile circuito valenciano. La Toro Rosso non digerisce la pista, e lui, alla sua seconda gara in F1, non ha né la cultura tecnica né l'esperienza necessaria per invertire la situazione. A fine gara tiene dietro il solo Badoer. Meglio di niente, ma non esattamente il massimo. Ad ogni modo non fa danni – fatto non sempre scontato su un cittadino! – e accumula chilometri su chilometri. Magari a Spa fara' vedere qualcosa di meglio, chissa'. Certo che quel secondo di distacco rimediato da Buemi nella Q1 pesa come un macigno nella sua prestazione. In fondo, seppur con diversi GP in piu', pure lo svizzero e' un debuttante… Rimandato.

Sebastien Buemi: 5 – Non sta attraversando un grande momento di forma, inutile negarlo. Dopo aver demolito Bourdais sembra aver perso un po' la bussola. Efficace in qualifica, dove si arrampica fino alla Q2 con una vettura lenta e poco maneggevole, sbaglia tutto alla partenza finendo addosso a Glock e rovinando l'ala anteriore. L'inevitabile sosta ai box pone fine, come ammette lui stesso, alle sue speranze di effettuare una gara quantomeno dignitosa. Torna in pista – giustamente, ci mancherebbe altro!!! – per accumulare esperienza e chilometri (e' pur sempre un rookie, che diamine) ma il solo risultato che ottiene e' di distruggere l'impianto frenante e di finire fuori strada. Buon per lui che la generosa via di fuga gli impedisce di far danni. Gli auguriamo che a Spa vada meglio, un incidente del genere a Les Combes non dovrebbe essere piacevole. Confusionario.

Mark Webber: 5 – Sul cittadino di Valencia la Red Bull perde le ali e lui sprofonda. Dobbiamo essere sinceri? Da Mark non ce l'aspettavamo. Sarebbe stato piu' prevedibile vedere Vettel in difficolta', vista la minore esperienza nell amassima formula e la limitata militanza in team di seconda fascia, eppure l'australiano va completamente in confusione, sbagliando la qualifica (il nono posto non e' sicuramente il miglior viatico per attaccare) e risultando inconsistente in gara. Nonostante la vettura non sia il missile degli ultimi tempi, e' inaccettabile che lo spilungone australiano finisca fuori dalla zona punti senza aver subito né un contatto né un inconveniente tecnico. Che abbia dimenticato come si lotta? Non crediamo. Semplicemente una giornata storta puo' capitare a tutti, quindi statisticamente pure a lui. Ma niente ci toglie dalla testa che avrebbe potuto fare di piu', quantomeno tener dietro Kubica. Impagabile il siparietto tra lui e il suo ingegnere che, in piena bagarre, gli urla: “Dal box hanno ordinato a Button di passarti. Bene, io ti ordino di non farti superare”. Memorabile.

Sebastian Vettel: 5 – Se Atene piange, Sparta di certo non ride. Tanto bravo in qualifica quanto scellerato in partenza, quando si disinteressa completamente di chi ha davanti per cercare solo e soltanto di bloccare Button. Finendo pero' per scivolare lui stesso dietro a Raikkonen. Chissa' cosa voleva fare. Bah. Non e' cosi' che si vincono i mondiali, non con manovre del genere dalla seconda fila. Poi chiaramente incolpa il pit stop nel quale non entra tutta la benzina preventivata, ma il danno era gia' stato fatto. Il ritiro e' solo una liberazione, anche se ha quasi terminato i motori a sua disposizione per la stagione. L'impressione e' che sia un po' – passateci il termine – scoppiato di testa. Speriamo di sbagliarci, staremo a vedere a Spa, pista da uomini veri e totalmente diversa dall'insulso toboga spagnolo. Li' la Red Bull dovrebbe tornare a far valere la sua supremazia aerodinamica, vedremo quale sara' lo scenario. Certo e' che la sua rincorsa al mondiale sembra tenuta in piedi solo dalla matematica. Cattivo.

Nico Rosberg: 8 – Chiude quinto una gara tosta e all'attacco. La Williams e' in palla, ma e' soprattutto lui che la fa volare. Il livello di simbiosi raggiunto con la vettura e' impressionante, specie su un cittadino come Valencia. Guadagna due posizioni – reali – rispetto alla partenza e conquista ancora punti preziosi. Nonostante sia, assieme ad Alonso, il pezzo piu' pregiato del mercato piloti non si fa distrarre dalle tante voci e mantiene la concentrazione. Il podio non e' poi cosi' lontano, chissa' che da qui alla fine dell'anno non riesca a salirci. E dire che negli anni passati la Williams tendeva a crollare con l'avanzare della stagione… e invece ora sta passando da re del venerdi' a – quantomeno – principino della domenica. Nobile.

Kazuki Nakajima: 5,5 – Partire tredicesimi non e' il massimo della vita se si vuole tornare a punti. E gia' qui non ci siamo. Certo che poi se ci si mette pure la jella a bloccare la tua gara con una foratura, e' chiaro che le premesse per un altro weekend da dimenticare ci sono tutte, ma proprio tutte. Il ritiro, a tre giri dalla fine, e' solo un sollievo. Fosse arrivato prima, anzi, avrebbe risparmiato al giapponese il tormento di correre tutta la gara in coda al gruppo con un caldo micidiale. Ma quando le cose non vanno, non vanno. Pazienza. Gli neghiamo la sufficienza di solidarieta' solo per via della qualifica oggettivamente deludente. Sfortunato.

Adrian Sutil: 6,5 – La Force India e' in crisi economica e in progresso tecnico. Coerente con lo spirito di questo mondiale (vedi quanto scritto per Kubica). E il tedesco ce la mette tutta per mettersi in mostra, strappando un bel dodicesimo posto in qualifica e ingaggiando una bella battaglia con le BMW. Alla fine, dopo una battaglia conclusa vittoriosamente con Heidfeld, chiudeal decimo posto una gara gagliarda e, tutto sommato, positiva. Dice di non vedere l'ora di arrivare a Spa, e non c'e' da credergli. E, tornando al discorso di apertura, se il team di Mallya dovesse annunciare il ritiro… magari ci scappa il podio! Brillante.

Giancarlo Fisichella: 6 – Subisce il compagno di team sia in prova che in gara e chiude due posizioni dietro di Sutil. Accusa problemi di gomme, in particolare un fastidioso graining che ne limiterebbe le prestazioni. Tuttavia alla fine la sua prestazione e' dignitosa e tiene dietro le due Toyota senza troppi affanni. Curioso che sia l'unico pilota a lamentarsi delle gomme, ma tant'e'. Chissa' cosa riuscira' a combinare a Spa, pista che notoriamente ama e sulla quale ha quasi sempre ben figurato. Magari riesce anche a sconfiggere la Sutilite che lo affligge da qualche Gran Premio. Antibiotico.

Jenson Button: 6 – Repetita Juvant, dicevano i latini. Repetita stufant, ribattono certi studenti. Non ce ne frega niente. Per la terza volta consecutiva siamo costretti ad aprire la sua valutazione con lo stesso concetto: troppo facile dominare le gare quando la macchina e' la migliore sulla piazza. Se il gioco si fa duro lui smette di giocare, o quantomeno scende in pista con una determinazione risibile. Le prende da Barrichello in prova, le riprende sonorament ein gara e alla fine raccoglie due punti piu' per le disgrazie degli altri che per meriti propri. Certo la manovra subita da Vettel al via non lo ha favorito, ma partendo piu' avanti l'avrebbe tranquillamente evitata. Non ci siamo, non ci siamo proprio. Dice che da ora in poi mutera' il suo atteggiamento tattico passando ad un approccio piu' aggressivo. Staremo a vedere. A Spa, dove la BrawnGp dovra' soffrire, vedremo di che pasta e' fatto davvero. Molle.

Rubens Barrichello: 10 – Diciamolo: finalmente! Per una volta oltre a non incorrere in sfighe varie e' pure fortunato, e cosi' riesce ad ottenere la prima vittoria stagionale, dopo tanti anni di digiuno dal gradino piu' alto del podio. E lo fa con una prestazione maiuscola, potremmo definirla alla Schumacher – non ce ne voglia Rubinho – visto il ritmo forsennato che riesce ad imporre nei giri immediatamente precedenti le soste ai box. Non sappiamo se avrebbe vinto anche senza l'inconveniente di Hamilton, ma sappiamo che ha tirato fuori il massimo del potenziale dalla BrawnGp massacrando il compagno di squadra e favorito alla rincorsa al mondiale. Chissa' se ora verra' lasciato libero di giocarsi le proprie chanches. Sarebbe interessante vedere le sue prestazione, libere da vincoli, a Spa. Ma magari lo lasceranno libero davvero, chissa'. A 37 anni appare in forma come non mai… chissa' che non riesca a togliersi qualche altra bella soddisfazione. Bentornato.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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