F1 | Montezemolo: “Senna non era contento in Williams, avevamo un accordo”

Uno degli estratti di "Luca: Seeing Red", il documentario sulla vita dell'ex presidente della Rossa

F1 | Montezemolo: “Senna non era contento in Williams, avevamo un accordo”

Una lunga conversazione con Chris Harris, ex conduttore di Top Gear nel documentario “Luca: Seeing Red”, diventa occasione per Luca Cordero di Montezemolo di ripercorrere la propria carriera, intrecciata in modo indissolubile con la Ferrari e con alcuni dei momenti più significativi della storia sportiva e industriale italiana. Le immagini d’epoca mostrano il giovane Montezemolo accanto a Enzo Ferrari, chiamato a soli 28 anni come assistente quando la Scuderia attraversava un periodo difficile. Accanto all’ingegner Mauro Forghieri contribuì alla rinascita che portò al titolo con Niki Lauda nel 1975. Non mancano ricordi personali, come l’amicizia con l’austriaco e l’episodio in cui fu travolto da Ronnie Peterson ai box, rimediando gravi fratture.

La Ferrari è il filo rosso che unisce tutto il racconto. Dal ritorno a Maranello negli anni più complessi, quando giudicò la 348 “un’auto che non avrebbe mai dovuto essere costruita”, fino alla ricostruzione tecnica e sportiva culminata nell’era Schumacher e Jean Todt. Montezemolo ricorda le pressioni ricevute per allontanare il manager francese, respinte con fermezza in una lettera a Gianni Agnelli: “Potevano mandare via me, ma non avrei mai licenziato Jean”.

Dalla vela a Senna, passando per i grandi eventi

Il documentario non si limita alla Formula 1. Le immagini raccontano anche la sfida di Azzurra in Coppa America, che negli anni Ottanta seppe appassionare un intero Paese, e l’organizzazione dei mondiali di Italia ’90. Montezemolo ricorda il concerto dei tre tenori a Caracalla, nato anche grazie a un curioso retroscena: “Convinsi Pavarotti a cantare con Domingo e Carreras aiutandolo ad avere una F40, che credo non abbia mai usato”.

Il tono si fa più personale quando il racconto si sposta nella villa di Bologna. Qui Montezemolo rievoca l’ultima visita di Ayrton Senna, pochi giorni prima del tragico incidente di Imola. “Non era contento alla Williams ed eravamo d’accordo: si sarebbe liberato e sarebbe venuto in Ferrari”.

La narrazione si allarga ai due mandati da presidente della Fiat, con il difficile compito di guidare il gruppo dopo la morte di Gianni Agnelli, fino all’arrivo di Sergio Marchionne, scelto dallo stesso Montezemolo. Un periodo segnato da sfide industriali e da un addio ancora vissuto come doloroso: John Elkann, racconta, non avrebbe concesso neppure una ripresa a Maranello per il film.

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