Michael Andretti ricorda l’amico Senna
Sono passati 19 anni dalla scomparsa di Ayrton
Il primo maggio di diciannove anni fa a Imola, in una curva che porta il nome di un oggetto che ha insiti echi di allegria, di festa Ayrton Senna scendeva per sempre dalla giostra a tempo della vita per salire su quella sempiterna della leggenda. Un nome da brividi quello del tre volte iridiato di F1 per chi l’ha vissuto, un simbolo di speranza e un esempio da seguire per quanti invece lo hanno solo sentito raccontare come sportivo, ma soprattutto come uomo dalla grande integrità morale e dai valori forti.
Senza dilungarmi nei commenti quantomai superflui, voglio proporvi quanto narrato in questi giorni alla rivista Warm Up da Michael Andretti, figlio del più famoso Mario e tester McLaren nel 1993, ultimo anno di Beco nella scuderia inglese.
“Non ho molti bei ricordi del periodo passato nel Circus – dice – L’unica bella esperienza, anzi la migliore, è l’aver conosciuto Ayrton. Era un’ottima persona, un grande compagno, un sostegno. Con lui avevo un bellissimo rapporto, addirittura nel ’94 quando ormai non ero più in formula uno, fu il primo a congratularsi per la vittoria ottenuta nella gara di inizio stagione della Indy in Australia. Malgrado il fuso orario col Brasile mi aveva seguito ed era stato molto contento per me. Qualche tempo dopo in un’intervista volle rendere pubblico il trattamento ingiusto che avevo ricevuto quando ero a Woking. Lui era così, un amico. Aperto, simpatico e sempre pronto a dare una mano. Era una bella persona”.
Chiara Rainis
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