Marchionne: “Per la Ferrari sarà un anno durissimo”

Arrivabene: "Se vinciamo due gare sarà un successo, se ne vinciamo tre sarà un trionfo"

Marchionne: “Per la Ferrari sarà un anno durissimo”

“Non voglio parlare di cose estranee alla F1 e nemmeno voglio parlare del 2014 in pista, è stato un grandissimo disastro, un anno da dimenticare” ha commentato Marchionne all’incontro natalizio con i giornalisti.

“Mattiacci? Ho enorme rispetto per quanto ha fatto per l’azienda negli incarici commerciali, ma la F1 è un’altra cosa. Lui stava ancora imparando il nuovo mestiere e la Ferrari da Gp, nella situazione in cui si trova, non poteva ricostruire la squadra aspettando che il suo capo facesse esperienza” ha spiegato.

“Cosa temo di più per il futuro della Ferrari? Il punto di partenza da cui muoviamo. Abbiamo trovato una situazione difficilissima. Siamo partiti indietro per colpa di scelte fatte da altre persone. Scelte che io non necessariamente condivido. Scelte relative alla gestione della macchina del 2014 e della preparazione del 2015, si è deciso di mandare avanti i due progetti contemporaneamente. Per me, considerando com’è finita, quanto abbiamo speso e dove siamo arrivati, insomma, con il senno del poi, è stato un errore. Un errore per il quale adesso stiamo entrando in questa stagione con un bel po’ di ritardo. Il 2015 sarà un anno difficile che metterà a dura prova tutta la scuderia” ha aggiunto.

Dello stesso parere il nuovo team principal, Maurizio Arrivabene: “Non sono né il mago Merlino né tantomeno il mago Oronzo. Credo nel lavoro di squadra ma non possiamo fare miracoli. Se vinciamo un paio di gran premi il prossimo anno sarà un successo, se ne vinciamo tre sarà un trionfo”. Quindi interviene Marchionne: “Se ne vinciamo quattro andiamo in paradiso”.

“All’interno della Scuderia abbiamo fatto chiarezza. Ho una enorme fiducia in Arrivabene, nelle sue competenze e nel suo entusiasmo” ha aggiunto Marchionne. “Dopo quello di Clear, non ci saranno altri innesti alla struttura tecnica. La squadra è a posto. Tutti sanno cosa debbono fare. La Mercedes è così avanti per decisioni che sono state prese due anni fa. Noi non sottovalutiamo la difficoltà dell’impresa alla quale ci accingiamo. E sappiamo di dover imitare chi è stato più bravo. Le risorse ci sono. Le buone intenzioni, anche. Il passaggio da Alonso a Vettel è stato da me totalmente condiviso. Era un processo avviato da tempo, da quando io non ero ancora il presidente. L’ho finalizzato ed è una buona cosa. Seb ci porta in dote quattro titoli mondiali e l’entusiasmo e tantissima voglia di fare. E’ vero, nelle ultime settimane abbiamo cambiato tante cose nelle strutture. E io mi aspettavo di dover cambiare tanto. Newey e Brawn non verranno. Non sono in arrivo a Maranello. Discorso chiuso. Abbiamo promosso i vice, i Binotto e i Resta, è vero. Io credo in questa filosofia, l’ho sempre applicata nelle aziende nelle quali ho lavorato. E’ la liberazione delle capacità esistenti. Chi prima era bloccato nella sua creatività, ora può esprimere il meglio di se stesso. Per fare il presidente della Ferrari dormo di meno e lavoro di più”.

Poi un commento sul veto posto dalla Ferrari alla nomina di Montezemolo a presidente della F1 Group: “Nel consiglio della F1 Group non ci sono ruoli operativi, solo ad e presidente. L’ad è Ecclestone. La Ferrari si può opporre in condizioni precise, solamente a quella nomina. Ma non lo ha fatto. Quanto a Montezemolo non c’è stata la proposta, ma se ci fosse stata la Ferrari si sarebbe opposta. Avremmo avuto problemi con i concorrenti. Non si capiva perché di tutte le persone sulla faccia della terra si doveva proprio andare da uno che era stato in Ferrari per 23 anni. C’era poco fair play. E’ come se io andassi a fare il presidente della Volkswagen. Mi sarei opposto anche alla nomina di Jean Todt alla Fia, a suo tempo, per gli stessi motivi. Non ha avuto conseguenze, quella scelta. Ma ciò non vuol dire che fosse stato corretto. Io mi sarei opposto ugualmente, per principio. Montezemolo in Ferrari ha fatto un grande lavoro, lo stimo molto. Ma il mondo è cambiato e bisogna cambiare pagina come si cambierà quando me ne andrò io”.

Esclusi cambiamenti radicali alle regole sui motori: “Le regole della F1 vanno semplificate nell’interesse di tutti, bisogna uscire dai ragionamenti contorti che sembrano discorsi di quattro ubriachi al bar. Dalla Fia abbiamo ottenuto una flessibilità sullo sviluppo del motore nell’arco della stagione, ma non per questo mi faccio illusioni. Il 2015, ripeto, sarà in salita. Purtroppo la monoposto non ce l’ha disegnata Dio. A Todt ho detto che la F1 si deve modernizzare. Insisto su norme più semplici. Cambiare i motori nel 2016? Difficile, andrebbe deciso entro marzo prossimo e i costi sarebbero intollerabili. Ci terremo queste power unit, mi pare si chiamino così, cercando di avere sempre più cavalli. I test in pista non saranno reintrodotti. Ne abbiamo parlato. Farebbero lievitare le spese a livelli insostenibili per più di un team e già la situazione globale non è incoraggiante”.

“La quotazione in Borsa non avrà alcuna conseguenza sulle attività sportive della Ferrari. L’italianità della azienda? In verità la Ferrari, per sua tradizione, è sempre stata una azienda globale. Assumere un collaudatore italiano non avrebbe spostato nulla. E’ un’idea carina e stop. Alonso ha detto che nel 2015 saremo noi i favoriti? Eh, rido…”.

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