Luca di Montezemolo: “La Ferrari deve vincere”

Luca di Montezemolo: “La Ferrari deve vincere”

Presidente, lei ha chiesto di avere una macchina vincente da subito.
Si, ho chiesto questo alla squadra con fiducia rispetto al lavoro che abbiamo fatto in galleria del vento, e dando l’obiettivo di prestare impegno e l’attenzione al miglioramento rispetto alla macchina dell’anno scorso.

Non teme che qualche regola di quest’anno limiti questa Formula 1?
Approfitto di questa domanda per fare un discorso costruttivo rispetto alla Federazione, con cui si è ricreato un bel clima, Ferrari storicamente è sempre stata molto collaborativa e rispettosa dei regolamenti. Credo che lo scorso anno, senza fare rivoluzioni, si sia vissuta una stagione intensissima e dai risultati imprevedibili. Credo che ci dobbiamo concentrare su tre punti fondamentali: in primo luogo, oggi la Formula 1 si basa in modo eccessivo sulla aerodinamica, che è sempre il vero punto che fa la differenza. Negli anni ’70 era più una questione di motore e meccanica, ora invece è tutta una questione di aerodinamica. In secondo luogo il tema dei test: uno sport di questo livello non può continuare con queste limitazioni assurde ai test, sia per sviluppo, sia per la sicurezza, sia per i nuovi piloti che devono essere ingaggiati e devono poter provare. Da ultimo il tema del trasferimento di tecnologie. La Formula 1 deve essere sempre più anche un laboratorio, un centro di ricerca avanzata per le tecnologie innovative delle auto di domani. Il Kers è molto importante in questo senso, e la Ferrari come costruttore ha avuto e ha nella Formula 1 uno straordinario supporto. Pensiamo soltanto al cambio F1, a modifiche di telaio, elettronica, fondo piatto, tante altre cose sulle vetture stradali.
Il tema di fondo riguarda i costi e permanenza in Formula 1. La Formula 1 rimarrà sempre di alti e forti investimenti. Chi non può fare questi investimenti correrà in altre serie. I tetti alle spese sono molto facili da eludersi, bisogna continuare la giusta strada della riduzione dei costi, in tutto quello che non cambia il vero DNA della F1, però se andiamo verso parificazione vero il basso delle prestazioni, questo non va bene e i motori non possono essere tutti uguali. I costi sono fondamentali,certo, ma senza perdere l’essenza dello sport. Con calma e dialogo si può migliorare una Formula, che già oggi è straordinaria.

Un accenno al futuro: la regola del motore 4 cilindri si può ancora cambiare? Sappiamo che come Ferrari vi battete per un motore 6 cilindri.
Si, è vero. Ne ho parlato con Todt e sono contento di vedere un clima di dialogo diverso dal passato. Siamo impegnati oggi in sfide tecnologiche come è la FF: vedere una Ferrari con 4 cilindri mi sembra assurdo. Non abbiamo fatto una Ferrari nemmeno con 10 cilindri, io continuo a pensare che il 6 cilindri sarebbe stato più in linea con il posizionamento della Formula 1 sul mercato.

E’ paradossale dirlo, ma oggi chiamare la macchina F150 e esporre un tricolore è un segnale forte, non teme che questo possa alienare qualche simpatia alla Ferrari?
Negli ultimi 20 anni abbiamo sempre avuto il tricolore sulla macchina, e personalmente ho sempre tenuto molto a questo. Il 2011 è l’anno in cui siamo ancora più italiani e orgogliosi di esserlo; quando ascoltiamo l’inno dopo un successo del nostro paese è sempre una emozione. Lasciando fuori la politica, vogliamo concentrarci sullo sport: come tanti atleti sono emozionati di competere con il tricolore, siamo contenti di mostrarlo sulla nostra macchina. E’ il simbolo di un’Italia che vince, unita, nello sport. Voglio anche aggiungere che è un importante segnale per una azienda italiana, che va avanti nella profonda convinzione di esserlo.

Sergio Marchionne ha detto di non escludere un ritorno di Alfa Romeo alle corse: pensa possibile in quest’ottica una sinergia con Ferrari?
Per quanto riguarda Alfa tutto è possibile, il marchio è super sportivo, e tra l’altro per la Ferrari è legato agli albori della sua storia delle corse. Nel caso ci sono tante possibilità eventuali da poter percorrere.

Una domanda sui piloti: chi tra Fernando e Felipe avrà più vantaggi dalla nuova organizzazione del Team ?
Mi fa piacere che mi venga chiesto perchè dal 1974 ricevo sempre questa domanda, fin dai tempi di Lauda e Regazzoni. A dicembre vi ho detto che non ci sarebbero state rivoluzioni, e infatti abbiamo lavorato su due punti: non inserire numerose persone dall’esterno, ma solo alcune che ci portano competenze, cultura e modo di lavorare in aree molto specifiche, e in secondo luogo sul miglioramento delle facilities e degli strumenti che i regolamenti di oggi comportano, quindi più investimenti sull’aerodinamica, sui test in galleria del vento ad esempio.
Tutto questo non ha effetti specifici sui piloti, i piloti possono dare suggerimenti, sensazioni, possono chiedere macchine più adatte alle loro caratteristiche di guida. Però abbiamo il dovere di mettere tutti e due i piloti nelle condizioni di avere la macchina migliore. Abbiamo rivisitato l’organizzazione delle singole equipe, nella speranza di avere un Massa competitivo dall’inizio e Alonso con la stessa capacità dello scorso anno, in cui ha dimostrato di essere il miglior pilota del mondo.

Si parla molto in Germania di Vettel alla Ferrari: significa che qualcuno lo ha contattato con anticipo per il futuro o è pura speculazione? Il prossimo pilota della Ferrari sarà un fuoriclasse preso dal mercato o uno dei piloti della Ferrari Driver Academy?
Io spero che sia della Ferrari Driver Academy, perchè vorrebbe dire che è una “top star”. Ovviamente la Ferrari mette sulla macchina un pilota in grado di vincere. Una delle idee della Academy è di avere in casa il prossimo pilota della Scuderia. Con Vettel non c’è assolutamente nulla, se non i complimenti per aver fatto una bellissima stagione e per aver saputo giustamente approfittare dell’ultima gara ad Abu Dhabi.

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