Intervista esclusiva a Felipe Nasr
Il pilota di riserva Williams ed attuale secondo posto in Gp2 risponde alle nostre domande
Giovedì 4 settembre, giorno antecedente le prime prove libere per tutte le categorie dalla Formula Uno in giù, abbiamo avuto il piacere di intervistare un giovane talento proveniente del Sud America. Classe 1992 ed attualmente partecipante alla GP2, Felipe Nasr è a detta di molti suoi connazionali – e non – la stella più luminosa che la fucina di piloti brasiliana abbia sfornato in questi ultimi anni. Pilota del Team Carlin ed attualmente secondo in classifica con all’attivo quattro vittorie in Spagna, Austria, Gran Bretagna e Belgio, è sotto contratto con nientemeno che la blasonata scuderia di Formula Uno Williams.
Lo andiamo a trovare presso il motorhome della scuderia Carlin, dove «sta già studiando con gli ingegneri la posizione di guida migliore da adottare per il tracciato brianzolo e provando il nuovo casco», ci spiega lo zio del pilota che ci prega di attendere qualche minuto, con un grande e caloroso sorriso al quale è impossibile dir di no. Di fatto la nostra attesa è ricompensata e di lì a poco Felipe compare davanti a noi ed ai nostri microfoni con un sorriso magnetico – una invidiabile dote dei brasiliani – oltre ad una calorosa stretta di mano: l’intervista può così aver luogo.
Quest’anni ti abbiamo visto protagonista indiscusso per la lotta al titolo mondiale ed i giochi non si sono ancora chiusi. Quali saranno gli assetti della tua guida sui quali ti concentrerai nelle prossime gare?
«Continuerò a fare ciò che ho fatto sino ad ora. Ho fatto uno splendido lavoro che si è visto sul circuito di Spa – Francorchamps e che dimostra quanto siamo competitivi come Team. Da qui alla fine ci sono ancora altre due gare e cercherò di fare del mio meglio in ognuna di esse, di raccogliere quanti più punti possibile. Qui a Monza spero di avere un altro bel weekend, il tracciato mi piace e lo conosco bene.»
Quest’anno sei salito sul gradino più alto del podio per ben quattro volte, più di qualsiasi tuo collega, Credi di riuscire ad aumentare il numero delle tue vittorie in una sola annata?
«Sì, è il mio obiettivo per cercare di vincere il titolo.»
La vera incognita sarà il Gran Premio di Russia, che ha sostituito la gara di Singapore. Come si affronta a livello di Team un circuito del tutto sconosciuto?
«È vero, tutto sarà nuovo ma il vantaggio è che lo sarà per tutti quanti. Quello russo è un tracciato di cui nessuno ha dati e quindi sarà una bella sfida per noi come Team: dovremo cercare il migliore setup per il weekend avendo poco tempo a disposizione e poi ci potrebbero essere fatti imprevedibili che potrebbero avvantaggiare me piuttosto che un altro pilota. Starà nel modo in cui saper affrontare questi problemi che ci farà capire quale è il nostro attuale limite e quanto potremo fare bene, certamente noi ce la metteremo sempre tutta.»
Quest’anno hai anche affrontato la tua prima vera esperienza in un Team di Formula Uno come la Williams: hai già avuto modo di imparare qualcosa da loro?
«Sì, moltissime cose. È stata un’esperienza tutta nuova per me guidare una monoposto di Formula Uno, se poi è di un Team come la Williams! Le nuove conoscenze hanno riguardato soprattutto il lato tecnico: ho imparato nuove cose riguardo l’analisi di un tracciato, gli assetti da adottare, le gomme e come lavora un Team di Formula Uno, cosa unica nel suo genere. Una cosa davvero positiva, detto dal me pilota.»
Questa sarà una domanda che già in tanti ti hanno fatto: com’è il tuo rapporto tra te e Felipe Massa?
«Lui è un bravo ragazzo, mio compatriota e ci conosciamo abbastanza bene. È una persona molto disponibile, pronta ad aiutare chi ha meno esperienza di lui e per questo non posso che auguragli il meglio. So quanto è forte e so che avrà un bel finale di stagione. Quando abbiamo l’occasione di vederci mi dà sempre qualche consiglio riguardo l’assetto della vettura e mi parla più approfonditamente del Team Williams.»
È singolare come ci siano sempre stati nella massima serie degli straordinari piloti brasiliani, come Fittipaldi e Senna tanto per dare un’idea. Che tipo di rapporto lega il tuo paese d’origine al mondo delle corse?
«il Motorsport è qualcosa di intrinseco alla nostra cultura, alla nostra storia. Noi amiamo il mondo delle corse, molto sentito e supportato in tutto il paese. Avere e vedere un pilota brasiliano correre in Formula Uno è per noi sempre motivo d’orgoglio. Per me adesso è un traguardo che voglio raggiungere e spero di arrivarci, per essere un giorno campione del mondo, che è il mio grande sogno.»
Sappiamo che per un pilota è fondamentale la preparazione mentale: come ti prepari per essere sempre pronto a gareggiare?
«Preparo ogni cosa, sia l’aspetto mentale che quello fisico, ma anche quello nutrizionale (ed infatti durante la nostra intervista sta spicchiando un’arancia, ndr.). Devo sempre essere pronto per ogni eventualità e durante un weekend di gara mi focalizzo su di un solo punto: guidare il meglio possibile una volta salito a bordo della vettura.»
Parliamo del circuito di Monza: ti piace? Ed in che posizione lo metteresti in una tua personale classifica?
«Monza è sicuramente nella mia Top 3! Al primo posto metto Spa – Francorchamps, al secondo Silverstone e poi al terzo il tracciato italiano.»
Qual è la tua curva preferita?
«La Parabolica, senza dubbio.»
A tal proposito abbiamo visto come quest’anno la via di fuga di tale curva sia stata asfaltata, perdendo così il suo senso di “spietatezza” dando la possibilità a chi sbaglia di rientrare in corsa. Cosa ne pensi a riguardo?
«Il nuovo tratto asfaltato rende la sfida del pilota contro questa curva un po’ meno emozionante. Prima bisognava essere molto precisi ed una piccola sbavatura poteva significare il ritiro, mentre adesso è possibile fare diversi errori e rientrare in pista come se nulla fosse accaduto. Ma ciò non toglie che sia ancora la mia curva preferita di questo circuito e credo che la sicurezza alla fine ne abbia giovato, perché un pilota ha più spazio per poter arrestare la propria vettura ed evitare il contatto con le barriere.»
Guardando al futuro, pensi che il tuo lavoro con la Williams ti permetterà do gareggiare da subito con una vettura competitiva come quella di quest’anno?
«Non lo so, quest’anno sono il pilota di riserva della scuderia Williams, l’anno prossimo chi lo sa. Io faccio del mio meglio e spero di avere la possibilità di giungere in Formula Uno come uno dei piloti pretendenti al titolo, con alle spalle un Team che mi permetta di raggiungere tale risultato.»
Uno dei problemi sorti negli ultimi tempi e quello di ridare popolarità all’intero Circus. Secondo te cosa bisognerebbe fare per riportare il mondo dei motori ad un livello di popolarità accettabile senza che risulti noioso al pubblico?
«È difficile dirlo. Se si vuole che più persone vedano le gare serve che queste siano emozionanti, un vero show dove i piloti battagliano a suon di sorpassi, di ruota contro ruota e credo che sia ciò a cui la Gp2 punti. Noi offriamo un bello spettacolo a chi ci guarda anche se sarebbe bello introdurre qualche novità, come il DRS per dare ancora più possibilità di sorpasso.»
Siamo arrivati alla nostra ultima e consueta domanda: hai qualche portafortuna o qualche rito scaramantico che applichi prima di salire in vettura?
«Direi di no! (ride, ndr.) Cerco sempre di prepararmi nel miglior modo possibile, dormendo per rilassarmi e per essere concentrato sull’obiettivo quando salgo a bordo della vettura. È il mio lavoro e cerco di farlo al meglio delle mie possibilità.»
Il giovane pilota brasiliano ha poi concluso il suo weekend monzese con due sesti posti, dove pur non trovando il podio si è mantenuto costante a differenza dei diretti rivali, afflitti da ritiri in una delle due manche.
Andrea Villa, Matteo Bramati
Photo credits: http://www.felipenasr.com/photo/album/list
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