Il Gp d’Ungheria secondo Pirelli

Il fondo riasfaltato potrebbe dare risposte diverse rispetto agli ultimi anni

Il Gp d’Ungheria secondo Pirelli

Dopo i rettilinei a tutta velocità e i curvoni di Silverstone è il turno dello stretto e tortuoso Hungaroring, fisicamente impegnativo e spesso descritto come un circuito da go-kart.

Per l’Ungheria sono stati nominati i pneumatici medium, soft e supersoft: statisticamente la combinazione più popolare dell’anno, usata l’ultima volta a Baku.

IL CIRCUITO DAL PUNTO DI VISTA DEGLI PNEUMATICI:

C’è un solo vero rettilineo per cui le gomme sono costantemente sotto stress. È una pista ben bilanciata, con trazione, frenata ed energia laterale egualmente richieste. Le temperature elevate, salvo violenti temporali come nel 2011, rendono determinante il degrado termico. L’accento è sul grip meccanico dato che le basse velocità comportano poco carico.

COSÌ UN ANNO FA:
Lo scorso anno incidenti e safety car influenzarono la strategia. Il vincitore Sebastian Vettel si fermò due volte: partenza sulle soft, stint centrale ancora sulle soft e finale sulle medie.

Miglior strategia alternativa: Nico Rosberg sarebbe arrivato secondo con una sola sosta (soft- medium) se non avesse perso tempo a fine gara dopo un contatto con un altro pilota.

PAUL HEMBERY, DIRETTORE MOTORSPORT PIRELLI:

“L’Ungheria presenta un tipo di sfida molto diversa rispetto all’Inghilterra, ma alcuni dei team hanno usato il recente test britannico per provare alcune soluzioni che potrebbero rivelarsi importanti. La pista è stata completamente riasfaltata e in Austria questo fattore ha avuto un’influenza notevole”.

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