I segreti dell’Hungaroring svelati da Renault Sport

La curva 14 è la più complessa del circuito

I segreti dell’Hungaroring svelati da Renault Sport

Rémi Taffin, direttore delle prestazioni in pista di Renault Sport F1 ci spiega Hungaroring e l’impegno del motorista francese per questo gran premio.

“Lungo 4,381 km questo circuito viene spesso paragonato a una pista di go-kart per la rapida successione di curve lente, difatti presenta una velocità media di percorrenza estremamente bassa, appena 182 km/h, il che lo rende il più lento dopo Monaco. Poiché solo il 55% del giro viene percorso alla massima velocità, i requisiti sono molto simili a quelli di un tracciato urbano, di conseguenza la potenza erogata dal motore non è la preoccupazione principale essendo il rettilineo di partenza e quello di 790 m tre le curve 3 e 4 gli unici punti in cui funziona ai massimi regimi. In genere vengono usati propulsori alla loro terza gara.

I numerosi punti di rallentamento e ripartenza comportano un elevato consumo di carburante; si tratta, tuttavia, di un aspetto compensato dalle elevate temperature ambientali che generalmente toccano i 30°C, arrivando anche a sfiorare i 35°C e che creano forti pressioni sul sistema di raffreddamento. Purtroppo, gli elevati requisiti di deportanza imposti dal circuito non permettono di inserire prese d’aria aggiuntive, quindi occorre concentrarsi specificamente sul funzionamento ai bassi regimi in condizioni critiche.

Tre curve in dettaglio

Curva 2

Dopo l’uscita dalla stretta 1 in seconda, si accelera velocemente fino a ingranare la sesta prima di frenare, in discesa, verso la 2. Il rischio è quello di frenare troppo tardi, bloccando una ruota e compromettendo l’entrata, al contempo è anche molto facile premere sull’acceleratore troppo presto pregiudicando la traiettoria che porta alla 3, un errore che accompagna il pilota per tutto il rettilineo successivo. La sequenza di curve premia chi mostra pazienza e precisione. Dal punto di vista del motore, l’obiettivo è erogare esattamente la coppia richiesta.

Curve 8 e 9

Nonostante si tratti di due curve distinte, sono inevitabilmente collegate. All’uscita dalla chicane, i piloti accelerano passando dalla seconda marcia alla quarta, poi frenano scalando in terza per gestire la curva 8. Un rapido colpo di gas per tornare temporaneamente in quarta prima di sfiorare il freno e tornare in terza per affrontare la 9. L’RS27 deve essere in grado di rispondere in maniera reattiva al rapido cambio di esigenze durante tutta la sezione, soprattutto quando le scalate di marcia sono immediatamente seguite da accelerazioni.

Curva 14

La 14 è l’ultima piega del circuito. Percorsa in terza a una velocità di 130-150 km/h, in circa due secondi, prevede che il pilota tenga il piede sui pedali per tutto il tempo necessario ad affrontare la curva, premendo su di essi deliberatamente per tentare di opporsi a un eventuale sottosterzo. Il motore deve rispondere in maniera adeguata perché qualsiasi esitazione o problema di guidabilità potrebbero alterare l’equilibrio della monoposto a metà curva.

Chiara Rainis

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