GP Austria – Raikkonen salva una Ferrari modesta, Hamilton è una furia come Alì

Kimi in barba ai detrattori salva l'onore di una Ferrari ancora imprecisa al muretto. Rosberg deve cambiare approccio

GP Austria – Raikkonen salva una Ferrari modesta, Hamilton è una furia come Alì

Spiace dirlo, ma la Ferrari in Austria ha esaurito il suo ultimo jolly, quello nei confronti dei tifosi. La Scuderia deve adesso impostare il rapporto con il suo pubblico innamorato in maniera radicalmente diversa, improntandolo ad una sana onestà intellettuale e smettendo di sbandierare una riscossa che difficilmente vedremo in questa stagione. Non esistono rivoluzioni tecniche, gettoni magici, che permetteranno alla discreta SF16-H di diventare quella macchina da titolo che evidentemente non è e non può essere.

La Ferrari è uscita scottata e nervosissima anche dal catino tecnico di Zeltweg, dando  l’idea di essere confusa, alla perenne ricerca di un espediente, di un azzardo, utile a sparigliare le carte in tavola. La verità è che la Rossa vive il suo mondiale schiacciata da aspettative impossibili da mantenere, e le manca finanche il coraggio di fare le cose semplici. Gli “strateghi” dovrebbero prestare probabilmente più attenzione alla pista che ai computer. Al momento dello scoppio (comunque anomalo e pericoloso) le supersoft dell’incolpevole Vettel presentavano segni evidenti di consumo con le Mercedes che intanto recuperavano terreno in pista. Intestardita sulle proprie convinzioni la Ferrari è riuscita a trasformare il vantaggio di partire con le gomme più dure in uno svantaggio, quando è ormai chiaro che con queste gomme bisogna entrare presto, fare “undercut”, e montare le mescole più idonee per arrivare fino in fondo.

Nelle ultime tre gare la Rossa ha sbagliato le chiamate ai box,  salvata a Baku soltanto dalla lungimiranza (e ammutinamento) di Sebastian. I tecnici schiavi dei numeri e delle simulazioni dovrebbero fare proprio il principio del “rasoio di Occam”: a parità di soluzioni la più semplice è quella da preferire.

A tenere alto l’onore del Cavallino in Austria c’ha pensato il derelitto Kimi Raikkonen, terzo al traguardo. Kimi ha messo in tutti i sensi una pezza a colori all’errata strategia Ferrari, che l’aveva rimesso in pista dietro ad entrambe le Red Bull. Con piglio e determinazione il finlandese ha superato Daniel Ricciardo, per poi ereditare il podio grazie al contatto tra i due piloti Mercedes. Ingiuste e strumentali le troppe critiche al ragazzo per non essere riuscito ad arrivare secondo. In primis la colpa è del muretto incapace di tenerlo nel gioco delle soste davanti ai “bibitari”. In secondo luogo Raikkonen ha rimontato furiosamente su Verstappen, ed è stato bloccato solo dalla bandiera gialla all’ultimo giro. Ma quella di criticare Kimi è una moda, forse uno sfogo, che rende poco lucidi: dura per i detrattori digerire il fatto che Iceman abbia collezionato quattro podi  – due secondi e due terzi posti – e abbia gli stessi punti in campionato del “capitano” Vettel.  Dovranno farsene una ragione, intanto Raikkonen  prende e porta a casa.

Sin dal venerdì e come in tutte le gare di questa noiosissima stagione la vittoria di una Mercedes non era in dubbio. Eppure l’epilogo del GP di Austria è stato per certi versi scioccante e potrebbe creare un solco profondo nel team anglo-tedesco. Rosberg aveva ben rimontato dalla sesta posizione, ma nulla poteva fare contro la furia cieca di un Hamilton in stato di grazia. Nico è destinato a perdere il mondiale se pensa di poter battere Hamilton-Alì nel campo in cui il caraibico più si esalta: quello del corpo a corpo, del duello ravvicinato, della cattiveria ruota a ruota, del “pugilato” insomma.

Non a caso nel dopo gara Lewis era esaltato per la vittoria, mentre Rosberg si leccava le ferite. Nico, se vuole tenere la testa del mondiale, deve correre di astuzia e con lucidità, dimenticandosi di poter battere Hamilton facendo a cazzotti. Nel frattempo la Mercedes dominatrice di mondiali esce malissimo come immagine, dando l’idea per l’ennesima volta di essere una squadra “morbida”, incapace di gestire le intemperanze dei suoi piloti e la loro anarchica rivalità.

Antonino Rendina


Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News,
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Primo Piano

Lascia un commento

20 commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati