Formula 1 | Verstappen critica le penalità FIA: “Punizioni eccessive, sembra di essere a scuola”
Max Verstappen e la nuova bordata alla FIA sul caso parolacce
Formula 1 Verstappen FIA – Max Verstappen ha espresso il proprio disappunto per la sanzione ricevuta dalla FIA durante il Gran Premio di Singapore, inflitta a causa di un’espressione volgare usata durante una conferenza stampa ufficiale. La penalità è stata scontata con la partecipazione a un’iniziativa di sensibilizzazione in Rwanda, ma il pilota olandese non ha nascosto il suo malumore per l’intero episodio. “Siamo trattati come se fossimo bambini che devono comportarsi impeccabilmente,” ha commentato ironicamente durante un’intervista rilasciata al programma “Simply Lovely” di Viaplay.
Verstappen e il caso parolacce
Il quattro volte campione del mondo ha messo in discussione l’approccio disciplinare della Formula 1, ritenendolo troppo rigido. Pur comprendendo la necessità di mantenere un comportamento professionale, l’alfiere della Red Bull ha evidenziato che certe espressioni sono spontanee: “Capisco che non si possa parlare in un certo modo in una conferenza stampa, ma quel tipo di linguaggio è naturale. È parte di come siamo cresciuti, anche chi impone queste regole lo sa bene”.
L’olandese ha inoltre sottolineato che il problema del linguaggio non si risolve con punizioni severe, ma piuttosto con una comprensione del contesto: “Alcuni dicono che i loro figli o nipoti guardano questi eventi. Quando avevo cinque anni, sentivo le stesse parole a scuola. I miei genitori non usavano un linguaggio volgare, ma è normale che i bambini provino a sembrare più grandi con i coetanei”.
La risposta alla FIA
Per Verstappen, la rigidità delle penalità rischia di trasformare lo sport in un ambiente troppo formale, perdendo la sua autenticità: “Ovviamente bisogna fare attenzione a ciò che si dice, ma essere puniti come se si fosse in una scuola materna è esagerato. Mi chiedo quale sia il vero obiettivo di queste regole”. Le dichiarazioni del pilota aprono un dibattito su quanto sia necessario bilanciare la professionalità con l’autenticità nello sport, mettendo in discussione il modo in cui la FIA gestisce le dinamiche disciplinari in un contesto mondiale così seguito.
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