Formula 1 | Stroll racconta il ritorno in vettura dopo l’incidente in bici di metà febbraio
Il canadese ha subito diverse fratture dopo un allenamento in bici
In un lungo post pubblicato su Instagram nel tardo pomeriggio di ieri, Lance Stroll ha raccontato tutti i retroscena e le conseguenze fisiche legate al suo incidente in bici di metà febbraio, il quale non gli ha permesso di prendere parte alla tre giorni di test pre-season andata in scena la settimana prima del Gran Premio del Bahrain.
Secondo quanto dichiarato dal canadese sui social, l’episodio – verificatosi durante un allenamento in Spagna – gli ha provocato diverse fratture tra gambe e braccia, tra cui una scomposta al polso destro che ha richiesto un intervenuto chirurgico, eseguito a Barcellona dal Dottor Mir. Una prognosi “importante” che sulla carta non gli avrebbe permesso di prendere parte alla gara di domenica scorsa (Mir, proprio in tal senso, ipotizzava un possibile rientro a Jeddah).
Grazie al duro lavoro e all’allenamento quotidiano, però, il portacolori dell’Aston Martin è riuscito a recuperare in appena 12 giorni, presentandosi – ovviamente in condizioni non ideali – sulla griglia di partenza a Sakhir. Stroll, ricordiamo, ha chiuso la corsa al sesto posto, mostrando subito un ottimo adattamento alla AMR23. Un risultato importante che ha offerto una spinta morale non indifferente a lui e alla squadra.
“Il 18 febbraio mi sono schiantato in bici in allenamento in Spagna”, racconta il canadese dell’Aston Martin su IG. “Dalle radiografie ho scoperto che avevo una frattura scomposta al polso destro, una frattura al polso sinistro, una frattura parziale alla mano sinistra e un’altra frattura all’alluce del piede destro”.
“Con l’inizio della stagione alle porte il momento non poteva che essere peggiore”, ha proseguito. “La squadra medica, all’inizio, credeva che non solo avrei perso i test, ma anche le prime gare. 48 ore dopo il mio incidente e a 12 giorni dalla prima gara il dottor Mir ha operato con successo il mio polso destro. Dopo l’operazione chirurgica, il dottor Mir mi ha detto che sarei tornato per Jeddah se avessi lavorato sodo ed era ottimista che avrei potuto gareggiare in Bahrain – ma era una flebile speranza”.
“Ancora oggi sono convinto che le sue cure mi abbiano portato a correre in Bahrain. Mi ha poi spiegato che le fratture della mano/polso sinistro e dell’alluce non potevano essere immobilizzate, non avrei dovuto forzare per guarire. La squadra medica si è assicurata che stessimo facendo qualsiasi cosa che mostrasse prove per la guarigione delle ossa. Inizialmente i progressi erano lenti, ho lavorato tanto a casa. Ma ogni giorno le cose sono migliorate e 4 giorni dopo l’operazione ho tolto il gesso”.
“Da lì è stato possibile pensare a correre in Bahrain. Il team medico ha ideato un programma che mi avrebbe aiutato a ripristinare mobilità e forza ai polsi. La riabilitazione è stata dura, ma con il sostegno di amici e famiglia ho superato tutto. E ce l’abbiamo fatta!”, ha concluso.
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