FIA | Ben Sulayem replica alle accuse di Mayer: “Provo pena per chi dice certe cose”

In precedenza, l'americano aveva dichiarato che l'attuale presidente avesse instaurato un "regno del terrore"

FIA | Ben Sulayem replica alle accuse di Mayer: “Provo pena per chi dice certe cose”

Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha risposto alle critiche del suo potenziale sfidante elettorale Tim Mayer, che lo aveva accusato di aver instaurato un “regno del terrore” all’interno della Federazione. Le dichiarazioni del dirigente emiratino arrivano in un momento delicato, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali previste per fine anno. Mayer, già steward in Formula 1 per 15 anni, ha ufficializzato la propria candidatura, sollevando dubbi sulla gestione di Ben Sulayem in termini di trasparenza, integrità e distribuzione del potere. In un recente intervento, l’americano ha parlato di un clima lavorativo “corrosivo”, dichiarando che lo staff si sentirebbe intimidito dal contesto creato all’interno della FIA.

In risposta, Ben Sulayem ha minimizzato la portata delle accuse: “Qualcuno mi ha detto che ho la pelle di Teflon. Non è così, semplicemente non leggo. Non ho tempo e quindi certe cose non mi riguardano perché non le conosco. Provo pena per chi dice queste cose. Mayer non è parte dello staff della FIA. Era uno steward, e questo non equivale a essere un membro interno dell’organizzazione”.

Il presidente ha poi ribadito che l’approccio attuale della FIA è centrato sui membri e sul motorsport in senso ampio, piuttosto che orientato al singolo promotore: “Se vogliamo far crescere il motorsport, dobbiamo ascoltare i membri. Sono loro che hanno fondato la FIA. Non voglio entrare in una campagna basata sulla paura o sulle risposte a dichiarazioni personali. Ognuno è libero di dire ciò che vuole. La lingua non ha ossa, si dice nella nostra cultura araba. Alla fine saranno i membri a decidere”.

Sul fronte delle motivazioni di Mayer, è stato sollevato anche il tema del suo licenziamento avvenuto nel 2023, che l’ex steward ha definito “un atto di ritorsione” in seguito a una divergenza di opinioni su una procedura sanzionatoria al GP degli Stati Uniti. Ben Sulayem ha però escluso ogni coinvolgimento diretto nella vicenda: “Quella questione riguarda Mayer e il sistema della FIA. Se ha qualcosa da dire, lo porti davanti alla Corte d’Appello Internazionale. Io non mi occupo di queste piccole cose. La FIA è più grande di questo”.

Alla domanda su quanto considerasse credibile la candidatura dell’americano, Ben Sulayem ha tagliato corto: “Non lo so. Sono impegnato su molte altre questioni, come il WRC, il WRX, l’Endurance. Saranno i membri a decidere chi scegliere”.

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