Ferrari, manca (anche) l’umiltà: SF-25 horror per un progetto fallimentare

La Scuderia di Maranello è una nobile decaduta della Formula 1, prima lo si ammette e prima se ne potrà uscire

Ferrari, manca (anche) l’umiltà: SF-25 horror per un progetto fallimentare

Il Gran Premio di Singapore ci ha consegnato l’ennesima figura impietosa della Ferrari. La Scuderia di Maranello ha chiuso in sesta e ottava posizione con Leclerc e Hamilton, prendendo una sberla non indifferente dalla Mercedes, diretta rivale per la lotta al secondo posto costruttori, in grado di dominare su un tracciato che in teoria avrebbe dovuto sfavorire la compagine di Wolff proprio in favore della Rossa. Così, ovviamente, non è stato: i due piloti, sin da inizio anno sono costretti a gestire le grosse lacune tecniche, strutturali e via dicendo di una monoposto orrenda, che gli ingegneri non hanno saputo correggere in alcun modo.

La sospensione posteriore portata a Spa e che fece tanto clamore, non ha risolto un bel nulla, e lo stesso Leclerc ha ammesso nel weekend di Marina Bay che, dopo una buona prova nelle Libere 1 tanto care a Frederic Vasseur, si è dovuto lavorare per limitare le prestazioni già di per sé non esaltanti della monoposto per via del famoso fondo, pattino, plank, quello che più vi aggrada. Tanto, qualsiasi parola ormai spendibile per quel che riguarda la Ferrari non potrà bastare per giustificare la stagione imbarazzante alla quale stiamo assistendo.

Monsieur Vasseur, per chi scrive, è stato un ottimo team principal nei primi due anni della sua gestione: tra una SF-23 di lascito binottiano inguardabile quanto la vettura attuale, anche se per motivi profondamente diversi, e una SF-24 in grado di lottare per il mondiale fino all’ultima gara (e che la Ferrari avrebbe vinto se non fosse stato per l’aggiornamento cannato da Cardile e compagnia a Barcellona, ndr), il francese si è sempre saputo comportare, anche davanti ai microfoni. Da qualche mese a questa parte, invece, ogni intervista rilasciata è un’accozaglia di scuse e arrampicatine sugli specchi che hanno stancato, dopo anni di continui “vinciamo l’anno prossimo”.

Non sono mancate le colpe della stampa brutta e cattiva, un classico a Maranello quando le cose non vanno bene, per usare un eufemismo. La Ferrari è una nobile decaduta della Formula 1, possiamo ammetterlo? Beh, noi sì: dall’inizio dell’era ibrida, ovvero 2014, la Scuderia ha vinto 27 gare. La Mercedes 118, la Red Bull 79 e la McLaren 19, diciotto delle quali racchiuse nelle ultime due stagioni. I numeri fanno la storia, sono quelli che contano nello sport, e scavalcano ogni cosa, ogni battutina, ogni scarico di colpa o scusa.

Se volete, possiamo parlare della storia, del marchio, del fascino della Ferrari. Tutto giusto, ma quando poi in pista si fanno figure barbine come ieri (solo l’ultima in ordine cronologico), con i piloti costretti a gestire dal primo giro, allora poi non veniteci a raccontare quanto la stampa sia crudele, quanto i tifosi siano esigenti (ci mancherebbe che non lo fossero). Raccontateci invece quanto si lavora male a Maranello da un numero indecifrabile di anni, resettate tutto, vi fate un bel bagno d’umiltà, costruite macchine vincenti, e allora, solo a quel punto, potrete alzare nuovamente il vessillo del Cavallino Rampante.

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