Ferrari, la prestazione in Qatar deve preoccupare in ottica 2024
Umiliata dalla McLaren e battuta dalla Mercedes: bastano due curve in appoggio e la Rossa sparisce
La colpa è sempre di qualche circostanza avversa, mai la propria. La Ferrari sparisce dai radar, infilata a destra e manca dai rivali diretti nel deserto di Lusail, e Vasseur fa il decalogo dei responsabili: graining, cordoli, gomme, stato di forma degli avversari, caratteristiche della pista. E ci vediamo alla prossima, sperando che le curve non siano troppe o troppo esigenti.
Perché, a stagione che per fortuna volge al termine, il problema della Rossa, di questa SF23, è sempre lo stesso: non appena la difficoltà del circuito si alza la macchina distrugge le gomme, soffre al posteriore e balla nelle curve veloci. Non appena ci sono due curve guidate in più il Cavallino si fa piccolo piccolo, becca trenta secondi dalla McLaren (!), si fa uccellare dalla Mercedes che doveva ricostruire la propria gara dal fondo. Quest’è, niente di più, niente di meno.
Stendendo un velo pietoso sul problema di Sainz, basta analizzare la gara di Leclerc per capire quanto questa Ferrari nei circuiti con tratti guidati non abbia risolto nessuno dei suoi problemi. Auto velocissima nei tracciati “stop and go” o con curve più o meno spigolose, dove fa valere la discreta efficienza aerodinamica, il motore e la trazione, la SF23 latita terribilmente di carico nelle pieghe più lunghe e veloci, un difetto esiziale in una F1 dove l’aerodinamica la fa da padrona.
Charles ha dovuto correre un GP del Qatar tutto in difesa, concentrandosi a gestire le gomme per non distruggerle e subendo suo malgrado i sorpassi dei rivali. Il secondo stint, su gomma media, è stato lentissimo, con il pilota a fine gara sinceramente sorpreso per il distacco abissale inflittogli dalle McLaren.
Proprio la crescita di Woking deve preoccupare non poco Maranello. La Rossa, è vero, ha vinto a Singapore una gara splendida, ma la maggior parte delle piste di F1 ha curve difficili, andare forte nelle curve veloci è l’essenza di questo sport e la Ferrari non può permettersi di scomparire ogni volta che i tracciati presentano tratti guidati. Così non si va da nessuna parte.
Urgono delle risposte, o quantomeno un cambio di approccio. Caro Fred Vasseur, non è colpa del graining, delle gomme e delle curve. E’ colpa della Ferrari che “scivola” nelle curve in appoggio, generando graining all’anteriore e distruggendo le gomme dietro perché soffre al posteriore. Non basta andare forte sul dritto, frenare e riaccelerare. Senza un passo in avanti dal punto di vista aerodinamico questa Ferrari farà tantissima fatica anche nel 2024, e la McLaren sembra crescere al doppio della velocità.
Antonino Rendina
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