F1 | Toto Wolff: “Nessuna pressione ai piloti per correre a Jeddah”

"Sono state date le rassicurazioni necessarie e noi le abbiamo riferite a loro", ha aggiunto

F1 | Toto Wolff: “Nessuna pressione ai piloti per correre a Jeddah”

Nel weekend di Jeddah ha tenuto banco purtroppo la questione sicurezza. Nel corso delle prove libere del venerdì infatti la città saudita è stata colpita da diversi attacchi missilistici provenienti dai ribelli yemeniti, tutti diretti alle basi Aramco, sponsor principale della manifestazione e della Formula 1 stessa. Nel corso di quella serata piloti, team principal, Liberty Media e FIA hanno tenuto una lunghissima riunione fiume. Ad un certo punto era netta la sensazione che Hamilton, Alonso e compagni avessero deciso di boicottare la gara, erano ormai le 4 di notte in Arabia, ma con l’arrivo dei capi delle squadre tutto sembra essere rientrato.

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Si è pensato ad una sorta di pressione da parte dei boss dei muretti, anche perché erano tutti concordi nel continuare il weekend, pur lasciando ai piloti la libertà di decidere se andare via o meno. In effetti, correndo in un paese dove i diritti umani non sono certo all’ordine del giorno, con diverse controversie anche nelle settimane precedenti al Gran Premio ha fatto storcere il naso di molti. I TP però, insieme a Stefano Domenicali e a Ross Brawn sono tornati a tarda notte per rassicurarli ulteriormente, ma stando a qualche voce del paddock di Jeddah pare ci siano state delle pressioni per non far saltare il weekend.

“Lo escludo, non c’è stata alcuna forzatura da parte nostra – ha ammesso Toto Wolff, team principal della Mercedes citato da GPFans. Ci sono state delle discussioni, e quando i team principal hanno parlato con i piloti penso che fosse tutto molto sensato e senza alcuna pressione, ma forse è stato percepito in modo diverso. Alla fine lo spettacolo è stato fantastico, è questo che lo sport dovrebbe fare. Sono stato qui cinque anni fa e ho visto un cambiamento in questo Paese, ma c’è ancora molto lavoro da fare, davvero molto”.

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