F1 | Pre-season finta e virtuale, il Circus non rispetta gli appassionati
E' tutto troppo finto per essere vero, ma a molti tifosi bastano le storielle sui social
Il mondiale 2022, quello della grandiosa, bellissima, immensa, rivoluzione regolamentare è alle porte ma gli appassionati stanno vivendo l’attesa della stagione in una grande bugia.
La Formula 1 di fatto si è nascosta, celata, molta forma, cavolate social, contenuti ad uso e consumo di bimbetti che pensano che i piloti siano teenager usciti da Dawson Creek e pochissima sostanza. Una specie di presa in giro ai tifosi, caldeggiata dai proprietari del Circus, i signori di Liberty Media che stanno facendo della spettacolarizzazione e del profitto un mantra da seguire pedissequamente.
E intanto nella settimana di presentazione delle nuove auto l’effetto è quello di un vero e proprio smarrimento. Abbiamo già ammirato la Haas VF-22 ed era un render digitale che sembrava uscito da un videogioco. C’è anche chi preso da una sorta di smania di analizzare, di farsi notare, con sindrome da primo della classe (di una classe in chiara difficoltà, sia chiaro) ha fatto la vivisezione tecnica del disegnino. Perché la regola base è che se non si ha nulla da raccontare tanto vale raccontare comunque ciò che passa il convento.
E così via i proclami, e le congetture su Hamilton, su Masi, sulle decisioni della FIA. La F1 ridotta ad inciucio e pettegolezzo, a teen drama, e a mancare sempre di più sono le automobili, le gomme, le frenate, insomma non si respira più una atmosfera racing (e certo perché è vietato allenarsi, guai a poter girare in pista, ma no spendiamo migliaia di euro per costosissimi simulatori).
Oscurare i test di Barcellona è stata una vigliaccheria, per dare poi la narrazione esclusiva delle nuove monoposto al Bahrain che ha sganciato fior fior di quattrini. Ma ancora peggio stanno facendo i team, in questa F1 fin troppo esasperata tecnicamente, che hanno trasformato le presentazioni delle nuove auto in non presentazioni – sono video preconfezionati e lanciati sui social – di non nuove auto, visto che le vere belve le vedremo solamente quando affonderanno gli artigli nell’asfalto.
Quindi, ricapitolando, agli appassionati non resta che l’attesa del primo GP. Il resto è una narrazione enfatica di ciò che in realtà non è, visto che commentiamo dichiarazioni ripetitive e immagini di monoposto che di fatto non sono vere. Eppure c’era un tempo non troppo lontano nel quale le squadre levavano i veli dalla vera monoposto, con i piloti fisicamente presenti, che magari subito dopo scendevano in pista. E li vedevamo come piloti, non come orsetti del cuore immortalati in risolini scemi ad uso e consumo del pubblico dei social network.
Adesso invece dovremmo emozionarci sempre di più per qualcosa che è sempre meno tangibile e sempre più virtuale. Servirebbero meno orpelli e più concretezza, meno facciata e più verità. Meno virtuale e più reale, con buona pace di chi confonde la vita vera con internet e con più rispetto per chi è ancora appassionato di corse, quella roba lì, dove ci stanno macchine con tanti cavalli difficili da tenere in pista e piloti con due attributi così a spingere sul gas con tecnica e coraggio.
Antonino Rendina
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