F1 | McLaren stellare in Ungheria, la Ferrari è contenta di fare da spettatrice
"E' andata piuttosto bene" afferma Vasseur. La soddisfazione per un quarto posto rende l'idea dello stato attuale della Rossa
“E’ andata piuttosto bene, siamo arrivato a 20″ dalla McLaren”, con queste poche, probabilmente sincere, parole, Fred Vasseur mette la sua controfirma da team principal all’attuale stato di mediocrità della Ferrari, una squadra che ormai non può far altro che accontentarsi di un piazzamento ai piedi del podio su un circuito sbandierato alla vigilia come favorevole.
In realtà dopo il difficile GP di Silverstone, proprio Vasseur si era lanciato in coraggiosi proclami, asserendo che la scuderia aveva compreso quali erano i problemi e come intervenire, e che a Budapest avremmo visto tutt’altra prestazione. “Fiduciosi per Budapest”, avevamo letto, mentre da Budapest il Cavallino esce con le ossa ancora una volta rotte, sverniciata in classifica Costruttori da una McLaren che ormai pratica un altro sport.
Su una pista non certo ostica né impegnativa – tra sette giorni a Spa la SF24 sarà messa a dura prova nelle curve veloci – la Ferrari ha recitato il ruolo della comparsa dal venerdì alla domenica, quarta e sesta in qualifica e quarta e sesta in gara, senza infamia e senza lode. Niente di disastroso, abbiamo visto di peggio, ma niente di esaltante o incoraggiante.
Quarta forza era e quarta forza è rimasta, nonostante il valzer grottesco degli aggiornamenti montati, bocciati, rivisti, e chi più ne ha più ne metta. Ciò che è certo è che come la metti la metti quest’auto non ha punti di forza, né il giro secco, né il passo gara. Si salvano i piloti, autori di una gara positiva, soprattutto Leclerc che ha ritrovato spunto e brillantezza dopo un fine settimana iniziato in salita con il botto di venerdì.
Difficile comprendere la soddisfazione del team principal nel post gara, difficile accettare una involuzione del genere, da protagonisti a comprimari, e pure felici. La Rossa non può ignorare l’attuale grandezza della McLaren. La scuderia inglese, con meno risorse di Maranello, ha sfornato una vettura favolosa, cresce gara dopo gara, con la doppietta di Budapest si è candidata con autorevolezza al mondiale Costruttori.
Anche la gestione dei piloti, per quanto se ne possa dire, è stata impeccabile. Norris ha lealmente obbedito al team, in nome di un interesse superiore, Piastri ha vinto meritatamente e ha corso come un veterano, con una freddezza sorprendente. Andrea Stella in due anni ha plasmato una squadra che è potenzialmente già vincente. Ecco, a Maranello in questi anni non si è mai avuta questa sensazione di crescita costante. Mentre gli altri lavorano e crescono, il Cavallino fa le montagne russe, sbagli aggiornamenti, resta senza direttore tecnico nel bel mezzo della stagione, vede gli altri col binocolo, e conta i secondi che la separano dal primo posto. Per poi dichiararsi anche soddisfatta del distacco.
Antonino Rendina
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