F1 | Magnussen: “La Formula 1 non è come l’avevo immaginata”

"Se da bambino mi avessero detto 'Kevin, sarai felice per un settimo posto', mi sarei ammazzato!"

F1 | Magnussen: “La Formula 1 non è come l’avevo immaginata”

Il pilota della Haas, spera per quest’anno di poter puntare per le posizioni di vertice e non faticare per arrivare ad un settimo posto. Il danese ha vissuto la stagione più impressionante della sua carriera nel 2018, finendo al nono posto assoluto.

Nelle ultime stagioni il divario tra i team è stato significativo e nessuna squadra al di fuori dei primi tre ha registrato una vittoria in gara dall’introduzione del motore turbo-ibrido V6 nel 2014.

Riflettendo sulla sua carriera, Kevin Magnussen ha ammesso che nonostante qualche soddisfazione, non è questo che sperava di ottenere una volta arrivato in Formula 1:

“È così lontano da quello che immaginavo… la mentalità che ho ora è così lontana da tutto ciò che pensavo di avere. Questa parte fa davvero schifo, non è affatto divertente, ma è ancora la Formula Uno e tu provi ancora piacere nel fare un buon lavoro, certo, ma non vedo l’ora che un giorno cambierà. Se da bambino mi avessero detto ‘Kevin, sarai felice per un settimo posto’, mi sarei ammazzato! Questa però è la situazione, a meno che tu non sia in uno dei tre top team, ti devi dimenticare dei podi e vittorie. E’ triste. Ci fa piacere quando otteniamo qualcosa di più e speriamo che un domani potremo festeggiare per un podio o una vittoria, chi lo sa“.

Durante la scorsa stagione non sono mancate delle tensioni con Fernando Alonso e Pierre Gasly ed in merito a questo, il danese ha ammesso che questo approccio aggressivo si crea quando c’è uno squilibrio tra le gerarchie in Formula 1:

“Cerco di trarre il massimo dalla situazione in cui mi trovo. Quando combatti a volte ti trovi in ​​una situazione in cui non hai nulla da perdere. Se stai combattendo per un campionato e guidi per Mercedes, Ferrari o Red Bull, sei sicuro di arrivare tra i primi sei: otterrai sempre punti, quindi potresti anche accontentarti di un sesto posto invece di rischiare tutto per il quinto. Se sei nel centro gruppo, ti trovi decimo ma sei stato superato,quindi devi prendere un rischio maggiore. Questa è la differenza. Ho lottato in altri campionati prima (nelle categorie junior, ndr) e lì guidavo in modo diverso ma, è così e non possiamo farci niente”.

Mentre Magnussen dubita che ci sarà mai una completa eguaglianza nelle prestazioni, secondo il suo punto di vista, dovrebbe esserci più possibilità per i team minori di competere regolarmente:

“La situazione ideale per la Formula 1 sarebbe quella di avere un campo molto più vicino. Avrai sempre la squadra vincente e quelle squadre saranno di solito Mercedes e Ferrari ma sarebbe bello se squadre più piccole, come Haas, avessero la possibilità di vincere una volta ogni tanto, salire sul podio un paio di volte l’anno e avere qualcosa per cui lottare, avere qualche speranza. Solo il fatto che affronti il weekend non pensando al podio…”.

Alla domanda se avesse trovato facile adattarsi alle realtà moderne della F1, ha aggiunto: “Non ancora! Spero di non esserlo mai, perché non voglio provare troppa soddisfazione per essere il migliore del resto dei piloti. Devi cercare di prendere delle motivazioni e guidare te stesso verso il miglioramento e il duro lavoro, costruire la motivazione per te e il team. Ti devi impostare dei piccoli obiettivi per raggiungere questi grandi obiettivi. Naturalmente, è impossibile, ma il mio obiettivo come il pilota da corsa è di diventare campione del mondo”.

Magnussen ha parlato dell’occasione mancata alla McLaren, dopo la chance nel 2014. Infatti, il suo posto è stato preso da Fernando Alonso:

“Sono uscito dal programma piloti emergenti e ho perso il posto per lasciarlo a Fernando. Conosciamo tutti quella storia ed è tutto un po’ frustrante, ma comunque è la situazione in cui mi trovo adesso. Le mie possibilità sono sicuramente diminuite perché è difficile emergere da questo gruppo, vedi piloti come Hulkenberg e altri ragazzi, ancora nessun podio e sono grandi talenti che non hanno mai la possibilità. Io sono in quel gruppo ora. Ma mai dire mai, Bottas lo ha dimostrato, così come Mark Webber e Jenson Button che ha addirittura vinto il titolo mondiale. Queste cose possono accadere ma è una piccola speranza che ho”.

 

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