F1 | L’invincibile Max Verstappen
Il campione olandese corre con il piglio e l'autorevolezza del dominatore, risultando quasi imbattibile
Un giorno, magari non troppo lontano, dovremo pur capire perché la narrazione di questo mondiale 2022 finisce quasi per ignorare un dato obiettivo: questo campionato ha un padrone assoluto, Max Verstappen. Il pilota olandese della Red Bull sta dominando il campionato, lo raccontano le otto vittorie e i dieci podi complessivi in tredici prove, nonché gli ottanta punti di vantaggio su Charles Leclerc.
Il racconto ferrari-centrico del mondiale perso, buttato al vento per la poca affidabilità, le strategie bislacche, gli errori della squadra e più saltuariamente del pilota, non rende giustizia a Verstappen, che non è dominatore per caso o soltanto per errori altrui, ma perché è un fuoriclasse che sa come vincere.
Verstappen si è fatto conoscere al grande pubblico per il talento funambolico e sopra le righe, per l’impulsività, le grandi imprese, gli attacchi all’arma bianca, ma pian piano è cresciuto, nella guida, nella tempra, nello spessore. Le intemperanze di un giovane fenomeno lanciato nella mischia a fare ammuina hanno lasciato il passo alla compostezza di un pilota autorevole che non mette mai le ruote fuori posto e gestisce in modo impeccabile macchina, gomme, gare e anche avversari.
La vittoria di Budapest, quasi impensabile alla vigilia, è la fotografia perfetta dell’acquisita grandezza del campione del mondo in carica. Il Verstappen di oggi per come guida ricorda il miglior Michael Schumacher. Dinanzi alle difficoltà, in questo caso la quinta fila di sabato, non si scompone, martella sin dal primo giro do gara, risale la china, azzanna la preda, gestisce la corsa, vince. Con meno effetti speciali rispetto al passato, ma è un corridore implacabile in gara, che quando proprio non può arrivare primo limita i danni, ma è sempre lì. Praticamente una sentenza.
Perfettamente assecondato da una squadra prima efficiente e poi competitiva, pienamente e a suo agio con una RB18 (auto sottovalutata), nel vederlo danzare tra le curve, giro dopo giro, si ha la netta sensazione di uno spessore e di una autorevolezza superiori, quasi di una invincibilità. L’olandese non parla molto, non si abbandona a proclami roboanti, sembra quasi incassare nelle prove libere e in qualifica la superiorità prestazionale sul giro secco della Ferrari, pronto però a sferrare il suo gancio, spesso stordente, spiazzante, un colpo unico che mette k.o. rivali già in confusione per fatti loro.
E’ una sfida impari. Da un lato il tremendismo Ferrari, gli alti e i bassi, le emozioni e i sussulti spesso seguito da disordine, errori e delusioni. Dall’altro lato la calma dei forti, la compostezza, l’approccio maturo di una team e di un pilota che – semplicemente – sanno vincere. Attualmente tra Verstappen e le Ferrari c’è un divario di spessore, maturità, forza, non facilmente colmabile. Ma riassumibile in quegli ottanta punti di distacco che non devono stupire più di tanto, basterebbe osservare come corre l’olandese. In modo divino. Forse imbattibile.
Antonino Rendina
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