F1 | Leclerc emoziona come Gilles, ma gli manca la pazienza di Sainz
Cuore e ragione, il diverso approccio dei piloti Ferrari
Funambolico, spettacolare. Oltre i limiti della monoposto e capace di pensare manovre di sorpasso in punti impossibili, esaltando la platea e dimostrando la grande generosità di guida. Charles Leclerc è uno di quei piloti che guida col cuore, di istinto, chiude la visiera e attacca, ogni mattonella di pista è quella buona per un “numero”, per un azzardo.
Contro Perez Leclerc sembrava Neymar che fa finte e controfinte al malcapitato difensore di turno. Lo ha uccellato due volte all’esterno, lo ha costretto al “fallo”, con una monoposto obiettivamente inferiore ha mandato al manicomio un pilota esperto come il messicano. Per non parlare degli attacchi tentati su Ricciardo, su Vettel, per la furia con cui corre quando deve rimontare.
Guardare Charles guidare è come un tuffo nel passato; ha quel modo di correre vecchio stampo, romantico, da cavaliere del rischio, l’occhio ceruleo e un po’ malinconico che s’accende quando la visiera s’abbassa. La generosità, la guida spettacolare, ricordano un po’ la guida spericolata e senza compromessi di Gilles Villeneuve. Oppure, per non scomodare i mostri sacri, l’approccio aggressivo e generoso ricorda anche quello di Jean Alesi, altro pilota entrato nel cuore dei tifosi Ferrari per il suo modo di correre all’attacco.
“L’istinto ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Eppure tanto spettacolo, tanta aggressività, emozionano ma pagano solo parzialmente. Charles pecca leggermente di irruenza, è travolgente ma anche frettoloso, getta il cuore oltre l’ostacolo e con esso anche la monoposto, in frangenti nei quali però potrebbe aspettare qualche istante in più, ragionare. Le manovre esaltano, ma sono rischiose, tutto ciò ha un prezzo, la F1 odierna richiede nervi saldi, freddezza, calcolo.
Carlos Sainz sembra l’esatto opposto. E’ un “passista”, un finisseur che punta tutto sul ritmo e aspetta il momento buono per lo scatto. Sa aspettare, è paziente, non è sovrastato dalla fretta o dalla voglia di spaccare il mondo, sale al suo passo, ma riesce a massimizzare il risultato. Quasi non lo vedi, non dà spettacolo, ma te lo ritrovi subito dietro ai primi, in crescendo. Lo spagnolo è solido, consistente, ed è un martello di regolarità. Quando poi le condizioni sono favorevoli sa anche attaccare, in modo chirurgico e fulmineo.
Non è questione di giusto o sbagliato, semplicemente i dioscuri della Ferrari hanno un approccio alla gara diametralmente opposto. E’ il talento di Leclerc, però, quello che va incanalato, limato, cesellato. Perché la classe del monegasco è straripante, esplosiva, superiore alla media. E va affinata laddove emergono limiti. Come insegna il pacato, ma micidiale e concreto, Carlos: “Le gare sono lunghe, serve pazienza”.
Antonino Rendina
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