F1 | GP Turchia, curva 8 sarà un banco di prova importante per le gomme

Tutto pronto all’Istanbul Park per il ritorno del Gran Premio di Turchia, 14° appuntamento di questo mondale 2020 di Formula 1. Dopo un’assenza lunga otto anni, il circuito turco rientrerà all’interno del calendario mondiale, con il focus di tutti gli addetti ai lavori che sarà puntato sulla mitica curva 8.

Una piega verso sinistra praticamente “infinita” che metterà sotto sforzo non solo il collo dei piloti, visto l’elevato carico aerodinamico delle vetture di nuova generazione, ma anche le stesse mescole, le quali dovranno gestire degli sforzi elevati.

Istanbul Park è una pista poco utilizzata e non essendoci gare di contorno nel corso del fine settimane, squadre e piloti troveranno un asfalto “green”, ovvero poco gommato, aspetto che renderà difficile il setting corretto delle monoposto, almeno nelle libere di venerdì.

“La Turchia è una delle tante novità di questo calendario 2020 in Formula 1″, ha dichiarato Mario Isola. “Sebbene sia un tracciato dove abbiamo già corso in passato, a tutti gli effetti possiamo considerarlo come un circuito nuovo, specialmente dato il nuovo asfalto”.

“Istanbul Park impone una grande sfida in termini di carichi sui pneumatici, motivo per cui l’allocazione comprende le tre mescole più dure della gamma, proprio come a Portimao, anche se forse il nuovo asfalto potrebbe essere meno severo”, ha proseguito l’Ingegnere italiano. “Come spesso è avvenuto in questa stagione ‘anomala’, le informazioni raccolte nelle prove libere saranno assolutamente cruciali, non solo per quanto riguarda i livelli di degrado, ma soprattutto per l’usura su un tracciato così impegnativo”.

“Ovviamente, sarebbe incompleto parlare di Istanbul Park senza citare la famosa Curva 8: quest’anno probabilmente sarà percorsa in pieno da questa generazione di F1 ad alta deportanza, aumentando di conseguenza i carichi sui pneumatici. Non sarà una gara facile, quindi gestire correttamente le gomme sarà un aspetto fondamentale di questo fine settimana”, ha concluso.