F1 | GP del Bahrain: l’analisi delle qualifiche

La Ferrari torna in pole davanti a Red Bull e Mercedes. Bene i motorizzati Ferrari

F1 | GP del Bahrain: l’analisi delle qualifiche

La prima qualifica della stagione si tinge di rosso. Sotto i riflettori del circuito di Sakhir, la Ferrari torna a risplendere grazie alla pole position conquistata da Charles Leclerc, ancora una volta decisivo sul giro secco. Terza l’altra Rossa, quella di Carlos Sainz, a ulteriore conferma della competitività mostrata dalla F1-75 nelle prove ufficiali. Tra le due monoposto di Maranello si è inserito Max Verstappen, il quale non ha nascosto un pizzico di rammarico per una qualifica fatta di alti e bassi, nonostante la prima fila rappresenti comunque un buon punto di partenza per poter attaccare la testa della corsa sin nei primi metri.

A chiudere la seconda fila sarà Sergio Perez con l’altra Red Bull, staccato di circa tre decimi dalla vetta ma fiducioso di poter dire la sua in gara, in particolare dopo la buone indicazioni ricavate dalle simulazioni completate nelle libere. Più distante la Mercedes, quinta con Lewis Hamilton e nona con George Russell, alle prese con una mancanza di prestazioni che conferma le difficoltà incontrate nel prestagione. Lontane anche McLaren e Aston Martin, con le due vetture di Silverstone entrambe eliminate in Q1. Di umore opposto gli altri motorizzati Ferrari, con Alfa Romeo e Haas soddisfatte rispettivamente per un sesto e settimo posto in griglia che ha il sapore di una piccola vittoria.

Ferrari in pole, Red Bull pronta a dar battaglia

Quindici anni dopo, la Ferrari torna davanti a tutti nella gara d’apertura del mondiale. Per la Rossa di Maranello, la nuova era della Formula 1 non poteva iniziare in maniera migliore, proprio su quel tracciato dove tre anni fa Charles Leclerc conquistò la sua prima pole position in carriera. Una prima fila che giunge al termine di un programma di lavoro nelle libere differente da quello della concorrenza, incentrato sull’estrarre il massimo dalla vettura sul giro secco, complice la grande quantità di dati accumulata durante i test per le simulazioni con alto carico di carburante a bordo. “Siamo tutti molto felici per questo risultato ma sappiamo perfettamente che non ci possiamo rilassare nemmeno un secondo e dobbiamo continuare a spingere perché i nostri rivali sono molto forti. In questo weekend ci siamo concentrati soprattutto sul giro veloce perché avevamo portato a casa molti long run con alto carico di carburante durante i test. C’era bisogno di scoprire la vettura in configurazione da qualifica e la F1-75 ha risposto molto bene. Oggi l’aspetto più difficile è stato mettere le gomme nella giusta finestra di esercizio, ma ci siamo riusciti e devo dire che ad essere tornati in pole ci si sente veramente bene!”, ha spiegato il monegasco nelle interviste, sottolineando come la preparazione svolta sulla lunga distanza durante le prove prestagionali sulla stessa pista abbia consentito di giungere al primo appuntamento con una buona base di lavoro, lasciando così l’opportunità di concentrarsi sugli aspetti prestazionali.

Il confronto in Q3 tra Leclerc e Verstappen

Elementi che si sono poi aggiunti al talento del Ferrarista nell’attacco al tempo, capace di trovare quei centesimi utili per strappare la pole position dalle mani di Max Verstappen e regalare al team i primi sorrisi dell’anno. Una prestazione costruita anche in quelle zone in cui al venerdì la F1-75 sembrava essere in leggera difficoltà rispetto RB18, come il rapido cambio di direzione all’inizio del secondo settore, percorso dal monegasco con una velocità di circa 7 km/h più alta rispetto all’olandese della Red Bull. Osservando la telemetria emerge come in corrispondenza di curva sette, infatti, il portacolori del Cavallino fosse stato in grado di mantenere l’acceleratore spalancato, mentre Verstappen avesse dovuto parzializzare scendendo sotto il 60% del pedale. Altro elemento da portare all’attenzione è la differenza in termini di marcia usata in quel tratto della pista, Leclerc in sesta, Verstappen in quinta. Una discrepanza dalle molteplici interpretazioni, soprattutto per quanto riguarda il pilota di Hasselt, come la necessità di dover usare una marcia più bassa per aver maggior spunto nel momento in cui sarebbe tornato sull’acceleratore, oppure per far scivolare leggermente il posteriore e aiutare la fase di rotazione nell’ingresso della sequenza.

Differenze ravvisabili anche in altri punti della pista, a partire da curva quattro, dove i due protagonisti della lotta per la pole avevano privilegiato fasi diverse della curva. Verstappen aveva cercato di portare maggior velocità in ingresso, mantenendo una traiettoria più larga grazie all’ampia via di fuga, mentre Leclerc aveva seguito l’approccio opposto, optando per una linea meno vantaggiosa in entrata ma che gli consentisse di raddrizzare rapidamente la vettura in uscita, tornare prima sull’acceleratore e migliorare la fase di trazione. Interpretazioni che si sono poi completamente ribaltate in curva dieci, l’altro tratto della pista su cui posare l’occhio, soprattutto perché dà l’opportunità di osservare uno degli elementi in cui la Ferrari è stata il punto di riferimento per l’intero fine settimana. In quella che si presenta come una delle zone più lente del tracciato, l’aspetto più complicato è evitare il bloccaggio in entrata, dato che il bilanciamento si sposta repentinamente verso l’avantreno con quest’ultimo impegnato contemporaneamente sia nell’indirizzare che rallentare la vettura.

In questo caso, Verstappen non ha tradito il suo stile, mantenendo una linea leggermente più ampia in ingresso e anticipando il momento della frenata, ma non per portare maggior velocità in entrata, bensì per sfruttare al massimo la vettura in uscita per il lungo rettilineo successivo. Un settore che, invece, Leclerc ha letto in maniera opposta, optando per una linea più stretta e aggressiva nella prima fase della curva, consapevole di avere dalla sua una monoposto che fino a quel momento si era dimostrata molto competitiva in accelerazione dalle basse velocità. Una competitività probabilmente figlia di una buona gestione della gomma in trazione così come della gestione della Power Unit nella prima fase del rettilineo, quella in cui la F1-75 si è confermata più rapida. Chiaramente sono solo i primi riferimenti di una lunga stagione, ma se la Rossa dovesse riconfermarsi sotto questo aspetto anche nei prossimi appuntamenti si tratterebbe di un segnale incoraggiante per la squadra diretta da Mattia Binotto.

A prendere il via dalla seconda casella sulla griglia sarà quindi Verstappen, nel complesso soddisfatto per un buon avvio di stagione, anche se qualche difficoltà dal punto di vista del bilanciamento non gli ha permesso di trovarsi completamente a suo agio con la vettura: “Nel complesso, non è una brutta posizione in cui trovarsi, naturalmente si vuole sempre di più, ma questo è un inizio di stagione positivo. Penso che abbiamo una buona macchina, anche se ci sono ancora un sacco di cose da imparare. Il Q2 è stato buono, ma il Q3 è stato un po’ più difficile e non sono riuscito a trovare il giusto bilanciamento. C’era un po’ di sovrasterzo e sottosterzo, quindi non si può davvero attaccare la curva, il che rende abbastanza difficile mettere insieme quel giro, quindi è qualcosa che dovremo esaminare”, ha spiegato l’olandese, che nutre maggior fiducia in vista della corsa, dove i riferimenti del venerdì lo ponevano tra i potenziali protagonisti.

Terza l’altra Ferrari, quella di Carlos Sainz, soddisfatto per il passo in avanti mostrato rispetto alla giornata di ieri, quando non si sentiva totalmente soddisfatto del comportamento della monoposto. Un feeling ritrovato in qualifica, tanto da renderlo un serio contendente nella lotta alla prima fila, mancata per soli sei millesimi a favore dell’olandese della Red Bull. Nonostante un ottimo primo settore, tra i più rapidi in assoluto dell’intera sessione, il tratto in cui lo spagnolo ha accusato buona parte del distacco è stato il rapido cambio di direzione di curva sei-sette, dove il suo compagno di casacca era riuscito a mantenere un approccio più aggressivo portando maggior velocità in percorrenza. Il decimo e mezzo di ritardo accumulato nel secondo intertempo ha vanificato quanto Carlos era stato in grado di costruire nella prima parte del tracciato, nonostante comunque la terza casella dalla parte pulita della griglia gli darà comunque l’opportunità di potersi giocare le sue carte in partenza. Quarto tempo per Sergio Perez, più staccato dai rivali, ma comunque soddisfatto per una buona seconda fila che lo mette nelle condizioni di poter lottare per un buon risultato in gara. Il messicano ha pagato il distacco accumulato nel primo settore, specie in uscita di curva uno, e nel tratto finale della pista, dove il pilota di Guadalajara ha aggredito eccessivamente il cordolo interno dell’ultima curva, sbilanciando la vettura e perdendo quello spunto necessario in trazione per lanciarsi sul rettilineo finale.

Mercedes rincorre

Dopo anni passati nelle zone più nobili della classifica, leggere di una Mercedes in terza fila a oltre sei decimi dalla pole potrebbe sembrare strano. Ma la realtà dei fatti racconta di una vettura che per ora non ha risposto alle aspettative degli ingegneri, ponendo la casa di Stoccarda di fronte a una situazione in cui sono loro a dover rincorrere gli avversari. Il quinto posto era il massimo che si poteva estrarre dalla monoposto nel sabato bahreinita e sotto questo aspetto Hamilton non ha deluso, ma è chiaro che la squadra non possa essere soddisfatta dell’attuale stato di forma. Al momento la monoposto manca di carico aerodinamico e, più in particolare, non riesce a essere competitiva in uscita dalle curve più lente in fase di trazione, elementi in cui i due piloti della Stella nelle qualifiche hanno evidenziato gap piuttosto importanti. Situazione che però si è proposta sopratutto sul giro secco, mentre potrebbe essere leggermente più competitiva sulla distanza, anche se è difficile immaginare che i valori in campo possano cambiare in maniera significativa.

“La sessione è stata dura ma sono davvero orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare, visti i problemi che abbiamo avuto la scorsa settimana. I ragazzi davanti a noi sono su un altro livello al momento, ma c’è molto da giocare domani alla partenza e con la strategia, quindi spero di poter almeno stare con loro e rimanere nella lotta. Non siamo abbastanza veloci per vincere, ma ve l’ho detto prima del weekend”, ha spiegato il sette volte campione del mondo durante le interviste. Un altro inconveniente è quello del porpoising, che anche durante le qualifiche ha creato diversi problemi ai due portacolori della squadra tedesca, in particolare prima dell’ultima curva. Già nelle libere del venerdì si era visto George Russell allontanarsi dalla linea ideale, probabilmente per cercare una parte d’asfalto meno sconnessa che potesse in qualche modo attenuare quel saltellamento sugli allunghi visto anche durante i test. Un fenomeno che si è poi riproposto in maniera rimarcata anche nella giornata successiva, inficiando non solo sulle velocità massime in quel tratto di pista, ma anche sulla stabilità della vettura prima della fase di frenata, andando ulteriormente a complicare il lavoro dei piloti. La stagione è ancora lunga e il team è fiducioso di migliorare il pacchetto nelle prossime settimane, ma ci sarà da lavorare duramente: “Nessun cambiamento di set-up risolverà questi problemi a breve termine. Sicuramente non ci aspettavamo di essere quinti, e quindi sono felice di essere lì. I ragazzi davanti sono molto più veloci. Ma sì, so che c’è del potenziale, e penso che dobbiamo solo lavorare molto, molto velocemente ed essere precisi nelle prossime settimane per cercare di chiudere quel gap il prima possibile”, ha poi aggiunto Hamilton.

Il confronto tra Leclerc e Hamilton

Solamente nono George Russell, lontano dai primi sia come posizione che come tempo, anche se il risultato finale non racconta tutta la storia. Ripetendo il suo miglior crono di sessione ottenuto nel Q2, infatti, l’inglese avrebbe potuto piazzarsi in griglia davanti al compagno di squadra, ma la decisione concordata con il team di provare qualcosa di diverso nell’outlap dell’ultimo tentativo con l’unica gomma nuova a disposizione, non ha dato l’esito sperato. “Oggi non è stato l’ideale per me, sono andato un secondo più lento in Q3 rispetto alla Q2; con un solo set di gomme fresche per la Q3, ho provato qualcosa di diverso nel mio out-lap e non ha funzionato. Sono contento di aver provato qualcosa di diverso perché vogliamo lottare con Ferrari e Red Bull. Forse era troppo rischioso, ma siamo qui per lottare per il podio e la vittoria, non per accontentarci della quinta e sesta posizione”, ha spiegato Russell. L’idea era quella di completare un giro di preparazione più rapido dei precedenti, strategia che però con il senno di poi non lo ha posto nelle condizioni di poter scaldare a dovere le gomme, tanto da giungere al bloccaggio in curva uno. Una tattica che secondo il team è costato al britannico un gap compreso tra i sette e gli otto decimi, abbastanza per risalire sino alla terza fila.

Bene i team motorizzati Ferrari

Chi si è ritagliato un ruolo di primo piano nella lotta della midfield sono le altre due squadre motorizzate Ferrari, Alfa Romeo e Haas, protagoniste di una qualifica forse anche al di sopra delle più rosee aspettative. I test avevano raccontato di un’Alfa rapida ma poco affidabile, con qualche problema di gioventù in particolare alla parte idraulica, complice la scelta di non appoggiarsi completamente ai componenti Ferrari per sviluppare alcune soluzioni in proprio che garantissero maggior libertà progettuale. Mettendo da parte il discorso affidabilità, i dati del prestagione mostravano una vettura nel complesso solida, dal buon potenziale, specie sul passo gara, data la costanza esibita durante le numerose prove sulla distanza completate con entrambi i piloti. Tuttavia, alla vigilia del primo appuntamento stagionale forse in pochi avrebbero puntato su un’Alfa in grado di conquistare la sesta posizione in griglia, mantenendo oltretutto il distacco dalla vetta intorno al secondo, un ottimo risultato se posto nel giusto contesto.

“Essere in terza fila nelle nostre prime qualifiche insieme è un grande risultato e dobbiamo essere soddisfatti, sia io che la squadra” – ha spiegato Valtteri Bottas durante le interviste, sottolineando la sua soddisfazione per la prestazione odierna -. “Sono orgoglioso del lavoro fatto da tutti, qui e in fabbrica: sapevamo di avere la possibilità di essere in Q3, ma è stato bello farlo davvero quando tutti si sono presentati con tutto quello che avevano. Ora ci concentriamo sulla gara: il nostro ritmo nel long run sembrava anche migliore di quello del giro singolo, quindi possiamo essere nella lotta. I primi quattro sono probabilmente fuori portata per tutti, ma sarebbe bello avere una battaglia con la Mercedes. In ogni caso, questo è l’inizio del nostro viaggio e voglio che guardiamo avanti e non indietro: vogliamo portare a casa buoni punti”, ha poi aggiunto il finlandese. Nella sua nuova avventura con il team svizzero, Bottas ha mantenuto alcune delle peculiarità più note che avevano caratterizzato il suo stile di guida durante il periodo passato in Mercedes, specie per quanto riguarda l’aggressività in ingresso curva. Uno stile che gli ha permesso di mantenersi competitivo in quei tratti dove vi era una maggior libertà in termini di traiettorie, come curva uno, quattro o dieci, ma che nulla ha potuto per arginare il distacco nelle zone più rapide dove i top team l’hanno fatta da padrone, come i curvoni veloci e i cambi di direzione più rapidi, dove la C42 aveva dimostrato di avere qualcosa in meno già durante le libere. Se messo a confronto con le altre scuderie di centro gruppo, tuttavia, la prestazione odierna non può far altro che far tirare un sospiro di sollievo ai tecnici del team di Hinwil, confermando quel potenziale che i problemi dei test di Barcellona avevano in parte tenuto nascosto.

Altrettanto positiva è la giornata della Haas, nuovamente tra i primi dieci dopo oltre due anni d’assenza dalla Q3. La speranza era che gli sforzi degli ultimi due anni per sfruttare al massimo la rivoluzione regolamentare non fossero vani, ma che anzi consentissero alla squadra americana di tornare a lottare stabilmente per un piazzamento nei punti. Così è stato e la VF-22 nelle mani di Kevin Magnussen ha mostrato un ottimo stato di forma, nonostante qualche problema di idraulica che tra Q2 e Q3 non ha permesso al danese di estrarne l’intero potenziale. I lavori necessari per ultimare le riparazioni al circuito idraulico, tra cui quelle del servosterzo, hanno infatti privato il portacolori della Haas dell’opportunità di effettuare un solo tentativo con gomma nuova nell’ultima manche, dovendosi così accontentare di un settimo posto: “È pazzesco. Questo è tutto quello che avremmo mai potuto sperare, sono senza parole. Arrivare qui, imparare a conoscere la macchina, vedere che forse è piuttosto buona ed essere così ansiosi di questa qualifica. Sono arrivato in Q3 sfruttando un solo set di gomme. Poi abbiamo avuto qualche problema che ha richiesto più tempo per essere risolto, quindi abbiamo avuto a disposizione un solo tentativo in Q3 e sono riuscito a ottenere la settima posizione”, ha spiegato il pilota di Roskilde, sottolineando l’impossibilità di effettuare un secondo tentativo in Q3 nonostante fosse stato in grado di conservare due set nuovi grazie al buon tempo ottenuto nella manche centrale.

A concludere la top ten Fernando Alonso e Pierre Gasly, complessivamente soddisfatti del risultato odierno. Per l’Alpine era importante andare a caccia di conferme, non solo per comprendere la bontà di una Power Unit completamente rivista, ma anche per mettere da parte tutti quei problemi di affidabilità che avevano minato l’andamento dei test. Nel complesso la vettura si è ben comportata e gli aggiornamenti portati per il primo appuntamento della stagione sembrano aver dato gli effetti sperati, anche se non hanno permesso di tenere il ritmo dei motorizzati Ferrari più veloci nel giro secco. L’obiettivo è quello di confermarsi anche in gara, portando a casa punti importanti: “Sono contento delle qualifiche di oggi, perché dopo l’inverno non si sa mai esattamente dove saranno le prestazioni della squadra. Ogni nuova stagione si possono avere sorprese positive o negative, quindi vedere entrambe le vetture lottare per la top ten è un buon inizio. Il lavoro fatto durante l’inverno a Enstone e Viry-Chatillon è stato chiaramente positivo e la monoposto si comporta bene”, ha spiegato lo spagnolo. Decima posizione in griglia per Pierre Gasly, con un’AlphaTauri che ha evidenziato diversi problemi di bilanciamento, specie all’abbassarsi delle temperature in serata. La necessità di dover utilizzare tre set di gomme nuove già nella prima manche ha reso più complicato riuscire ad essere competitivi in Q3 ma, date le aspettative e la posizione del compagno di squadra, la quinta fila può essere accolta positivamente, consci che la sfida durante la corsa sarà ancora più ardua.

Delusione McLaren e Aston Martin

Il primo pilota al di fuori della top ten è Esteban Ocon, penalizzato dall’impossibilità di utilizzare l’ultimo pacchetto di aggiornamenti introdotto dall’Alpine nella zona delle fiancate, andato distrutto durante le prime prove libere. Un problema che si è aggiunto a qualche piccola sbavatura in uscita di curva due e in entrata di curva dieci durante il suo ultimo giro della seconda manche, dove in entrambe le occasioni aveva perso il posteriore della vettura. Con distacchi così contenuti, ogni dettaglio può fare la differenza e sono stati proprio quegli elementi ad escluderlo dalla top ten per poco più di mezzo decimo.

Dodicesimo Mick Schumacher, autore della sua migliore qualifica in carriera dal punto di vista del piazzamento, ma con qualche rimpianto per quella che avrebbe potuto essere la sua prima Q3. Durante l’ultimo tentativo, infatti, il tedesco è giunto all’errore in curva undici dopo aver perso il retrotreno, finendo così nell’ampia via di fuga. Nonostante il tempo nel primo tratto fosse più lento di qualche centesimo rispetto a quello ottenuto in precedenza, prima dell’errore il portacolori della Haas era stato in grado di migliorare il proprio crono in quasi tutti i micro-settori del secondo intertempo, segnale che vi fosse il potenziale per migliorare la posizione in classifica. Difficile dire se poi sarebbe stato sufficiente per passare il turno e arrivare all’ultima manche, ma probabilmente lo avrebbe posto in lotta con Esteban Ocon per un buon piazzamento dalla parte pulita della griglia.

Chi non ha potuto nascondere la propria delusione è la McLaren, vittima di due settimane da incubo in Bahrain tra test e qualifiche, concluse con una tredicesima e diciottesima posizione. L’impossibilità di girare con costanza nei test a causa dei problema con il surriscaldamento dei freni ha influito negativamente sulla preparazione del team di Woking, che è giunto al primo appuntamento della stagione con un chilometraggio ridotto rispetto alla concorrenza: “Sentimenti contrastanti oggi. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro con quello che avevamo, semplicemente non siamo così veloci come vorremmo essere. Sento che ho fatto un buon giro e avevamo un buon piano. Abbiamo fatto alcuni miglioramenti ma, naturalmente, lo stesso vale per tutti gli altri. Abbiamo bisogno di trovare ritmo in macchina, ma penso che abbiamo massimizzato quello che avevamo oggi e cercheremo di guadagnare qualche posizione in più domani”, ha spiegato Norris. Il suo compagno di squadra, Daniel Ricciardo, si schiererà nella penultima fila, dovendosi accontentare di un diciottesimo posto che non fa morale. I problemi di salute della scorsa settimana indubbiamente hanno minato la sua preparazione, privandolo dell’opportunità di girare in pista durante le prove prestagionali e, per quanto sia vero che altri piloti siano riusciti ad essere competitivi nonostante i pochi chilometri completati, è anche facile supporre che i problemi di competitività che affliggono la McLaren in questo momento non siano di aiuto. L’aspetto che risalta maggiormente è la cronica mancanza di velocità di punta sugli allunghi, che ha generato qualche dubbio sulle doti della Power Unit Mercedes, rivista per adattarsi ai nuovi carburanti. Toto Wolff ha rapidamente tenato di smentire queste voci, sottolineando come il distacco in tal senso sia in buona parte dovuto a una mancanza di efficienza sui rettilinei, ma sarà un tema da seguire con attenzione nei prossimi appuntamenti dato che si è presentato su più vetture.

Tra le due vetture papaya si sono inseriti Alex Albon, autore di un buon debutto la Williams, Guanyu Zhou, Yuki Tsunoda e Nico Hulkenberg. Il cinese dell’Alfa Romeo si può ritenere soddisfatto per una prestazione che, seppur distante dal compagno di squadra, lo ha visto superare la tagliola del Q1 alla sua prima qualifica nella massima serie. Altrettanto positivo è stato il ritorno in pista di Nico Hulkenberg, chiamato all’ultimo minuto per sostituire Sebastian Vettel, rimasto a causa in quarantena causa COVID. I due decimi di vantaggio sul compagno di squadra sono un bel biglietto da visita per un pilota che, in realtà, non ha bisogno di presentazioni, ma l’aspetto da tenere in considerazione per il team è la prestazione complessiva. Il diciassettesimo posto finale racconta uno stato di forma tutt’altro che positivo per l’Aston Martin, carente così come la McLaren di velocità di punta in rettilineo e anche di carico aerodinamico in curva, tanto da aver percorso curva sette, il cambio di direzione più rapido del tracciato, con una velocità di circa 25km/h in meno rispetto al poleman. Un aspetto che si è riproposto anche qualche curva più tardi, la undici, curva d’appoggio dove è necessario portare velocità in ingresso e mantenerla anche in percorrenza.

Per evitare di finire in sottosterzo, il tedesco è stato costretto a posticipare il momento del ritorno sull’acceleratore, accusando un gap in termini di km/h che si è poi portato avanti fino a curva tredici, perdendo diversi decimi: “Ovviamente non siamo contenti della diciassettesima posizione ma, a livello personale, sono felice. Considerando che avevo un’esperienza molto limitata con la macchina, sono stato in grado di mettere insieme alcuni giri puliti senza alcun errore. La vera sfida inizia domani per me: non ho corso con una macchina di F1 per quasi due anni. Non puoi davvero prepararti ad andare ruota a ruota con altre auto e dover fare cose come la gestione delle gomme. Tuttavia, non vedo l’ora di correre”, ha spiegato Nico. A concludere la classifica Nicholas Latifi, alle prese con una mancanza di feeling con le gomme che non gli consentito di estrarre il potenziale della vettura, specie al calare delle temperature.

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