F1 | GP Austria: botta e risposta tra Verstappen e Hamilton
"Quando lui vinceva sempre non si parlava di cambiare le regole", ha sottolineato l'olandese
Non si è fatta attendere la replica di Max Verstappen alle dichiarazioni rilasciate da Lewis Hamilton ai media nel giovedì del Gran Premio d’Austria. In particolare, il sette volte campione del mondo, ha dichiarato che la FIA dovrebbe intervenire in merito al fatto che i team possano già iniziare a lavorare sulla monoposto della stagione successiva con largo anticipo. In questo modo si eviterebbe il dominio di un solo team. Ogni riferimento a fatti e persone in questo caso, non è puramente casuale dal momento che è palese che Hamilton si riferisca al dominio Red Bull.
Pronta e piccata, è arrivata la risposta di Verstappen:
“Non se ne parlava quando lui vinceva i titoli e quindi non penso che dovremmo parlarne ora. È così che funziona la Formula 1. Quando hai un’auto competitiva, è fantastico. Ma a un certo punto, naturalmente, devi anche guardare avanti al prossimo anno.
È normale che gli avversari dicano questo tipo di cose, ma non dovrebbero nemmeno dimenticare quando vincevano e se le persone avrebbero commentato questo tipo di cose. Avrebbero commentato in modo un po’ diverso, ma è così che va in Formula 1”.
Più tardi, Hamilton ha negato che le sue dichiarazioni fossero rivolte unicamente a Red Bull:
“Non mi sto riferendo a una persona in particolare. Dico solo che nei miei diciassette anni in Formula 1, anche prima che arrivassi io, ci sono stati periodi di dominio e continuano ad accadere. Io sono stato davvero fortunato a vivere uno di quei periodi che Max sta vivendo ora. Ma con il ritmo che sta avendo, continuerà a verificarsi più volte. Inoltre, ci sono squadre che non erano competitive e quindi non si sono preoccupate di lavorare sulla macchina attuale. Un esempio fu la Brawn che si concentrò completamente sulla monoposto dell’anno seguente fin dall’inizio della stagione e nell’anno successivo sorprese tutti. Questo non dovrebbe accadere secondo me ma non devo essere io a giudicare. Sarebbe bello vedere nel prossimo ventennio che non ci siano enormi intervalli di tempo in cui un team possa essere troppo avanti rispetto agli altri”.
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