F1 | Ferrari, Vettel: “Le pressioni ci sono, ma non ho bisogno di alcun mental coach”

Il campionato di Sebastian Vettel è stato pieno di alti e bassi. Il pilota tedesco, dopo un inizio brillante è incappato in qualche errore evitabile, ma che può starci nell’ottica di un mondiale (vedi Le Castellet) e altri dove invece la pressione ha giocato brutti scherzi (Hockenheim e Monza). In queste occasioni il tedesco ha visto prima la rimonta di Hamilton, poi l’allungo dell’inglese in campionato. Adesso sono 40 i punti che lo separano dal rivale in campionato. Tanti, forse troppi, ma con sei gare ancora da disputare tutto è possibile, ma chiaramente non c’è più margine di errore, anche perché Lewis non sbaglia un colpo. Si sono susseguite tante voci in merito al fatto che Vettel non sia in grado di gestire la pressione e che avesse bisogno di un mental coach, ma proprio il tedesco scioglie ogni dubbio spiegando come sta reagendo a tutto quello che gli è capitato negli ultimi mesi, di fatto dal botto di Hockenheim in poi.

“Ovviamente ho delle pressioni – ha detto Vettel ad Auto Bild – ma la maggior parte delle volte sono stato io a crearle. Se sei consapevole di poter fare determinate cose e poi non le realizzi, allora non sei soddisfatto. Trovo l’idea del mental coach molto interessante, ma non ho incontrato una persona che ritengo mi possa aiutare. Ho visto un paio di situazioni, ma ho respinto questa possibilità. Quando si ha stress bisogna trovare un equilibrio, ho sviluppato alcune cose che hanno funzionato, ho molta autodisciplina. Nel tempo libero leggo poco gli articoli di Formula 1, preferisco quelli calcistici. Non mi permetto di criticare ciò che è stato scritto. Ma non lo faccio in generale, anche perché il mio motto è: ‘Non si è mai bravi come dicono le persone, così come non si è mai incapaci'”.