F1 | Ferrari: tre domande a Diego Tondi, responsabile dello sviluppo aerodinamico
"Al Paul Ricard il compromesso ottimale è su un livello medio di carico", ha spiegato
Nel prossimo weekend di Formula 1 la Ferrari è chiamata a riconfermarsi dopo la vittoria di Sainz a Silverstone e quella importantissima di Leclerc in Austria. A Le Castellet, pista che negli ultimi anni non ha affatto sorriso alla Scuderia di Maranello una sfida intensa dovuta anche alle altissime temperature previste per tutto il fine settimana. Nella classica anteprima del mercoledì, la Ferrari ha dato spazio a Diego Tondi, responsabile dello sviluppo aerodinamico.
Ci racconti il tuo ruolo, come sei arrivato in Ferrari e da dove arriva la tua passione per il motorsport?
“Sono entrato in Ferrari nel 2007 e faccio parte della Scuderia dal 2008: all’interno del reparto di Aerodinamica ho ricoperto molte mansioni, dal testing in galleria del vento allo sviluppo CFD, fino a ricoprire l’attuale ruolo di responsabile dello sviluppo aerodinamico. La mia passione per il motorsport è nata più di 35 anni fa quando da bambino guardavo i Gran Premi in televisione con mio padre. Quell’interesse ha continuato a crescere in me e all’università ho compreso come lo sviluppo aerodinamico fosse uno dei maggiori contributi alla performance di una vettura di Formula 1, decidendo così di approfondire proprio quell’ambito. La storica collaborazione tra l’università di Pisa e la Ferrari è stato quindi il viatico attraverso il quale sono approdato a Maranello”.
Che pista è il Circuit Paul Ricard dal punto di vista dell’aerodinamica?
“Dal punto di vista aerodinamico il Paul Ricard è un circuito caratterizzato da un’ampia varietà di curve, da quelle molto lente, come la 15 (Point), a quelle molto veloci come la 7 (Virage du Mistral) e la 10 (Signes). Nonostante sia una delle piste nelle quali il contributo del carico aerodinamico al tempo sul giro è maggiore, le simulazioni indicano come il compromesso ottimale sia un livello di carico medio, questo principalmente a causa della notevole lunghezza dei tratti rettilinei. In questa stagione in particolare, con queste nuove monoposto, bisognerà lavorare nei dettagli per trovare l’assetto ottimale che metta in condizione la vettura di sviluppare al massimo il proprio potenziale”.
Si attendono temperature elevatissime, quali contromisure si possono mettere in atto per aiutare la vettura in queste condizioni estreme?
“Le altissime temperature previste per il weekend del Gran Premio di Francia rappresentano una grossa sfida per garantire l’ottimale funzionamento della power unit e delle gomme ed è uno dei doveri del reparto aerodinamica trovare le adeguate contromisure. Verrà adoperato un livello di bodywork cooling medio alto, agendo sull’apertura delle branchie presenti sulla parte superiore della carrozzeria, e lavoreremo sulle prese dei freni per massimizzare il rim cooling, cioè la capacità di estrarre calore dai pneumatici. Per le caratteristiche del tracciato questa sarebbe stata un’operazione che avremmo dovuto mettere in atto comunque, per contribuire al massimo alla gestione dell’usura pneumatici, ma le alte temperature ambientali renderanno questa esigenza ancora più stringente. Per quanto riguarda i freni, il tracciato non propone frenate particolarmente severe, quindi dal punto di vista del raffreddamento di queste componenti la gara del Paul Ricard non rappresenta un elemento di preoccupazione”.
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