F1 | Ferrari: quattro chiacchiere con Marco Adurno, capo delle performance veicolo della Rossa

"Zandvoort pista molto severa con le gomme, specialmente quelle anteriori", ha aggiunto

F1 | Ferrari: quattro chiacchiere con Marco Adurno, capo delle performance veicolo della Rossa

La Ferrari viene dalla batosta non indifferente di Spa. La Scuderia di Maranello deve assolutamente rifarsi in termini di prestazione, con la Red Bull che nelle Ardenne in grado di fare letteralmente un altro sport. A Zandvoort, sede del prossimo Gran Premio d’Olanda il distacco dovrebbe essere molto meno marcato, e ci avviciniamo all’appuntamento in casa di Max Verstappen con una chiacchierata, mandataci dalla Ferrari stessa con Marco Adurno, capo delle performance veicolo della Scuderia.

–  Ci racconti da dove arriva la tua passione per il motorsport e come sei arrivato in Ferrari?

“La mia passione è nata da bambino, quando guardavo la Ferrari in Formula 1 in braccio a mio padre e sognavo, un giorno, di poter fare anch’io parte di quel mondo. Quel sogno è rimasto nel cassetto fino al 2007, quando ho avuto l’opportunità di lavorare in un team inglese, esperienza che mi ha poi aiutato ad esaudire il desiderio di entrare a far parte della Scuderia Ferrari, nel 2019”.

Ci dici delle caratteristiche della pista di Zandvoort?

“Il layout attuale della pista è stato completamente rivisto rispetto a quello degli anni Ottanta, quando il Gran Premio era fisso in calendario (fino al 1985). Ora presenta una lunga sequenza di curve a media e alta velocità che risultano molto impegnative per vetture e piloti. Anche la presenza di elevati valori di camber è una caratteristica unica, con le curve 3 e 14 che propongono una sopraelevazione di ben 16 gradi”. 

Questa pista è un banco di prova per le gomme, soprattutto quelle anteriori. Come si approccia una gara così?

“Le caratteristiche della pista fanno sì che sia molto severa con le gomme, soprattutto quelle anteriori. La chiave per la qualifica è riuscire a girare con alti livelli di bilancio aerodinamico nelle curve da media e alta velocità senza compromettere la stabilità della vettura. Per quanto riguarda la gara invece è necessario trovare il giusto mix tra un assetto che tuteli gli pneumatici pur cercando di andare incontro ai desideri del pilota”. 

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