F1 | Ferrari: nuovo dossier di Hamilton? La crisi continua tra pesanti discussioni interne

O si apportano delle correzioni, oppure si continuerà a vivere di ricordi. Non ci sono altre strade percorribili

F1 | Ferrari: nuovo dossier di Hamilton? La crisi continua tra pesanti discussioni interne

Il periodo nero della Ferrari non si ferma certamente nei disastrosi risultati ottenuti in pista. La Scuderia di Maranello, grande delusione di questa stagione, deve affrontare un momento di profonda crisi interna dovuta a una SF-25 che ha fallito sotto ogni punto di vista, e questo non ha fatto altro che innervosire gli animi all’interno di un team sempre in pole position nei proclami, poi però nelle retrovie quando si tratta di fatti.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato di un problema riguardante Charles Leclerc, con il monegasco che sembra essere arrivato al limite della sopportazione, e se nel 2026 la Ferrari dovesse fallire ancora, il suo pupillo potrebbe accasarsi altrove. I dissidi interni tra Frederic Vasseur, team principal, e Matteo Togninalli, responsabile delle attività in pista, così come scritto dal collega Daniele Sparisci su Il Corriere della Sera non sarebbero del tutto smentiti, e l’ingegnere italiano, nell’occhio del ciclone dopo la doppia e imbarazzante squalifica di Shanghai, sembra essere di nuovo in discussione.

Matteo Togninalli (Ferrari) durante il Gran Premio di Cina 2025

Questo fa riflettere in merito a un aspetto che Vasseur sottolinea spesso: la SF-25 risulta essere competitiva al venerdì (vuoi anche per programmi lavori differenti tra i team, ndr) per poi andare a peggiorare nel corso del weekend. Le attività in pista, evidentemente, non sono eseguite alla perfezione, ma va detto a onor del vero come la monoposto sia ricchissima di problemi.

D’altronde, la FIA ha messo sotto attenta l’osservazione la vettura dopo quanto accaduto proprio in Cina, e ne abbiamo avuta una prova diretta in Spagna, quando poco prima delle qualifiche due ali anteriori vennero portate di fretta e furia nel box FIA per controllarne la flessibilità: ricordiamo che proprio da quel weekend entrò in vigore la direttiva tecnica TD018, volta a regolare la flessibilità delle ali anteriori, rendendole più rigide per regolamento, e soltanto la Scuderia di Maranello venne chiamata poco prima della sessione di qualifica, piuttosto anomalo.

A Maranello si lavora male? Hamilton invia un altro dossier

La SF-25, nata malissimo, ha bisogno di compromessi per non essere squalificata, e per questo motivo le prestazioni sono molto più deficitarie del previsto. Una correlazione tra simulatore e pista che non ha portato evidentemente le performance sperate, perché non ci si aspettava che il fondo della monoposto andasse a consumarsi così tanto in determinate circostanze. Un difetto strutturale praticamente impossibile da correggere, nemmeno con la nuova sospensione posteriore, difatti fallimentare e che ha fatto perdere tanto tempo in fabbrica.

La metodologia di lavoro, poi, è un ulteriore tallone d’Achille per la squadra Rossa: Lewis Hamilton, sempre stando a quanto riportato dal Corriere, avrebbe mandato un ulteriore dossier ai vertici dell’azienda per cercare di modificare quanto più possibile una situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti. A Maranello non si lavora bene, sotto tanti punti di vista, e se un sette volte campione del mondo indica gli interventi da fare per migliorare, va ascoltato, senza discussione alcuna. Perché il “Qua si è sempre fatto così” non può andare bene dopo l’ennesimo fallimento, ma deve essere la prima cosa da estirpare.

Salteranno teste? Difficile dirlo, ma qualcuno ha lavorato davvero male ultimamente, i risultati in pista lo dicono, non se lo inventa la stampa. Quindi, o si apportano delle correzioni, oppure si continuerà a vivere di ricordi. Non ci sono altre strade percorribili.

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