F1 | Ben Sulayem certo dell’ingresso in Formula 1 di Andretti

"Andretti potrebbe entrare in griglia anche senza un accordo commerciale", ha tuonato il Presidente della FIA

F1 | Ben Sulayem certo dell’ingresso in Formula 1 di Andretti

F1 Andretti FIA Ben Sulayem – Il Presidente della Federazione Internazionale, Mohammed Ben Sulayem, crede fortemente nell’ingresso in griglia della struttura capitanata dalla famiglia Andretti. In una lunga chiacchierata concessa alle colonne della Reuters, il Manager emiratino ha difeso la posizione della FIA in merito all’ok concesso ad Andretti un paio di settimane fa, precisando come la struttura statunitense potrebbe fare il proprio ingresso nel paddock anche senza un accordo commerciale che coinvolga anche le altre squadre.

Una vera e propria minaccia, lanciata dopo le dichiarazioni rilasciate dai Team Principal nel corso della trasferta in Qatar, che mira a salvaguardare non solo la posizione di Andretti (Michael porterebbe in Formula 1 un marchio importante come General Motors), ma anche il ruolo predominante della FIA nei confronti non solo dei team, ma anche della stessa Liberty Media.

“Le squadre guardano alla loro fetta economica e capisco le loro preoccupazione, ma le nostre sono diverse”, ha affermato il Presidente della fIA. “Tutti quanti speriamo che Andretti entri in Formula 1 con un accordo commerciale tra tutte le parti in causa, ma potrebbe anche avvenire il contrario, dato che il campionato è nostro. Lo abbiamo affittato, ma siamo noi i proprietari e si tratta di qualcosa che dev’essere rispettato. Precisiamo che non voglio mettere in imbarazzo nessuno, neanche Liberty Media e FOM. Lavoriamo per il bene dello sport, non per altro”.

“D’altra parte ritengo che dire di no ad un team che ha ottenuto l’ok da parte della Federazione è molto difficile”, ha proseguito. “Sono sempre ottimista, ma penso che Andretti sarà in Formula 1. La FIA deve giocare a favore dei costruttori o dei marchi interessati al Circus, non il contrario. Il mio sogno è quello di riempire i 12 posti disponibili e di avere un team statunitense con un costruttore, una power unit e un pilota di quel paese. Poi andare in Cina e fare la stessa cosa. Sarebbe perfetto per la crescita globale che sta registrando lo sport”.

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