F1 2017 – Pat Symonds: “Sarebbe meglio posticipare le nuove regole al 2018”
Pat Symonds della Williams preoccupato che le nuove norme vengano approvate con superficialità
Si percepisce un senso di approssimazione quando gli addetti ai lavori – tecnici e vertici della F1 – si apprestano a parlare dell’ormai famosa rivoluzione regolamentare che dovrebbe entrare in vigore nel 2017, permettendo alle monoposto di Formula 1 di tornare ad essere più belle da vedere e più performanti aerodinamicamente.
Lo stesso Strategy Group, l’organo di indirizzo che si confronta sulle migliori novità da apportare alla categoria, necessita ancora di due o tre riunioni per mettere nero su bianco le modifiche di cui tanto si parla, ma che di fatto restano ancora molto fumose.
L’ultimo allarme l’ha lanciato il direttore tecnico della Williams, Pat Symonds, il quale in una intervista ad Autosport ha espresso tutte le sue perplessità sul poco tempo che avrebbero le squadre per pensare ed attuare una vera e propria rivoluzione progettuale. Secondo Symonds non è detto che la governance del Circus riuscirà ad arrivare alla definizione delle modifiche regolamentari già a marzo e il rischio è fare le cose male per farle in fretta. Come dice il proverbio: la gatta per fare presto fece i figli ciechi.
“Dovremmo definire i nuovi regolamenti entro il primo marzo, ma dai prossimi incontri potrebbe emergere che abbiamo bisogno di più tempo per fare le cose bene – ha dichiarato Symonds – Per ora sono previsti due incontri dello Strategy Group, uno a fine gennaio e uno a febbraio. Dobbiamo ancora parlare di aspetti fondamentali del nuovo regolamento tecnico. Per ora sembra che l’attenzione sia più rivolta agli aspetti sportivi, abbiamo prefissato gli obiettivi, ma c’è molto di cui parlare. Dobbiamo pensare a monoposto che siano buone, sento che c’è un po’ di fretta, il rischio è essere superficiali, la pressione di fare presto non aiuta. Sarei molto più felice se il nuovo regolamento fosse approvato per il 2018 e non per il 2017. Ma so che il mio rimarrà solo un grido nel deserto”.
Antonino Rendina
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