F1 2014: è vero progresso progettare vetture più lente?

Confronto "prestazionale" tra le vetture 2013 e 2014

F1 2014: è vero progresso progettare vetture più lente?

La rivoluzione regolamentare attuata quest’anno ha portato profondi cambiamenti nelle monoposto che oramai abbiamo imparato a conoscere. Queste profonde modifiche hanno cambiato in maniera così profonda le vetture tanto da costringere i piloti a rivedere lo stile di guida, dei nuovi motori turbo V6 si è detto tutto ed il contrario di tutto. Fra le tante cose dette molto dibattuto è stato il tema della velocità: queste vetture infatti sono più lente della “generazione” precedente figlia del cambio regolamentare attuato nel 2009. La domanda che ci poniamo è: quanto sono più lente? Per farlo abbiamo confrontato gara per gara il giro valido la pole position nella stagione scorsa con quello fatto registrare quest’anno; lo stesso confronto è stato fatto per i giri veloci fatti registrare in gara.

Nel gran premio inaugurale d’Australia la pole fatta registrare da Sebastian Vettel nel 2013 era stata ottenuta con il tempo di 1’27″407; nella stagione 2014, a causa della pioggia che ha colpito la sessione di qualifica, abbiamo segnato il miglior tempo stampato in Q1 da Daniel Ricciardo, il quale ha compiuto il giro con il tempo di 1’31″775. Fra la stagione scorsa e quella attuale c’è una differenza di ben 4 secondi abbondanti. La situazione migliora leggermente con il giro veloce fatto registrare in gara, con Kimi Raikkonen versione 2013 che batte Nico Rosberg: 1’29”274 contro 1’32”478, ben più di 3 secondi di differenza.

Per quanto riguarda il week end in Malesia non è possibile fare un confronto a causa della pioggia che ha colpito solo la sessione di qualifiche della stagione attuale. Per quanto riguarda il giro veloce in gara, è Sergio Perez che batte Lewis Hamilton: 1’39”199 contro l’1’43”066 fatto registrare dall’inglese, facendo segnare una differenza di quasi 4 secondi.
Anche la sessione di qualifica in Cina di questa stagione è stata colpita dalla pioggia, rendendo non possibile il confronto fra le due annate. Il dato sul giro veloce fatto registrare in gara è molto interessante; Sebastian Vettel in versione 2013 è stato più veloce di Nico Rosberg, ma questa volta davvero di poco: 1’36”808 contro l’1’37”020. Evidentemente il lungo rettilineo cinese ha permesso ai motori V6 di compensare la differenza di velocità che l’efficienza aereodinamica delle monoposto 2013 garantivano.

In Bahrain è Nico Rosberg il mattatore della prima casella sia nel 2013 che nel 2014. La pole dello scorso anno però si dimostra essere più veloce di 8 decimi rispetto a quella fatta registrare quest’anno: 1’32″330 contro 1’33″185. Più netta la differenza in gara dove il giro più veloce sempre di Nico Rosberg è più lento di quello di Sebastian Vettel di quasi 3 secondi e mezzo: 1 36 961 contro 1 40 402. C’è da dire però che quest’anno il gran premio si è corso in notturna, ciò ha comportato il fatto che le temperature fossero molto più basse e quindi le macchine hanno goduto di meno grip.

Il gran premio di Spagna è quello in cui si sono registrate le differenze più nette. In qualifica Nico Rosberg fece registrare nel 2013 il tempo di 1’20″718 mentre Lewis Hamilton quest’anno ha fermato il crono sull’1’25″232: 4 secondi e mezzo di differenza. In gara la differenza si assottiglia con Gutierrez che la stagione scorsa fece il fastest lap in 1’26”217 mentre quest’anno Sebastian Vettel ha stampato un 1’28”818.

L’ultima gara in analisi è il gran premio di Montecarlo: nel 2013 Nico Rosberg si aggiudicò la pole con il tempo di 1’13”876, quest’anno gli è bastato andare più lento di 2 secondi per aggiudicarsi la stessa posizione dello schieramento con il tempo di 1’15”989. Stessa differenza per il giro veloce in gara, con Vettel versione 2013 che batte Raikkonen con il tempo di 1’16”577 contro l’1’18”479 del finlandese.

Al termine di questo confronto possiamo tirare fuori un paio di considerazioni. La prima è che le vetture dello scorso anno sono mediamente più veloci di quasi 3 secondi in qualifica rispetto a quelle di quest’anno e che i giri più veloci in gara sono di 2 secondi e mezzo migliori. La seconda considerazione riguarda il progresso tecnologico che sta vivendo la Formula 1: si può definire progresso la progettazione di vetture più lente? Se si, allora il progresso non va inteso come una ricerca sempre più insistente del limite (e quindi della velocità), ma come la ricerca del limite massimo nella situazione contestuale? È per questo motivo allora che non si ricerca più il limite assoluto? Se questo sia giusto o sbagliato se ne discuterà per decenni.

Davide Gambardella

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