Toro Rosso, Sainz e la selezione naturale in casa Red Bull: “So cosa devo fare”
Il giovane spagnolo sa bene come funzionano le cose nel gruppo Red Bull e torna a parlare della rivalità con Verstappen...
La Toro Rosso è nota per la sua politica con i giovani piloti, non certo tenera. Due, al massimo (ma difficile) tre stagioni in Toro Rosso, e poi il salto alla casa madre Red Bull per i più meritevoli. E’ stato così negli ultimi sette anni per Sebastian Vettel (dalla STR alla RBR nel 2009), per Daniel Ricciardo (passato alla casa madre nel 2014) e Daniil Kvyat (2015, dopo un solo anno a Faenza). Tante invece le giovani “promesse” che hanno interrotto la loro carriera in Red Bull, basti citare Sebastien Buemi, Jean-Eric Vergne e Jaime Alguersuari.
Milton Keynes, per mano dell’eminenza grigia e responsabile del programma giovani Helmut Marko, non fa sconti. I giovanotti devono dimostrare di avere le stimmate dei campioni, altrimenti sono fuori. Senza troppi sconti e complimenti, con un cinismo da definire amorale, più che immorale, molto pragma e pochi sentimenti.
Lo sa bene Carlos Sainz, figlio d’arte alla sua seconda stagione in Toro Rosso, che dovrà vedersela con il baby fenomeno Max Verstappen, da molti visto come un fuoriclasse in erba. Sainz conosce a menadito la politica Red Bull, ma mantiene la calma e non è spaventato dalla sfida interna che dovrà affrontare contro Max. In palio c’è un sedile in Red Bull, con un effetto a catena che allo stesso tempo riguarda anche i “capitani” Ricciardo e Kvyat, a loro volta costretti a battersi per non essere accompagnati alla porta.
“Io so quello che devo fare – ha dichiarato Carlos al magazine iberico Revista Elite – Il mio obiettivo è quello di andare in Red Bull Racing, so benissimo che quando si arriva in Toro Rosso di solito si hanno solo due anni di tempo per dimostrare il proprio valore. Ma non cambierò il mio stile di guida per guidare più forte. Attaccherò quando serve e allo stesso tempo saprò gestire quando sarà necessario. Il fatto che Max sia considerato uno dei migliori rookie di sempre non mi spaventa. Non vedo molte differenze tra me e lui, la squadra sa che anche io l’anno scorso ho combinato qualcosa di buono, anche se non si è visto in tv…Dicono che lui è il nuovo Senna? Okay, va bene, ma se poi lo batto cosa diranno di me?”
Antonino Rendina
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